Forse doveva aspettare a seppellire Caroline, avrebbe dovuto tenerla morta per un po'. Era tutta colpa sua, colpa sua, colpa sua! Non era stata abbastanza previdente. E la nonna la odiava!

Gaby pestava per terra i piedi e singhiozzava, la faccina era tutta rossa e raggrinzita da far spavento.

- Che c'è tesoro mio, perché piangi, stavolta?

Gaby si calmò un poco:- Perché io vorrei tanto avere la bambola oggi, nonnina.

La signora Rose tirò un sospiro di sollievo e Gaby trattenne il respiro.

- Piccola mia, ti sto viziando troppo, oggi ho da fare con la casa, ma domani mattina come prima cosa andiamo a comprare la bambola, va bene?

- Noooooo! - gridò Gaby. – Sei cattiva! Perché non me la compri adesso? Io ne ho bisogno adesso, non domani!

La nonna sospirò:- Ma piccola mia, che differenza fa? Oggi non puoi giocare con l'orsacchiotto?

Gaby era esterrefatta, la nonna doveva essere impazzita. Gli orsi non parlavano! Persino lei, una bambina, lo sapeva. Che cosa avrebbe dovuto farsene di un orso? Sempre più arrabbiata, senza dire una parola, fece dietro front e tornò in camera sua pestando i piedi più forte che poteva. Così la nonna avrebbe capito di essere molto stupida, si augurò sbattendo la porta.

Stava disegnando sul suo diario segreto, chiuso da un piccolissima chiavetta che portava sempre al collo, quando la nonna bussò alla sua porta ed entrò piano nella camera. 

- Ciao piccolina, i biscotti sono pronti, vuoi venire in salotto a fare merenda con me? Guardiamo un cartone, quale vorresti?

Gaby chiuse di scatto il diario sul disegno a matita di Caroline nella tomba.

- Non voglio vedere un cartone, c'è il the?

- Certo tesoro, c'è il the caldo col limone e lo zucchero, come piace a te. Allora, vieni o no?

Gaby decise di non rispondere, non voleva che la nonna pensasse di avere ragione, ma aveva un po' fame e voleva il the, quindi uscì dalla sua camera e si sedette in salotto.

Mangiò qualche biscotto e bevve il the. Non espresse il desiderio di guardare un cartone animato, così la televisione restò sintonizzata sul canale che la signora Rose stava seguendo prima. Era un documentario sui film horror degli anni '50.

A Gaby quei film non facevano impressione. Guardava la tv con scarsa attenzione mentre stava ancora cercando una soluzione al suo problema, quando una scena la distolse dai suoi pensieri: c'era un uomo davanti a una tomba che faceva degli strani gesti, poi una musichetta stridula e alla fine dalla tomba usciva un altro uomo. I due uomini se ne andavano dal cimitero e la scena finiva.

Gaby rimase tanto colpita da chiedere spiegazioni alla nonna.

La resurrezione dei morti. Ne aveva già sentito parlare ma credeva che sarebbe stato solo dopo il Giudizio Universale, non aveva idea che chiunque potesse resuscitare un morto. Certo, la nonna le aveva detto che non si doveva fare, che era male e si andava all'inferno, e che comunque era impossibile. 

Beh, era tutto da vedere. Gaby decise che quella sera, quando la nonna fosse stata sicura di averla fatta addormentare sarebbe sgattaiolata fuori dalle coperte, si sarebbe messa la tuta, le scarpe da ginnastica e sarebbe andata in cortile a resuscitare Caroline. L'inferno non le faceva paura per niente, ed era abituata a fare cose proibite. Sin da quando aveva memoria ricordava di aver fatto delle incursioni in Sacrestia, dopo la Messa, e silenziosa come un gatto di aver spiato il parroco e i chierichetti, toccato gli oggetti misteriosi che vedeva sull’altare e grattato via con un coltellino dei pezzetti di legno dalle cornici dei quadri, le sue reliquie personali. Inoltre Dio non l’aveva punita dopo che aveva seppellito Caroline in giardino, quindi resuscitarla non sarebbe stato troppo pericoloso.  

Aspettò con impazienza la cena, i cartoni del dopo cena e la fiaba della buonanotte.

Finalmente, alle undici anche nonna Rose era andata a dormire e lei poteva occuparsi della sua bambola defunta.

Mentre usciva piano nel cortile si chiedeva se Caroline sarebbe stata arrabbiata con lei, visto che l'aveva uccisa. Sperava proprio di no, in fondo adesso stava rimediando.

Si accovacciò piano piano vicino alla tomba. Scrutò attorno a sé per accertarsi di essere sola e invisibile, dopodiché rivolse la sua attenzione al terreno sotto al cespuglio di lavanda. 

Ecco il primo ostacolo: doveva solo fare dei gesti o c'era anche una preghiera da recitare? Questo nel film non si vedeva e la nonna non gliel'aveva detto. Nel dubbio decise di improvvisare. 

- Signore Dio, ti prego, ridai la vita alla mia amata Caroline, l'ho uccisa per sbaglio – disse. Poi ricordò che non si poteva mentire a Dio, perciò si corresse:- Volevo dire, l'ho fatto apposta ma ora ne ho bisogno di nuovo, quindi ti prego di ridarmela viva, Signore, per favore. 

Mentre improvvisava la sua preghiera cercava di emulare i gesti dell'uomo del film, stando seduta per non farsi vedere, però.