Dopo quasi tre anni dall'ultimo capitolo, si torna a parlare della celeberrima saga FPS della 2K Games, Bioshock.

BioShock Infinite, inizialmente presentato col nome di Project Icarus, vede il ritorno nei negozi di una saga che ha appassionato i giocatori di tutto il mondo per le sue atmosfere dark e per le meccaniche di gioco innovative, oltre che per una trama molto ben studiata.

Dopo un primo capitolo di successo e un secondo capitolo che si è ritrovato, giocoforza, col passare degli anni ad arrancare un po' nelle vendite per le poche innovazioni, oggi esce il terzo, esaltante episodio della saga, che dimostra di aver imparato dal passato, inserendo numerose innovazioni sia nella giocabilità che nell'ambientazione.

La trama, sebbene non sia basata di certo su un'idea innovativa, serve tuttavia ad insegnare alle grosse case videoludiche che non c'è alcun bisogno di riempire il cervello del giocatore con mille scelte strane, mille sentieri da seguire, perché a volte è la semplicità a pagare.

Booker DeWitt è un veterano della Cavalleria Americana che, indebitatosi per via del gioco con le persone sbagliate, ha una sola opportunità per ripagare i suoi errori e scordarsi per sempre dei suoi compagni di gioco.

Per farlo, dovrà arrivare nella città volante di Columbia per salvare Elizabeth, una ragazza imprigionata fin da bambina in una torre controllata giorno e notte.

Insieme, e fidandosi l'uno dell'altra, dovranno affrontare le insidie della città indipendente.

Per l'appunto, l'incipit è molto classico, la donzella in pericolo e l'eroe dannato che va a salvarla, se non fosse per la profondità che i personaggi dimostrano sin da subito, e che sicuramente vedremo crescere col passare delle ore di gioco. 

Proprio questa profondità e la caratterizzazione dei personaggi compensano la classicità forzata del punto di partenza.

Che dire, se non che il gioco sembra essere tornato allo splendore del primo capitolo, e che non possiamo fare altro che aspettare impazientemente le vostre prime impressioni.