Qual è il tuo concetto di genere fantasy?

La definizione di fantasy racchiude un insieme di sotto generi molto ampio, per quanto mi riguarda non sono un patito di storie di maghi o simili ma amo leggere tutte le storie in cui la fantasia ha libero sfogo. Direi quindi che in un libro cerco l'elemento fantastico che accende la mia curiosità e proietta la mente alla scoperta di situazioni, luoghi e sensazioni inesplorate.

Per la scrittura, però, mi piacerebbe fare una sortita nel fantasy mitologico, e qualche idea bolle già in pentola, anche se il tempo è tiranno. 

Da dove nasce lo spunto per il tuo racconto?

Dopo avere letto l'episodio pilota I Daimon di Pandora, la mente ha cominciato a partorire idee diverse, tanto da mettere dei paletti per rimanere nei binari della collana. Con grande divertimento ho preso spunto dalla vita quotidiana, immaginando cosa potrebbe accadere se, d'improvviso, una persona normale si trovasse a gestire un grande potere. Questa, è chiaro, non è una novità assoluta perché la Marvel ha creato un universo sfruttando questo tema, ma la possibilità di fare accadere nelle nostre città, ai tempi d'oggi, catastrofi imprevedibili causate da entità infide o da trame sotterranee e fare intervenire un “nostro” supereroe, era troppo ghiotta per lasciarla scappare.

Perché hai scelto Roma e Milano come location?

Roma, è dove sono nato ed è il luogo nel quale mi muovo quotidianamente. L'idea di base che mi ha subito ispirato è stata quella di creare situazioni particolari nella mia città, anche se una parte del racconto si svolge a Milano. Fare muovere un supereroe per il centro, assieme a turisti ignari, farlo passare accanto a un negozio che conosci oppure in una strada dove ti sei visto la sera prima con gli amici, è una cosa magnifica. L'ampiezza della città, e il patrimonio artistico immenso, è una fonte inesauribile di idee e possibili situazioni rocambolesche. A un occhio attento non possono sfuggire angoli di Roma che sembrano perfetti per eventi sovrannaturali. Anche la situazione che vivono i cittadini romani sotto il profilo della mobilità, per esempio, ha del sovrannaturale e basterebbe per scrivere un romanzo intero.

La tecnologia. Che ne pensi del rapporto che intercorre tra quest’ultima e la realtà?

Messa così sembrerebbe che la tecnologia non sia reale! In effetti per molti di noi la tecnologia non è reale: quanti conoscono cos'è il TCP/IP? Eppure grazie a questo signorino, usiamo Internet tutti i giorni. Tutta la nostra vita ormai è stretta tra le braccia della Tecnologia, e alle volte la signora T esagera o decide di incrociare le braccia, e proprio in quel momento scopriamo quanto sia reale e influenzi ormai il nostro tempo in modo totale. Nella saga Urban Fantasy Heroes è strettamente legata agli eventi narrati, quindi per una sorta di proprietà transitiva si potrebbe azzardare che la saga narra fatti reali… o quasi.  

Un ‘’gigante’’ nella tua vita reale.

Nessuno in particolare, o meglio vedo tanti piccoli giganti ciascuno nel suo campo d'azione, che influenzano un momento della vita, o che ci accompagnano per un tratto lungo il cammino professionale. Voglio fare due nomi, due persone, a mio avviso, “giganti” nel loro campo: Stan Lee e Jack Kirby. 

Ci parli del tuo racconto senza troppi spoiler?

Nel racconto, Guido, un semplice ragioniere, compie azioni impossibili per un essere umano, e il primo a esserne stupito è proprio lui. Ma non ho voluto lasciarlo da solo: ho introdotto personaggi chiave per lo sviluppo del racconto e per il proseguimento della serie. Inoltre ho ripreso alcuni personaggi presenti negli episodi già pubblicati dagli altri amici autori. 

Non mi vorrei sbottonare troppo, aggiungo solo che è il mio è un racconto che genera una bella quantità di “aria” buona per le prossime puntate.

La tua esperienza di editing.

L'editing da parte di un professionista è fondamentale per mettere a punto un racconto o un romanzo e, credo, va affrontato con umiltà da chi scrive.

Il dialogo con Emanuele è stato molto costruttivo e istruttivo: per quanto mi riguarda c'è sempre da imparare. 

Cosa hai apprezzato di più della bellissima saga Urban Fantasy Heroes?

Sono stato attratto dall'idea. Una serie di storie urbane con protagonisti dei supereroi italiani è un'occasione per fondere l'eredità storica dei nostri avi con le nuove tecnologie e la fantasia. Seguendo la strada principale tracciata da Emanuele, possiamo decidere di prendere uno degli infiniti sentieri che si propongono. Penso che questa sia una sfida imperdibile per chiunque ami scrivere o leggere storie fantastiche.

Un consiglio a chi volesse scrivere un racconto per la saga U.F.H.

Partendo dalla mia esperienza nella scrittura di questo racconto, posso suggerire di cogliere uno o più tra gli innumerevoli spunti presenti nei nove racconti pubblicati e lasciare andare la fantasia. E divertirsi a scrivere, con lo scopo di divertire il lettore. Trovare nuovi superpoteri, tenendo d'occhio l'aspetto tecnologico, anche scavando tra le abitudini della vita quotidiana; oppure… beh “ho capito, ma mica posso fa' tutto io qua, eh?”*

* cit. Quelo, Corrado Guzzanti.

Progetti per il futuro?

In questo momento ho messo nel cassetto il romanzo che sto scrivendo, per dedicarmi ai contest della WMI e alla scrittura di racconti per la Delos, che sono per me un'occasione unica per fare esperienza e migliorare nella scrittura. Ci sono diverse cose in ballo; in particolare, essendo stato tra i venti selezionati nel contest Ira Domini, sono alle prese con un racconto giallo: l'obiettivo è essere selezionato per uscire in un’antologia estiva nei Gialli Mondadori. Una bella e difficile sfida, considerato l'alto livello degli altri amici scrittori. Ma come si dice “chi non risica non rosica”.