Abbiamo fatto la conoscenza di Roberto di Vito, cineasta romano con una lunga carriera alle spalle che ha in distribuzione tramite Cecchi Gori Home Video un lungometraggio che coniuga un'idea originale a una (necessaria) austerità sulle spese. Il film si chiama Bianco, con Igor Mattei nella parte del protagonista e Giovanni Francesco Piccirillo. La sorpresa è fin dall'inizio. Un uomo si sveglia bendato, legato su un letto, senza sapere perché. Non può che cercare di capire quale potrebbe essere il motivo della sua situazione (un rapimento?) e nella sua immaginazione ripercorre fasi della sua vita: fantasie, ricordi, rimpianti, incubi.

Roberto di Vito nella sua produzione ha lavorato a documentare la passione e il divertimento del cosplay, riprendendo gli appassionati nel loro ambiente, ovvero alle convenzioni dove si recano per esibirsi. Presentiamo qualcosa del lavoro di Roberto di Vito in fondo a questo articolo. Gli abbiamo posto qualche domanda per spiegarci qualcosa di più del lavoro che ama.

Come nasce l'idea di realizzare Bianco?

Bianco è il mio primo lungometraggio. Ma il desiderio di raccontare per immagini inizia da giovanissimo. Nel corso degli anni ho realizzato molti cortometraggi in vari formati. Super 8, 16mm. 35mm. video, ecc. che hanno vinto premi importanti

Per esempio un corto thriller vinse un premio di qualità del ministero.

Io ho anche realizzato tanti backstage (Tra cui uno sull'ultimo lavoro di Fellini che vinse il festival di backstage a Bologna).

Per il lungometraggio Bianco mi sono ispirato ad un corto brevissimo di alcuni anni precedente, con lo stesso titolo, dove la durata filmica è uguale a quella reale della visione.

L'opportunità (la poca spesa) ha fatto il film o l'idea si è adattata ai mezzi disponibili?

L’idea si è adattata ai mezzi. Attraverso i vari corti fatti mi sono allenato a ottimizzare le risorse. Bisogna fare dei limiti una virtù e adattare le esigenze creative ai pochi mezzi. Quindi dovevo scrivere una storia con pochi attori e pochi ambienti.

Ma “Bianco” nasce anche da uno stato d’animo e da un sentimento che ha a che fare con il senso dell’arte e con il desiderio di sognare rispetto ad un vita difficile.  Per chi lo volesse vedere... si può trovare in super offerta DVD su Amazon

Cosa può sperare di ottenere un regista emergente dai premi e dalle manifestazioni a cui partecipa?

Forse poco. Penso che i festival siano importanti, ma non è detto che portino a sviluppi lavorativi. Un distributore mi raccontava che non riusciva a distribuire film che avevano vinto premi del pubblico a festival internazionali.

Però, anche se ho avuto aspettative deluse, ho trovato gratificazioni a partecipare ai festival, che ti permettono di vedere molti lavori e di confrontarti con le persone...e rimangono comunque  un bella vetrina, almeno potenziale.

Vincere premi importanti mi ha legittimato come regista.

Purtroppo si rischia che, finito l'evento, tutto ritorna come prima. Come se  in Italia il cinema non esistesse. Le produzioni non mettono soldi... esagerando non riesco a capire come si riescano a produrre i film in Italia.  Forse bisogna scrivere commedie accattivanti o farsi amici produttori o persone importanti. (Scherzo)

Quali progetti vorresti realizzare in futuro?

Ho una sceneggiatura di film thriller che ha ottenuto un piccolo finanziamento. Mi è sempre piaciuto il genere thriller, ma in Italia i film di "genere" non si fanno praticamente più... eccetto le commedie. Poi mi piacerebbe realizzare un documentario sulla pittura contemporanea  partendo dai quadri di mio padre che sono stati esposti da poco alla Galleria Nazionale D'arte moderna a Roma.

Parliamo invece di cosplay: come mai ha stimolato il tuo interesse? (magari hai praticato?).

No. Non l'ho mai praticato. Invece mi è sempre piaciuto fotografare... e a loro piace essere fotografati. Se devo essere sincero,  fino a un anno e mezzo fa, non sapevo neanche che esistessero. L'ho scoperti per caso, quando vidi una coppia di cosplayer alla fermata della metro di Roma. Mi sembravano comparse scappate da un set di un film in costume. La ragazza era vestita come una dama dell'ottocento, con parrucca e pelle chiara, ma con occhi che avevano qualcosa d'inquietante.. con l'iride rosso.

Sembravano dei personaggi usciti fuori dalla mie fantasie adolescenziali.

Ne sono rimasto affascinato. Loro mi spiegarono che erano cosplay e che si rifacevano principalmente ai personaggi del mondo dei fumetti, dei videogiochi e delle mode giapponesi tipo le "lolite".

Che impressione ti fanno coloro che lo praticano a livelli per così dire professionali, mettendoci molto impegno?

Mi ispirano simpatia perché è una passione sincera senza fini di lucro, anzi certe volte dispendiosa. Ci mettono impegno nel preparare i costumi che indossano poche volte nelle fiere del fumetto tipo Romics e Lucca. In genere sono ragazzi giovani, sono teenager, ma ci sono di tutte l’età.

Gli eventi diventano una grande festa colorata dove le armi sono solo di fantasia. A Roma, durante il Romics alcune ragazze vanno in giro con i cartelli “Free Hugs - Abbracci gratuiti” e non lo trovo un caso. C’è una pacifica voglia di puro divertimento in questi eventi.

Ci vedo anche un desiderio di sognare, di sentirsi protagonisti e di evadere in maniera creativa da un vita difficile. In questo senso ci possono essere delle simboliche e psicologiche analogie... con il protagonista di “Bianco”. Che però è un film sperimentale ed intimista.

Cos'hanno in comune i cosplayer?

La risposta penso sia semplice: la passione per i fumetti. Infatti questa moda è iniziata e si è sviluppata nelle grosse fiere del fumetto.

È facile lavorare con loro - riprenderli, farli recitare seriamente quando il caso, ecc...

Per le foto sono molto collaborativi, salvo rare eccezioni. Ai cosplayer piace sempre essere fotografati, da senso e gratificazione anche per i loro costumi, anzi, alcuni assumono le pose dei personaggi che interpretano. Per i video è un pochino più complicato perché ci vuole più impegno per improvvisare qualche scenetta.

Invece non ho mai provato a girare un cortometraggio con i cosplay. Mi sembra che fuori dalle fiere tutto diventa più difficile anche perché molti vengono da paesi limitrofi, un po distanti e i costumi sono impegnativi da preparare e indossare fuori dalle fiere.

Comunque ci tengo a sottolineare che i miei video-clip e le foto nascono solo per pura passione. Mi diverte questo mondo che trovo ancora pieno di vitalità  e spero di aver fatto dei video personali ed originali.

Ecco il mio ultimo breve video, girato al Romics 2015 che vuole essere evocativo... e mi sembra sia in sintonia con il nome della vostra rivista.

Anche questo riguarda il desiderio di sognare mondi lontanissimi attraverso i fumetti, e gli affascinanti cosplayer.