Se a New York i supereroi hanno superproblemi, figuriamoci a Tor Bella Monaca.

Quando Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), un ladruncolo romano, rimane invischiato in una strana sostanza radioattiva, non ha idea che si trasformerà in un essere dalla forza e dalla resistenza superiore. Non completamente invulnerabile, ma quasi.

Ma se già le circostanze in cui scopre di avere i suoi poteri sono tragiche, ancora di più lo è la spirale di eventi che coinvolge la vicina di casa Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza con più di qualche problema, chiusa nel suo mondo interiore, che trasfigura la realtà facendo aderire situazioni e persone a quelle del suo cartone animato preferito: Jeeg Robot d'Acciaio di Go Nagai.

Altra parabola tragica, ma non troppo seria, è quella del delinquente di periferia chiamato Lo Zingaro (Luca Marinelli), capetto di una banda di sbandati che vorrebbe fare il salto nel "giro grosso", anche per fame di notorietà.

Lo sfondo è una Roma moderna, un po' grigia, minacciata da attentati terroristici i cui mandanti non sono chiari.

Claudio Santamaria
Claudio Santamaria

Più che con i manga e gli anime, evocati con passione sin dal titolo, più che ai recenti cinecomics Marvel e DC, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti cerca una sua via, con un linguaggio cinematografico che mira all'essenziale, con una sceneggiatura in cui non sempre tutto sembra quadrare (alcuni personaggi minori scivolano nell'oblio senza una vera e propria chiusura), con parecchie scene d'azione ben girate e montate.

Le intenzioni dei Misfits in versione romana, perché a questo viene da pensare guardando il film, sono ineluttabilmente destinate a scontrarsi.

Luca Marinelli
Luca Marinelli

Enzo e Lo Zingaro vivranno parallelamente il loro percorso di crescita, incontrandosi, sfiorandosi, fino al momento in cui sarà inevitabile che si pestino i i piedi l'un l'altro. Questo avviene sia nelle fasi iniziali, quando Enzo cerca di sfruttare le sue nuove abilità a scopi criminali, sia quando, e soprattutto, accetterà il suo destino eroico. 

Alcuni destini saranno tragici e il percorso che Enzo Ceccotti intraprenderà sarà necessariamente di riscatto, così come difficile e apparentemente impossibile sarà la prova finale.

Il film riesce a essere credibile in tutti i suoi registri, da quelli ironici, quando non comici, a quelli drammatici e sentimentali. Alcuni momenti restano impressi. Uno tra tutti quello in cui emergono le ombre del passato di Alessia.

Convince, e molto, il linguaggio usato dai protagonisti, un italiano con pronuncia romanesca, fortemente gergale, che rende credibili i personaggi.

Ilenia Pastorelli
Ilenia Pastorelli

Certo, ci sono cose che non tornano, proprio dall'inizio. Il modo in cui Enzo viene a contatto con sostanze radioattive, nel bel mezzo della capitale, lascia un po' perplessi. Mancano alcuni tasselli di una possibile mitologia. Ma il progetto è cross-mediale. C'è un fumetto, narrante vicende parallele, che forse potrebbe illuminare alcuni angoli oscuri. 

C'è anche la non remota possibilità di un seguito, magari televisivo, perché il finale è aperto alla possibilità che Jeeg Robot colpisca ancora.