È in corso di produzione l'adattamento cinematografico di un classico dell'horror moderno, We Have Always Lived in the Castle, romanzo pubblicato nel 1962 da Shirley Jackson

L'interprete principale sarà Sebastian Stan, noto per il ruolo di Bucky Barnes/Soldato d'Inverno nei tre film su Captain America, e che prossimamente parteciperà ad Avengers: Infinity War.

La regista designata è Stacie Passon, il cui Concussion, premiato a Berlino nel 2013, non ha trovato ancora distribuzione in Italia.

A dare fiducia alla regista è Michael Douglas, in veste di produttore insieme a Jared Goldman, Robert Mitas e Robert Halmi Jr..

La Passon sarà anche sceneggiatrice insieme a Mark Kruger (Teen Wolf, la serie).

Le riprese inizieranno presto a Dublino, con uscita prevista entro il 2017.

Abbiamo sempre vissuto nel castello
Abbiamo sempre vissuto nel castello

Il romanzo è noto in Italia con due titoli, Così dolce, così innocente, dell'edizione Mondadori del 1990 e Abbiamo sempre vissuto nel castello, nella nuova traduzione Adelphi del 2009.  La vicenda è incentrata su una famiglia che vive isolata, della quale quattro componenti sono morti per avvelenamento, che utilizza rituali e talismani per tenere a distanza la popolazione locale ostile. La vicenda prende le mosse quando arriva un lontano cugino che vuole accaparrarsi con l'inganno le presunte fortune della famiglia, scatenando degli eventi che faranno luce sui loro segreti. Stan interpreterà proprio il cugino, Charles Blackwood. 

Il romanzo è già stato adattato a teatro, anche in musical, ma mai al cinema o in TV. 

L'autrice Shirley Jackson, morta prematuramente nel 1965, d'infarto nel sonno a soli 48 anni, è nota anche per il romanzo del 1959 La casa degli invasati (The Haunting of Hill House), anch'esso ripubblicato in una nuova traduzione da Adelphi nel 2004 con il titolo L'incubo di Hill House. Questo romanzo ebbe due trasposizioni cinematografiche: la prima nel 1965, con il titolo Gli Invasati, diretta da Robert Wise; la seconda, Haunting – Presenze, nel 1999, su regia di Jan de Bont.