Color fuoco (Fire Colour One, 2015) ha vinto il Guadian Childern’s Fiction Prize e la sua autrice Jenny Valentine ha conquistato, anche nel nostro paese, una folta schiera di ammiratori che hanno letto i suoi due precedenti romanzi: La signora nella scatola (Rizzoli) e Io sono nessuno (Piemme).

La protagonista del nuovo romanzo si chiama Iris, una ragazza di sedici anni che non ha mai conosciuto il suo ricchissimo padre Ernest, ha vissuto sempre con sua madre Hannah e con il suo amante e convivente Lowell Baxter.

Quando Iris aveva solo quattro anni sua madre aveva deciso di abbandonare Ernest, trasferendosi negli Stati Uniti, senza più farsi rintracciare e la ragazza è cresciuta all’interno di una famiglia nella quale la madre pensa solo alla sua bellezza che sta svanendo, a vestirsi sempre alla moda e ad avere in mano quasi sempre un bicchiere pieno di vodka e ghiaccio, passando da una festa all’altra insieme al suo compagno, anche lui attore, sempre in cerca di una scrittura ma ormai in fase nettamente discendente.

La madre di Iris decide che è il momento per lei di tornare in Inghilterra tacendo sui veri motivi di questo viaggio: i debiti che li stanno soffocando. 

La donna ha sempre odiato la casa dove abita Ernest, descrivendola come un buco in mezzo al nulla, dove aveva giurato che non sarebbe mai tornata: un luogo noioso, senza negozi, né bar e "bella gente”. Non appena arrivati telefona subito al marito, raccontandogli di essere a Londra poiché lei e Lowell avevano un lavoro presso la BBC e gli chiede di incontrarlo. Ma la cosa non è possibile (e Hannah ne approfitta per far capire a gesti a Iris che suo padre proprio non la vuole vedere). Ma il motivo viene subito chiarito: lui ha tumori in tutto il corpo, non si può muovere, ma vorrebbe rivedere per una ultima volta sua figlia Iris, pertanto le prega di andare da lui, poiché ha intenzione di regalare alla figlia dei quadri.

La notizia della prossima morte mette grande allegria ad Hannah e al suo compagno, speranzosi dell'eredità; così  dopo una notte di bagordi e progetti di viaggi e crociere partono con Iris alla volta della casa di Ernest.

Per Iris conoscere il padre biologico è una vera e gradita sorpresa (dopo tutte le bugie e malignità che ha assorbito dalla madre).

Suo padre è ben diverso da come lo immaginava e di sicuro molto vicino a lei mentalmente.

Non andiamo oltre nel descrivere l’amicizia e la vicinanza che si sviluppa tra i due in quei pochi giorni di vita che restano a Ernest, ma il romanzo è un'omaggio al rapporto che si può instaurare tra padri e figlie, e anche al potere consolatorio dell 'arte.

Un brano

Al funerale di mio padre, alla fine di tutto il resto, accesi in suo onore un gran fuoco con una catasta di cassette della frutta, mobili rotti e pezzi di un albero caduto. Le fiamme svettavano sul fazzoletto di terra incolta che io chiamo il giardino del falò, e rifulgevano contro il cielo di quel tardo pomeriggio, troppo alte per tentare di spegnerle. Giù, sul prato all’inglese, i miei parenti annaspavano come pesci spiaggiati, tenendosi la faccia quasi fossero usciti dall’Urlo di Munch; sembravano drogati. Gli invitati, nelle loro gramaglie griffatissime, si riversavano fuori dalla casa in un coro di «Ooohhh», mentre il bagliore delle fiamme li illuminava trasformandoli in spettri.

Il mio patrigno, Lowell Baxter, avvizzito bellone da copertina, ex star della tivù attualmente in disgrazia, se ne stava lì, malfermo sulle gambe, stranito e con gli occhi pesti, e l’aria di uno che dopo una lunga dormita si svegli nel posto sbagliato. Hannah, mia madre, nella più elegante mise da lutto acquistabile con carta di credito, arrancava sull’erba umida come una puledra appena nata.

I suoi bei lineamenti si stavano afflosciando piano piano, come per una foratura. Si aggrappava ai propri vestiti, con violenti singhiozzi, ma non riusciva a tenersi dritta in piedi. Forse aveva dimenticato come si faceva, zavorrata com’era da una montagna di debiti.

La quarta di copertina

Iris, 16 anni, non ha mai conosciuto il padre Ernest, celebre collezionista d’arte, ma soprattutto uomo inaffidabile, a detta della madre Hannah. Ernest ha però una malattia incurabile, e Iris viene spedita al suo capezzale per mettere un’ipoteca sull’eredità che Hannah considera il giusto risarcimento all’irresponsabilità del marito. Ma quando arriva alla villa-museo di Ernest, Iris trova una persona lontana dai ritratti della madre, e d’un tratto tutto ciò che credeva di sapere – su di lei e sul padre – sfuma nel nero. A Ernest non rimangono molti giorni, ma saranno sufficienti a Iris per capire che c’è un nocciolo di bellezza purissima nei segreti che velano la sua infanzia, e che ce n’è uno altrettanto sfolgorante nel suo futuro tutto da scoprire. Un inno ai legami che uniscono padri e figli, e allo straordinario potere dell’Arte, in qualsiasi sua forma, di unirci, cambiarci, renderci eterni.

L’autrice

Jenny Valentine è nata a Cambridge nel 1970. Il suo romanzo di debutto, La signora nella scatola, ha vinto il Guardian Children’s Fiction Prize. Vive a Blasbury-on-Wise, in Galles, insieme al marito cantautore e i due figli. Questo è il suo terzo romanzo.

Jenny Valentine, Color fuoco (Fire Colour One, 2015)

Traduzione Lia Celi

Rizzoli – Pagg. 221 – 16,00€ 

ISBN 978-88-17-09241-8