È sempre una grande emozione trovarsi di fronte a uno sceneggiatore conosciuto, con anni di lavoro alle spalle per una grande casa editrice come la Marvel. Ben diciasette nel caso di Jason Aaron che il 3 novembre ha incontrato la stampa nel presscafe dedicatogli da Lucca Comics & Games 2017, di cui è ospite.

L'incontro è stato aperto da Alberto Rigoni che, rimanendo in tema di Heroes, ha chiesto ad Aaron quali fossero i suoi eroi. Trovandosi davanti una persona che scrive fumetti, sarebbe logico aspettarsi qualche nome di supereroi, magari proprio quello di Thor di cui lo statunitense scrive le sceneggiature dal 2012. Invece, da bambino Aaron idolatrava proprio quelle persone che ora può chiamare colleghi: gli sceneggiatori, coloro che creano mondi ed eroi.

La seconda domanda posta da Rigoni riguardava i riferimenti italiani nel lavoro dello sceneggiatore che, ha confessato, apprezza e si ispira ai film western di Sergio Leone, per esempio nel caso della sua prima opera serializzata Scalped, e Milo Manara sul lato dei fumetti nostrani.

Jason Aaron con il nostro redattore Simone Bonaccorso a Lucca Comics & Games
Jason Aaron con il nostro redattore Simone Bonaccorso a Lucca Comics & Games

Dopo queste due domande per rompere il ghiaccio, inizia il domanda e risposta con la stampa, da cui abbiamo appreso che il mondo del fumetto e quello del cinema non sono poi così collegati come si potrebbe pensare. Aaron non è stato coinvolto nella realizzazione dei film, anzi nemmeno ha visto l'ultimo uscito Thor: Ragnarok essendo impegnato con il lavoro e il successivo viaggio a Lucca. Ma mi sembra uno scambio equo, non vederlo per essere a Lucca ha affermato. Comunque, si gode i film Marvel come tutti, senza che questi abbiano grande influenza su ciò che scrive. Anzi, ha sottolineato a ragione come, nei fumetti, non necessitano di grandi budget per poter usare effetti speciali e che questo li rende più liberi dal vincolo dei costi.

Alla domanda a cui nessun "padre" potrebbe mai rispondere, quella su quale "figlio" preferisce, Aaron rivela uno sguardo al futuro, nel preferire sempre il progetto che ancora deve arrivare. Non solo in termini pratici (ha davvero qualcosa di grosso in pentola con Marvel per il prossimo anno, ma non può anticiparci nulla!), ma proprio come condotta generale. E sempre sui propri scritti rivela che il suo è un lavoro egoistico: scrivo per me stesso, qualcosa che leggerei e per cui spenderei dei soldi. Questo è il suo approccio al lavoro, che comunque affascina molti lettori, anche giovani ragazze da quando nelle storie di Thor ha dato spazio a Jane Foster. 

Proprio su questo personaggio, uno dei comprimari del Dio del Tuono, ha rivelato il proprio interesse e delle grandi emozioni che suscita in lui e nei lettori.

Immancabile la domanda sulla one shot Marvel Legacy, ovvero il fumetto di cinquanta pagine che darà il via al prossimo ciclo dell'Universo Marvel, in arrivo in Italia a maggio 2018. Con questo lavoro, Aaron è entrato a far parte della cerchia di architetti del mondo Marvel che annovera da sempre grandi nomi. A riguardo ci ha rivelato che sarà un numero che conterrà tutti (ha detto davvero tutti!) i personaggi più celebri della Casa delle Idee e nel quale anche chi non legge una particolare testata potrà capire l'andamento e le situazioni che coinvolgeranno i vari personaggi presenti. Sarà un punto di passaggio che legherà presente, passato e futuro, ponendo le basi per il grande progetto di cui Aaron non può parlarci, ma che ha apostrofato come il più grande mai realizzato da lui in Marvel.

Insomma, diciasette anni di lavoro nella Casa delle Idee hanno portato Aaron davvero molto in alto. Ma, come molti suoi colleghi, a suo dire ha ancora molto da dare al mondo del fumetto.