Lucca Comics & Games 2019 verrà ricordata negli anni a venire per la presenza del celeberrimo mangaka Hirohiko Araki, padre della serie Le bizzarre avventure di JoJo, che per la prima volta ha concesso una visita al di fuori del Giappone.

Alla conferenza per la stampa era presente anche FantasyMagazine e abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere col Maestro. In una conferenza quasi blindata, in cui era proibito fare filmati, Araki-sensei scortato da guardie del corpo e staff è giunto in sala. L'editore ha concesso alla stampa di porre domande coincise e che non riguardassero troppo la vita privata dell'artista, né i nomi di gruppi musicali presenti nelle sue opere.

Cos’è Le bizzarre avventure di JoJo

Pubblicato per la prima volta nel 1987 sulla rivista Shonen Jump della casa editrice Shueisha Le bizzarre avventure di JoJo è una delle serie più longeve nella storia dei manga. Oltre a una serie di OAV tra il 1993 ed il 2002 che riprendono episodi della terza serie Stardust Crusaders, nel 2012 è stata tratta una serie di anime che al momento si ferma alla quinta stagione. Nel 2018 è uscito nelle sale giapponesi il film live action basato sulla quarta serie Diamond is Unbreakable.

Le bizzarre avventure di JoJo
Le bizzarre avventure di JoJo

Le vicende narrate ne Le bizzarre avventure di JoJo ruotano attorno ai membri della famiglia Joestar. Ogni serie ha protagonisti differenti ma sono tutti accomunati dal simpatico soprannome che deriva dall'abbreviazione del loro nome: Jonathan Joaster, Joseph Joaster, Jotaro Kujo, Giorno Giovanna e Joline Kujo sono alcuni dei JoJo-protagonisti dei questa serie. Grazie alla loro forza d'animo ed ai loro poteri chiamati Stand la famiglia Joaster è chiamata a far fronte a diverse avversità. In un tripudio di citazioni cinematografiche e musicali, con poteri alquanto bizzarri, il mondo di Araki presenta scontri strategici e mai scontati, cercando ispirazione nelle leggende metropolitane, nelle teorie scientifiche, fino alla moda e alla musica.

L'ispirazione

Una delle sue grandi peculiarità di Araki che ha reso i protagonisti del suo celebre manga inconfondibili nel mondo è lo studio del design e del look dei personaggi. Colori sgargianti, abiti che sembrano usciti da una sfilata di moda degni di Iris Apfel, cura nel gadget e nel particolare di design. Sono questi gli elementi che rendono inconfondibili le creazioni di Hirohiko Araki.

Il maestro ha parlato della sua fonte di ispirazione per la creazione dei personaggi che popolano le sue storie e principalmente ha spiegato come la creazione dei loro look sia basata su persone reali che incontra quotidianamente nei propri viaggi. Persone un po' strane, vestiario eccentrico e azzardato, abbinamenti di colori che attirano l'attenzione, insomma qualsiasi particolare gli sembri, letteralmente, “bizzarro”.

L'estetica neoclassica in giappone

Nel corso della saga di JoJo c'è stata un evoluzione a livello stilistica dei disegni. Il mangaka ha sempre affermato che nello sviluppo del proprio stile di disegno ha preso molto spunto dalle sculture e da pittori del Bel Paese. Partendo da uno stile quasi “neoclassico”, con linee molto arrotondate e un uso frequente di ombreggiatura per dare risalto ai muscoli dei personaggi, si va via via evolvendo mantenendo sempre in risalto le forme ma trovando un tratto più pulito. La domanda che gli abbiamo posto è stata come il pubblico giapponese ha accolto questo stile che ricorda quello più occidentale dei comics, differenziandosi molto dai tratti canonici dei manga. L'autore ha ribadito di come il suo stile artistico derivi dai viaggi che fece da giovane in Italia, dalle visite ai musei e dall'ispirazione all'arte classica. Chiaramente, per lui questo stile di disegno è molto naturale e frutto del suo sviluppo artistico, ed è riuscito a trasmetterlo ottimamente anche al pubblico giapponese che lo ha accettato senza problemi come fosse una cosa molto spontanea, senza forzature stilistiche. Al contrario, se dovesse ora creare qualcosa per il mercato giapponese con uno stile più orientale gli risulterebbe molto difficile e forzato.

Hirohiko Araki a Lucca Comics & Games.
Hirohiko Araki a Lucca Comics & Games.

JoJo alle Olimpiadi

Per le Olimpiadi e Paraolimpiadi di Tokyo 2020 sono stati selezionati alcuni artisti per la grafica delle locandine dell'evento. Araki-sensei è stato uno di questi e ha avuto l'onore di disegnare le illustrazioni per i poster delle Paraolimpiadi. Ridendo, ha dichiarato che li sta ancora disegnando adesso e che ancora non ha finito, perciò non sapeva ancora dire come fosse stata l’esperienza.

Joestar h24

Il Maestro ha parlato di un curioso aneddoto di come è nato il personaggio di Jonathan Joestar, il capostipite della saga di JoJo. Il design del personaggio era ispirato al tipico “macho italiano” il nome del protagonista invece deriva da una catena di ristoranti aperti 24 ore su 24 che si chiamavano Jonathan Family Resturant e ha precisato, con amarezza, che purtroppo il ristorante era in stile americano e aveva poco cibo italiano.

Fugo il traditore

Una domanda ha portato porta l'autore a parlarci di Fugo Pannacotta, personaggio della quinta serie, ambientata nel modo criminale italiano, che durante il viaggio decise di lasciare il gruppo voltando le spalle ai compagni nello scontro finale col Boss. La ragione per cui poi dopo l'abbandono non sia tornato più sul personaggio di Fugo è molto profonda, infatti la serie Vento Aureo veniva pubblicata su Shonen Jump, una rivista per adolescenti, e secondo il punto di vista di Araki il sentimento del tradimento è una delle cose più brutte per un pubblico giovanile; perciò ha preferito concentrare la storia sulle vicende del gruppo piuttosto che rimarcare i sentimenti di colpa e sfiducia della persona che ha abbandonato gli amici. Sarebbe diventata una storia molto più triste e pesante per i lettori.

Il multiverso secondo Araki

Alla fine degli eventi della sesta serie Stone Ocean vediamo la ricostruzione dell'intero Universo di JoJo. Questo evento di conseguenza ha portato le nuove serie in un Mondo diverso da quello che ci ha accompagnato in continuty dalla prima serie Phantom Blood. È stata dura abbandonare i personaggi con i quali ho iniziato, ha detto il Sensei, ma il processo di quell'arco narrativo era arrivato a una naturale conclusione. È vero che la ricostruzione di un intero universo ne ha decretato la fine stessa, ma contemporaneamente coincide con la stessa “rinascita” di quel mondo, una ripartenza. I personaggi che nel corso degli anni abbiamo imparato a conoscere si possono ritrovare comunque, ma solo leggermente diversi.

L'anima di JoJo

La saga di Le bizzarre avventure di JoJo ha una particolarità che la distingue dalle altre: ogni serie ha come protagonista un personaggio sempre nuovo legato alla famiglia Joestar. Cambiano i personaggi, cambiano le storie, cambiano i contesti ma quello che rimane e lega la storia è il cuore e l'anima della famiglia Joestar.

Nella prima serie Phantom Blood è stato strano, per l'epoca, vedere il protagonista morire, ma quello che non è morto con lui sono stati lo spirito e i valori che possiamo ritrovare in tutti gli altri JoJo successivi.

Il potere del tempo

Il tempo nelle opere del Maestro è stato sempre un elemento fondamentale. Lo affascina il suo trascorrere ed è questo il motivo della sua “serializzazione generazionale”: vedere il passaggio di testimone da padre in figlio e ai futuri discendenti. Ma il tempo non è solo stato un elemento passivo nelle sue storie, infatti molti dei suoi personaggi hanno il potere di manipolarlo: fermare, rallentare, saltare nel tempo e cambiare un elemento considerato da sempre come immutabile per lui è il potere più forte e spaventoso che un uomo possa avere, per questo molti dei suoi Villain lo utilizzano.

Hirohiko Araki a Lucca Comics & Games.
Hirohiko Araki a Lucca Comics & Games.

Il cocco di papà

Alla domanda di quale fosse, tra tutti i personaggi delle sue otto serie, il suo preferito, l'autore ha risposto di amare molto Shingechi, il timido ragazzino grassottello presentato nella quarta serie Diamond is Unbreakable. Ricordiamo, a chi non avesse letto il manga che purtroppo il ragazzino non fa una bella fine perché incappato nelle grinfie del serial killer Yoshikage Kira. Soffermandosi sull'iconico antagonista della quarta serie, Araki racconta come è nato questo personaggio e dice che l'ispirazione è derivata dall'immaginarsi come sarebbe un assassino che abita vicino a casa sua: avrebbe comportamenti normali, con hobby, un lavoro e comportamenti normali così da nascondere al meglio il suo lato oscuro alla società. La cosa che lo rende forte e affascina di Kira è la consapevolezza della sua natura assassina, senza rimorsi, questo lo ha portato a seguire delle sue routine e ad agire sempre in modo razionale e mai d'impulso, per non essere scoperto e continuare tranquillamente la sua vita.

Dio è per sempre

Altro cardine della serie di JoJo è la figura di Dio Brando. Dalla prima alla terza serie “Stardust Crusaders” è stato l'antagonista principale della famiglia Joestar. Fratello adottivo del primo JoJo, è stato trasformato in vampiro dalla Maschera di Pietra, questo lo ha reso sempre più forte ed ambizioso, oltre che quasi immortale. È stato un personaggio talmente forte che la sua morte, come per gli stessi Joestar, non segnò la sua fine. Il suo lascito lo troviamo ancora nelle serie seguenti: nella quarta serie troviamo le conseguenze delle azioni derivate dal suo risveglio, nella quinta compare suo figlio Giorno Giovanna, nella sesta fa da mentore nei ricordi dell'antagonista principale ed in Steel Ball Run troviamo una versione di Dio in un universo alternativo.

Il processo di rinascita lo rende sempre più spaventoso, in Giappone questa discorso di “reincarnazione” dall'antenato al discendente è molto sentito e nel caso di Dio Brando è servito a far capire quanto il suo animo sia forte.

Leon Chiro ha partecipato a una sessione di Dungeons & Dragons proprio in cosplay da Dio Brando durante la serata di gioco a RPG Night Live:

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Articolo di Maurizio Carnago Venerdì, 1 novembre 2019

31 ottobre, prima serata di RPG Night Live Special Dungeons & Dragons. A cimentarsi nella sfida ecco Roberta CKibe Sorge, Antonio Bellotta, Fabio Kenobit Bortolotti, Emanuela Pacotto e Leon Chiro coordinati da Nicola DeGobbis.

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Jojerò… il futuro della serie

Per quanto riguarda il futuro della serie, ormai arrivata all'ottavo capitolo con JoJolion, Araki sensei ha ammesso di non aver ancora pensato allo sviluppo della saga, che tuttora non è conclusa. Ma certo, ha rassicurato, ha già in mente alcune idee alquanto “bizzarre”.

Per concludere, una carrellata di tavole del Maestro Araki: