Se seguite anche solo di sponda la scena dei giochi da tavolo, non vi sarete certamente perduti Disney Villainous, piccola perla del settore che con il suo carisma e la sua accessibilità ha conquistato famiglie di tutto il mondo. A distanza di mesi, Ravensburger tenta di replicare il successo ottenuto lanciando Marvel Villainous: Infinita Potenza, un titolo che sorprende sotto molti aspetti, risultando tutt’altro che scontato e prevedibile. 

Sul serio: sia che siate nuovi al brand, sia che abbiate già affrontato il noto predecessore, è facile che non siate preparati a ciò che il gioco vi metterà a disposizione. Se avete adocchiato il titolo in questione e non sapete se investire o meno nel prodotto, nessun problema: siamo scesi in campo per collaudare il titolo direttamente sulla nostra pelle, così da potervi offrire un panorama della situazione.

Contesto e differenze

In essenza, Marvel Villainous: Infinita Potenza segue fedelmente i binari del suo predecessore, ovvero permette ai giocatori di interpretare alcuni dei più grandi antagonisti cinematografici per completare missioni tematiche che ricalchino caratteristiche e tematiche dei film di cui sono soggetti attivi. Stiamo parlando di fatto di Disney Villainous, ma in salsa Marvel, giusto? No, nient’affatto. Anzi, ancor prima di partire con la recensione chiariamo subito un dubbio che quasi certamente avrà solcato la vostra mente: non è possibile ibridare i due giochi creando cross-over Marvel-Disney.

Le due uscite sono certamente distanziate da differenze di natura meccanica, ma ancor più sono separate da alcuni presupposti di natura concettuale: i mondi dei cattivi Disney esistevano tutti in bolle tematiche impermeabili e invalicabili, mentre quelli Marvel fanno tutti parte di un unico universo in cui alleati e eroi possono muoversi con relativa agilità tra un regno e l’altro, seminando zizzania e caos come non mai.

Sistema di gioco

Come già accennato, ogni giocatore in Marvel Villainous: Infinita Potenza interpreta una delle grandi nemesi cinematografiche supereroistiche, in questo caso Killmonger, Ultron, Taskmaster, Hella e Thanos. Ogni supercattivo è dotato di una propria plancia di gioco, il "Dominio", di un mazzo personale di carte "Cattivo" a lui favorevoli, e un altro di carte "Fato", il cui scopo è invece quello di rallentarlo. Le carte Fato di tutti i giocatori vengono integrate in un mazzo comune, quindi vengono mescolate per creare un unico plotone di eroi – gli Avengers – che collaboreranno per salvare il mondo e, quindi, per rovinare i piani dei malvagi.

Ogni plancia è caratterizzata da quattro aree, ognuna delle quali contiene dei simboli che rappresentano le possibili azioni a disposizione del giocatore attivo: ottenere gettoni potere con cui finanziare le proprie mosse, giocare una carta Villain, attivare un’abilità, spostare un oggetto o un alleato, dar via a uno scontro per eliminare gli Eroi, scartare, attivare una carta Fato.  A inizio turno, il giocatore sposta il suo cattivo nell’area che reputa più conveniente, quindi attiva tutte o alcune delle azioni segnalate e infine chiude il suo round attingendo dal mazzo Villain fino a rigenerare la sua mano, la quale è composta da quattro carte. Il primo che raggiunge l'obiettivo specifico del proprio antagonista vince la partita. Semplice, no?

Non del tutto. Gli Eroi limiteranno non poco le loro possibilità di agire dei cattivi, in più Marvel Villainous: Infinita Potenza introduce anche delle carte Evento, le quali possono influenzare negativamente uno o tutti i giocatori fino a che non vengono eliminate grazie al sacrificio di un numero variabile di Alleati. Gli Eventi non esistevano in Disney Villainous e introducono una profondità aliena al brand, motivo per cui i game designer hanno pensato bene di introdurre l'opzione di eliminare dal mazzo questo tipo di carte, così da semplificare o complicare a piacere le partite.

Sistema di gioco – Thanos entra in gioco

Il vero scoglio di Marvel Villainous non è tanto giocare, quanto l’iniziare a giocare. Come nella controparte disneyana, i supercattivi sono tutti dotati di regole e obiettivi di gioco particolarmente personalizzati, tuttavia le loro eccentricità tematiche vengono qui portate all’estremo e fanno sì che quasi tutti siano dotati di variabili uniche e bizzarre. A ben vedere, Taskmaster è effettivamente l’unico cattivo a garantire una curva di apprendimento accogliente per i neofiti, tutti gli altri sono dotati di gettoni, tessere o specialità che aggiungono orpelli che stridono con l'atteggiamento leggero e fluido a cui ambirebbe il titolo. 

Questa criticità diviene ancora più marcata nel momento in cui qualcuno decide di interpretare Thanos. Il cattivo per eccellenza dell’universo cinematografico Marvel impone a forza uno stile di gioco estremamente aggressivo, intensificando le invasioni e i combattimenti, costringendo a vivere partite da cardiopalma che nulla hanno a che vedere con la spensieratezza dal passato Disney Villainous. Le evoluzioni al format garantite da Thanos e dagli altri Villains Marvel non rappresentano di per sé dei difetti – anzi, molti giocatori navigati saranno lieti di poter appoggiarsi su meccaniche articolate -, tuttavia vanno a demerito di un’impostazione che era stata originariamente pensata per essere semplice e immediata, al limite del party-game. 

Materiali

Marvel Villainous porta avanti la brillante strategia del suo predecessore, ovvero offre un pacchetto di componenti che massimizza la resa dei materiali. Al posto di progettare una plancia condivisa, per esempio, gli sviluppatori hanno trovato l’ottimo escamotage di spezzare il tabellone in “Domini”, così da poter focalizzare le risorse su pochi elementi essenziali. Altrettanto brillante è l’idea di rappresentare i malvagi con dei modelli che ne stilizzano i tratti fondamentali, cosa che ha permesso a Ravensburger di stampare delle pedine che siano allo stesso tempo semplici e raffinate.

Rispetto a Disney Villainous, la controparte Marvel si è persa per strada un Villain, ovvero mette in campo cinque cattivi al posto dei sei a cui ci aveva abituato il brand. Bisogna tuttavia riconoscere che questo “sacrificio” ha portato complessivamente a un prodotto che per componenti e materiali risulta migliore a tutto tondo: ci sono nuovi token, più carte, plance cattivo migliorate e, dulcis in fundo, tutti i pezzi si inseriscono nella scatola in maniera squisitamente calzante, risolvendo un grosso difetto logistico che era invece presente nell’edizione cartoonesca. 

Bisogna dunque rendere onore alle numerose illustrazioni, le quali sono pensate appositamente per il gioco. Tutte riescono infatti a essere facilmente leggibili pur non allontanandosi dalla radice fumettistica, un’impresa tutt’altro che ovvia se si considera che le immagini debbano anche preservare una coerenza condivisa tra i vari Villains e i vari Domini. Ecco dunque che sbuca una particolarità degna di nota: la radice fumettistica. Sebbene il prodotto preferisca dare spazio ai personaggi dell’universo cinematografico controllato da Disney – sospettiamo che le licenze boardgaming di Spider-Man, X-Men e Fantastici Quattro siano ancora oggi argomento complesso da gestire -, i mazzi di gioco non riproducono pedissequamente le scene filmiche, piuttosto fanno affidamento a estetiche che occhieggiano agli albi stampati, cosa che a sua volta potrebbe spaesare i giocatori occasionali i quali, magari, conoscono le tematiche trattate solamente attraverso quanto visto nei blockbuster.

Conclusioni

Tecnicamente, Marvel Villainous: Infinita Potenza è migliore del gioco di cui è erede. Il bilanciamento delle partite è ancora altamente asimmetrico – Ultron è tremendamente avvantaggiato -, tuttavia gli Eventi, il mazzo Fato condiviso e la possibilità di usare gli Alleati con fare aggressivo finiscono con lo stemperare in qualche modo le iniquità proprie del sistema di gioco. Complessivamente, insomma, stiamo parlando di un prodotto che abbandona la sfera del party game per sfociare finalmente nel pantheon del boardgame nudo e puro.

L’innegabile evoluzione delle meccaniche di gioco comporta però un prepotente contraccolpo: Marvel Villainous si trova ora disperso in una terra di nessuno, troppo sbilanciato per il pubblico più esigente e troppo complesso per chi è invece abituato a titoli di puro intrattenimento. Sul piano virtuale, Marvel batte Disney, ma siamo pronti a scommettere che tra i due Disney finirà comunque con l'essere l’opzione di gioco preferita dai più.