Diamo il benvenuto a Daniele Tredici, autore del nuovo romanzo per la collana Odissea Wonderland Delos Digital: Se la notte divora la fiamma. Un titolo molto evocativo, dal sapore fantastico. Di cosa parla la tua storia?

Il titolo cerca di riassumere i due tipi di magia mostrati nella storia e il loro conflitto. Abbiamo la magia nera, con necromanti che attingono alle forze oscure della morte e un giovane ragazzo capace di sprigionare il fuoco grazie al potere delle creature fatate racchiuso nel suo folletto. Di solito sono le fiamme a rischiarare la tenebra, ma cosa accadrebbe se il buio fosse tanto intenso da soffocare anche la luce?

Folletti e necromanti sono un’accoppiata singolare. Il piccolo popolo evoca un immaginario fiabesco, mentre gli stregoni della morte, nella geografia del fantastico, potremmo collocarli all’estremo opposto, quello del dark fantasy. Come interagiscono questi elementi all’interno del romanzo?

L’accostamento tra gli opposti mi affascina. Nel fantasy spesso esistono due facce della medaglia: le creature pure, buone e belle (pensiamo agli elfi) e quelle orribili e malvage (pensiamo agli orchi). Quando scoprii che nella mitologia del Signore degli Anelli gli orchi erano in realtà stati elfi un tempo, nella mia mente scattò qualcosa. In quel momento capii che mescolando queste due metà si poteva ottenere qualcosa di più interessante. È quello che, nel mio piccolo, ho provato a fare in questo romanzo. Abbiamo teneri e dolci folletti da un lato e terribili necromanti dall’altro, ma abbiamo anche una zona di mezzo in cui queste due realtà così distanti si sfiorano. Ed è lì che nasce la magia, e in un certo senso anche l’orrore.

Oltre a folletti e necromanti, che altre creature fantastiche popolano l’ambientazione del romanzo?

Nell’immensa Foresta Driade vivono un po’ tutti i classici rappresentanti del piccolo popolo, quindi gnomi, silfidi, coboldi ecc. Ma c’è spazio anche per misteriose e sfuggenti creature alate di mia invenzione: le Lunaene. Chi leggerà il romanzo scoprirà cosa sono. Nei tetri sotterranei del regno del Re Corvo, invece, strisciano  mostri disgustosi frutto degli esperimenti dei Necromanti. Su tutti, i Senz’anima e le Monarche, ma non voglio parlarne troppo, certe creature è meglio che rimangano imprigionate tra le pagine di un romanzo.

Ayden e Viorel: due fratelli, due strade che si separano, luce e ombra. I protagonisti del romanzo, per quanto siano fratelli, sono estremamente diversi tra di loro, e compiono scelte diverse. A quale dei due sei più affezionato? Quale delle due storyline ti è piaciuto di più scrivere?

Anche in loro si rispecchia la dualità del romanzo e il gioco delle contrapposizioni, ma in loro le due metà si sfiorano e si contaminano a vicenda. Avendo una predilezione per il lato dark delle storie, mi sono senz’altro divertito a indugiare tra le tetre stanze del Castello d’Invernalia insieme a Viorel, rovistando tra librerie colme di tomi polverosi e artefatti magici alla ricerca del modo per diventare un mago. D’altro canto, fuggire tra le foreste e i monti insieme ad Ayden, tra i fatati e gli alberi secolari, aveva il suo fascino e al cospetto sembrava quasi una vacanza.

Quando il villain è tuo padre… In pochi sarebbero felici di avere un oscuro signore del male come genitore, non deve essere molto amorevole! Come ti è venuta l’idea di un padre necromante?

Molto del materiale alla base di questo romanzo deriva dalle ceneri di un vecchio progetto naufragato. Tra quelle pagine raccontavo del rapporto malsano tra un perfido stregone e il suo servo deforme. Quando è venuto il momento di riadattare il tutto per “Se la notte divora la fiamma” avevo già metà della storia, quella di Ayden e del suo progetto di salvare suo fratello. I due pezzi si sono incastrati come in un puzzle. E se il servo fosse in realtà il figlio del perfido stregone? Quella sì che sarebbe una buona ragione per doverlo salvare.

Sappiamo che sei un grande appassionato del genere Fantasy. Come lettore che cosa ti piace trovare negli scaffali (virtuali e non), e che tipo di storia possono aspettarsi dalla tua penna i lettori?

Dato che seguo la regoletta del “scrivi quello che vorresti leggere” le due cose si sovrappongono. Essendo un lettore di fantasy veterano, inizio a trovare poco interessanti tutte le storie che rientrano nel già visto. Cerco di leggere e provo a scrivere storie che offrano qualcosa di nuovo (molto difficile) o che accostino elementi in maniera atipica (più fattibile), dando vita mondi ancora in grado di meravigliare. A mio parere è questo il compito primario del genere fantastico.

Nella tua biografia leggiamo che lavori come custode in un castello. In pratica il sogno di qualunque aspirante scrittore! Come si scrive in un antico palazzo? E bestie magiche ce ne sono?

Mi aggiro tutte le notti alla ricerca di spettri, il parco è grande e ci sono alberi secolari, castagne, ghiande e funghi, quindi qualche gnomo potrebbe averci preso dimora. Io continuo a cercare, credo che creature del genere avrebbero cose interessanti da raccontare e io potrei trasformale in storie.

Parlaci de “Lo Scrittomante”, la pagina social dove parli di scrittura creativa e diffondi divertenti meme sulla narratologia. Che ruolo ha nella tua vita? È una tua seconda personalità in stile Dottor Jekyll e Mister Hyde? E come ha influito sul tuo percorso autoriale?

Lo Scrittomante è stato il mio modo per ritagliarmi un piccolo spazio nel web in cui parlare di quel che m’interessa, quindi scrittura, lettura e tutto ciò che ruota attorno al mondo fantasy, senza mai prendersi troppo sul serio. La pagina mi ha permesso di conoscere molte persone con cui condividere questa passione e portare avanti progetti a tema, è stata davvero utile come base di partenza per entrare nel mondo editoriale. Vorrei dirti che lo Scrittomante è un mio alter ego e che nella vita sono una persona normale, ma mentirei.

Oltre a essere autore di Odissea Wonderland, di recente ne sei diventato anche co-curatore insieme a Flavia Imperi. Quali progetti avete per la collana, e che impronta intendi dare?

La collana si occupa di Young Adult, un genere che si porta dietro parecchi pregiudizi e che, soprattutto sul lato degli autori esordienti, soffre di poca considerazione. L’obiettivo della collana è di dar voce a questi autori e nello stesso tempo dimostrare che il fantasy YA è un genere che può stupire spaziando tra filoni diversi ed esplorarne tutte le sfumature con storie di qualità.

Come scrittore sei al tuo esordio, ma sappiamo che hai anche altri progetti in uscita. Puoi anticiparci qualcosa?

Sto lavorando a una trilogia fantasy/sci-fi. Il primo volume dovrebbe uscire verso l’autunno del 2022 per la casa editrice I.D.E.A.. Parlerà di una tribù di nani in una simil-età del bronzo e del loro incontro con creature provenienti da un’altra dimensione. Nella mia testa esplodono mondi in continuazione e spero, col tempo, di poterne condividere quanti più frammenti con molti di voi.

Grazie di essere stato con noi e… occhio alla Monarca!