Direttamente dalle turbe dantesche di Lucca Comics & Games 2022 – perdonateci se ci abbiamo messo così tanto a uscirne fuori – ecco un reportage su Inferno, la nuova ambientazione per Dungeons & Dragons 5e sfornata (ancora fumante) da Acheron  Games, che annovera tra gli autori, sotto la voce “testi aggiuntivi”, nientepopodimeno che Dante Alighieri.

Tra una spallata nella folla e un sorso di caffè, o birra (dipende dall’orario) abbiamo incrociato i gentili diavoli di Acheron. Grazie, cari, per le due chiacchiere insieme! Ogni tanto non fa male uscire dalla maledetta routine dei comunicati stampa.

Veniamo ad alcune domande su Inferno…

L'eviterno girone dei nerdanti.
L'eviterno girone dei nerdanti.
Che effetto vi ha fatto confrontarvi col sommo poeta? La sua ombra vi ha perseguitato di notte?
Oppure vi ha illuminato il cammino?

Lavorare (e divertirci) sull’opera di Dante Alighieri è stato ovviamente un piacere esaltante! Parliamo di uno dei capolavori della letteratura mondiale, pilastro fondamentale della lingua e della cultura italiana.

L’idea di confrontarsi con il Sommo Vate potrebbe sembrare terrorizzante, ma noi non ci siamo lasciati intimorire. Con tutta la devozione che proviamo per la sua opera immortale, abbiamo anche capito che Dante stesso è stato un divulgatore, un artista che non aveva paura di rendere popolari e accattivanti temi altissimi. Se si studia la sua vita e le ricadute delle sue opere sulla gente del suo tempo, Dante è stato davvero una “pop star” del Trecento italiano. I suoi canti venivano recitati in piazza, i contadini imparavano intere cantiche a memoria, i cittadini delle varie signorie e dei comuni citati si scagliavano contro l’un l’altro le sue terzine di sberleffo e di spregio, con orgoglio e dispetto reciproci. E non dimentichiamo che lui ha scelto (e “creato”) il volgare come lingua per le sue opere, quando ancora il latino era la lingua privilegiata da poeti e sapienti.

Insomma, Dante ha reso popolare concetti teologici e tematiche complesse, per la gente comune del suo tempo… E così, noi abbiamo voluto rendere popolare Dante per i giocatori del nostro.

I manuali colpiscono immediatamente l’occhio per la cura grafica e i testi ispirati. È stato difficile impiegare molta cura in questo aspetto artistico, oltre all’ovvio lavoro sulle regole ecc… ?

Da questo punto di vista, tutto il merito va al team di Two Little Mice, che ha collaborato con noi strettamente nella realizzazione del progetto. Oltre a essere il  titolare del concept del gioco, questo game studio costituito da tre creativi incredibili ne ha curato l’art direction e ci ha aiutato a impostare tutte le grafiche dei manuali, per non parlare delle illustrazioni principali, a firma appunto di una dei tre membri del collettivo: Daniela Giubellini. Sue sono le copertine e molte delle illustrazioni più amate dei tre volumi e dello schermo.

Poter lavorare assieme a questa squadra così affiatata di creativi è per noi un piacere e una inesauribile fonte di apprendimento, tanto più che le nostre collaborazioni continuano alla grande …

Un espositore durante l'ultima giornata di fiera.
Un espositore durante l'ultima giornata di fiera.
Il gioco, la meccanica… ci sembrano caratterizzati da alcune parole come “vizi”, “virtù”,
“smarrito”… ci raccontate qualcosa senza troppo disvelare?

…ma anche la Speranza dell’Altezza, la Carità, i peccati… Quello che abbiamo voluto fare è “smontare” la Commedia Dantesca ed estrarne tutti quegli elementi fondamentali del viaggio ultraterreno del protagonista, per renderli GIOCABILI. Insomma, abbiamo preso dei concetti chiave dell’Inferno e di altre opere di Dante e li abbiamo trasformati in meccaniche di gioco. Dopotutto, a guardar bene, il viaggio all’Inferno del grande poeta è perfettamente riproducibile in una classica avventura per il gioco di ruolo: c’è un lungo viaggio da compiere, attraverso “un dungeon” sotterraneo discendente, dove ogni livello è più terribile di quello superiore; c’è una guida che conduce gli smarriti passo passo nel viaggio e spiega cosa succede di volta in volta, come fa il Dungeon Master con i giocatori; ci sono mostri da affrontare, ostacoli da superare, png da incontrare e con cui portare avanti interazioni sociali, territori pericolosi da attraversare, e perfino prodigi, dilemmi morali e colpi di scena…

Insomma, era già tutto lì, pronto per essere tramutato in una campagna.

Altra curiosità sulla meccanica di gioco: la ricostruzione degli “archetipi” delle classi sembra molto fedele ai testi originali dell’opera. Vince la fantasia o la fedele ricostruzione?

Siamo stati tutti il più fedele possibile alle descrizioni e agli spunti offerti dalla Cantica Infernale, e abbiamo voluto consultare perfino uno studioso dantista per evitare ogni possibile errore. Basti pensare che ogni archetipo è appunto collegato a un peccato ben preciso, e che, quando esso raggiunge il Cerchio, il Girone o la Bolgia dove il suo peccato viene punito, subisce degli svantaggi e delle conseguenze estremamente negative. E tuttavia, se dovesse riuscire a superare tale punto cardine del proprio viaggio, come Dante quando supera la Bolgia dei Barattieri, allora una parte del suo cammino di redenzione sarà completato e ne trarrà invece dei vantaggi.

Per sintetizzare e tornare alla domanda, siamo partiti dalla ricostruzione più fedele e abbiamo poi usato la fantasia per rendere tutto ancora più dettagliato e accattivante, senza però deviare dal canone principale.

La punizione per chi fregava qualcosa dagli stand.
La punizione per chi fregava qualcosa dagli stand.
In verità confessiamo che nel leggere i manuali un tono davvero solenne e demoniaco ci ha ispirato: viene veramente voglia di andare a giocare vestiti con teste di caproni, portare gente seminuda al guinzaglio, bere da calici fatti di teschi insanguinati e via dicendo. Avete una squadra di avvocati pronti a difendervi dalle conseguenze legali di questa modalità di gioco?

Tu scherzi, ma non è comunque tutto rose e fiori: nonostante sia un capolavoro che non può essere messo in discussione, la Divina Commedia parla di un mondo e di una sensibilità di settecento anni fa, in cui certi valori e certi concetti erano completamente diversi da quelli odierni. E, naturalmente, la base è quella di una teologia cattolica, considerata però come imprescindibile e universale.

Per potersi godere appieno un gioco del genere, è quindi necessario derogare una parte dello spirito critico odierno e dei valori cosmopoliti e mondialisti che noi stessi abbiamo, e decidere di immergerci per qualche ora nel mondo medievale italiano e nella mentalità dantesca.

Tutti questi aspetti sono comunque spiegati nelle primissime pagine di entrambi i manuali, quindi nessuno può cascare dentro il gioco senza sapere bene a cosa va incontro.

Una volta che ci si accorda su tale premessa, ecco allora che non c’è più nulla che ci impedisca di immergerci anima e corpo in uno dei viaggi più onirici e meravigliosi della storia dell’immaginazione umana.

Grazie per tutto il pesce, ci vediamo nella selva oscura!

…ché la diritta via si smarrisce sempre…