James Gunn alla corte di Superman

E dopo tanto parlarne, è arrivato il giorno del Superman di James Gunn, il film della vita di un regista che parla di supereroi. Sin dall'interlocutorio Super,  con un approccio realistico sulla scia di Kick-Ass, ma che lasciava intravedere alcune delle peculiarità che ereditava dall'esordio in Troma con Tromeo e Juliet, che ritroveremo nella fortunata trilogia Marvel dei Guardiani della Galassia, e nei successivi film per DC Comics, The Suicide Squad – Missione suicida e lo spinoff televisivo Peacemaker.

Superman
Superman

Nominato demiurgo del nuovo corso cinematografico della DC, adesso denominato DC Universe, insieme a Peter Safran, Gunn non poteva non mettersi direttamente alla guida del primo film del progetto, abbandonati al loro destino gli ultimi scampoli del DCEU. Il primo film del progetto non poteva non essere dedicato al gioiello più pregiato della corona, ovvero Superman, il personaggio ideato nel 1933 da Jerry Siegel e Joe Shuster, considerato il primo supereroe che possa dirsi tale del fumetto statunitense, ovvero il primo in assoluto.

Gunn si butta nella mischia senza timori reverenziali, ma con molto amore per il personaggio. L'incipt dal chiaro senso cristologico ci porta subito a comprendere parte dell'approccio al personaggio, alieno di origine, l'alieno Kal-El del pianeta Krypton, ma umano di retaggio perché cresciuto come Clark Kent, uomo tra gli uomini, da una famiglia putativa che lo ha portato, dopo trent'anni delle sua esistenza, a iniziare una missione per salvare il mondo da se stesso.

Superman, più man e meno super

In medias res, all'inizio del film sono passati tre anni dall'inizio di questa missione, e Superman è stato appena sconfitto, per la prima volta, da un avversario che lo ha superato in forza. Un avversario che si è presentato al mondo come agente di una potenza straniera nei cui affari Superman si è intromesso. A questi affari è collegato il multimiliardario Lex Luthor, che sin da quando Superman è apparso sulla Terra ha cercato il mondo per sconfiggerlo, dando come motivazione che vuole salvare la razza umana dal pericolo alieno. In realtà è solo mosso da un lato dalle interferenze che le buone azioni dell'alieno hanno sui suoi loschi affari, dall'altro da mera invidia e gelosia della sua ribalta mediatica.

(L to r) RACHEL BROSNAHAN as Lois Lane, SKYLER GISONDO as Jimmy and DAVID CORENSWET as Clark Kent in DC Studios’ and Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
(L to r) RACHEL BROSNAHAN as Lois Lane, SKYLER GISONDO as Jimmy and DAVID CORENSWET as Clark Kent in DC Studios’ and Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Superman però non è solo nella lotta. Troverà nel suo confronto con Luthor alleati umani, come l'amata Lois Lane, ma anche i giornalisti del Planet Jimmy Olsen e il direttore Perry White dalla sua, senza dimenticare il ruolo dei  genitori umani Kent, che tanta parte hanno avuto nel dare il senso dell'appartenenza all'umanità di Kal-El/Clark. Perché se è vero che Kal-El è nato su Krypton, è Clark Kent con il suo retaggio umano a essere diventato Superman. Un eroe che avrà anche alleati superumani, o metaumani come si dice nell'Universo DC, composto da una squadra eterogeanea di eroi ancora da coordinare, che si fa chiamare Justice Gang, nome provvisorio ma che piace tanto alla Lanterna Verde Guy Gardner, un po' meno ai compagni di squadra Hawkgirl e Mr. Terrific. Perché Superman è potente, ma non onnipotente. Ogni mattina, come tutti noi, si alza e spesso non sa cosa fara o cosa accadrà, compie degli errori, cercando di fare del suo meglio. E non si può essere da soli nel farlo. 

Superman
Superman

Tra i temi centrali c'è quindi la capacità di fare lavoro di squadra, cosa che non riesce facilmente al Team Luthor, con la pericolosa Ingegnere e l'ancora più letale Ultraman, che seppur guidati con precisione dal loro capo, sono destinati alla sconfitta perché l'ego narcisistico di Luthor impedirà loro, come a tutti i suoi accoliti, di essere una vera squadra. Al quale non basteranno neanche le scimmie urlatrici, come da corredo di ogni narcisista patologico, per avere la meglio su un gruppo eterogeneo di alieni, metaumani e umani, che sapranno essere una vera squadra, di cui Superman è sicuramente la punta avanzata, ma non l'unico valido giocatore in campo.

Superman e gli affari umani

Un'altra interessante domanda del film è politica. Che diritto ha Superman di ingerire nelle questioni umane, dall'alto della sua potenza?

Premesso che il Superman secondo Gunn non ha l'onnipotenza di versioni del personaggio che sembravano aver perso il controllo, il tema è stato parte della storia del personaggio sin da tempi molto remoti.

L'estrema potenza del personaggio infatti è sempre stata un vero e proprio boomerang se commisurata alle guerre del mondo reale.

Negli anni della II Guerra Mondiale, la DC non realizzò fumetti che vedevano Superman direttamente impegnato nel conflitto, ma piuttosto al margine degli eventi.

How Superman Would End the War
How Superman Would End the War

L’unica storia in cui viene mostrato come Superman avrebbe potuto vincere la guerra si chiama appunto How Superman Would End the War, ma non fa parte della serie regolare, bensì è una storia speciale, in due tavole, scritta da Jerry Siegel e disegnata da Joe Shuster, pubblicata il 27 febbraio 1940 dalla rivista Look. Si tratta di una storia semplice ed essenziale, nella quale Superman invade da solo la Germania e poi l’Unione Sovietica, catturando e afferrando per la collottola sia Hitler che Stalin, portando poi i due dittatori a Ginevra, in Svizzera, per farli processare dalla Corte Mondiale della Lega delle Nazioni. Stiamo parlando di un periodo in cui l’URSS non era alleata degli Stati Uniti, che non erano ancora in guerra contro l’Asse. La storia non è cruenta, perché Superman non se la prende con gli eserciti, ma punta direttamente al cuore del problema: i due dittatori i cui eserciti stringevano a tenaglia l’Europa. 

Il Superman di Gunn che prende per la collottola l'immaginario dittatore di un immaginario stato canaglia, ma alleato degli USA, sembra riprendere quel concetto, pur non rivelandosi risolutivo.

Superman
Superman

L'approccio di Gunn

Gunn mescola con amore elementi presi dal fumetto, dalla Golden Age of Comics sino alle versioni pre e post-Crisis (da Man of Steel a The Man Of Tomorrow, lascio a voi per esercizio trovare l'infinita di inside joke), ma anche dal cinema come Otis e la signorina Teschmacher del film di Donner, in una mescolanza che grida amore a ogni fotogramma.

Ma come è sua prassi, Gunn dissacra se stesso, con battute, ironia anche sboccata e momenti splatter. Visivamente gioca con la camera, con i ribaltamenti di campo, con la sua versione dell'effetto rallentatore.

Sul fronte del ritmo il film stenta a ingranare. Un primo atto che, dopo la partenza ormai fin troppo nota del salvataggio artico di Krypto, lascia perplessi, perché semplicemente sembra andare dal nulla verso il nulla. Poi in qualche modo i tasselli iniziano ad andare al loro posto, e non è solo l'emozione, l'onda emotiva delle citazioni dalla colonna sonora di John Williams a lasciarci incollati allo schermo, ma anche la tensione crescente, che arriverà gradualmente al suo culmine.

(L to r) NICHOLAS HOULT as Lex Luthor, DAVID CORENSWET as Superman and Director JAMES GUNN in Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Jessica Miglio © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
(L to r) NICHOLAS HOULT as Lex Luthor, DAVID CORENSWET as Superman and Director JAMES GUNN in Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Jessica Miglio © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Non sempre in questi film si spendono parole sul cast. Va detto che David Corenswet iniza con poco carisma, ma regge la figura di un Superman che il carisma se lo conquista sul campo, con sangue e sudore. Mezza delusione, forse per uno spazio che sembra troppo pco, per la Lois Lane di Rachel Brosnahan, dalla quale ci si aspettava maggiore incidenza. Nicholas Hoult è sublime, un attore che non scopriamo oggi, che riesce a competere, con toni totalmente diversi ma aderenti alla lettura che Gunn ha dato al personaggio, con la mitica caratterizzazione di Gene Hackman. L'unica differenza è che se Hackman all'epoca poteva permettersi di essere "quello che prendeva le botte da Superman", perché non aveva nulla da dimostrare, la speranza è che il più giovane Hoult non venga confinato a ruoli di villain, perché non lo merita.

Director JAMES GUNN and DAVID CORENSWET on the set of DC Studios’ and Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Photo by Greg Williams © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. TM & © DC
Director JAMES GUNN and DAVID CORENSWET on the set of DC Studios’ and Warner Bros. Pictures’ “SUPERMAN,” a Warner Bros. Pictures release. Photo Credit: Photo by Greg Williams © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. TM & © DC

Con Superman Gunn ha accettato una sfida con il mito e la leggenda non da poco. Di quelle che possono lanciare o affossare una carriera. Penso che, pur con luci e ombre, Gunn abbia portato a casa un film che diverte, ma che offre anche qualche spunto di riflessione, raccontadoci anche di come amore e amicizia possano avere la meglio su invidie e rancore se non si è lasciati soli, di come il destino è quello che ci forgiamo con le nostre mani ogni giorno. Ma riesce anche nell'impresa di celebrarlo e allo stesso tempo smitizzarlo quanto basta per farlo sentire uno di noi. Non l'eroe che vorremmo, ma quello di cui abbiamo in realtà bisogno.

Come primo tassello del nuovo universo DC, la missione è compiuta.