Come si è scoperta autrice Mariangela Cerrino?

E' passato tanto tempo… ho scritto il primo romanzo a quattordici anni, pubblicandolo a diciassette da Sonzogno. Un romanzo storico, ambientato nel 1792, all'epoca e nei luoghi della rivoluzione americana. Il primo di una lunghissima serie… Ma credo di essere sempre stata un'autrice, nell'anima e nelle mente. Nemmeno da bambina la realtà del mondo che mi circondava mi era sufficiente, così inventavo delle mie storie private, e davo anima e movimento a tutti gli oggetti di casa, in questo guidata dalla mia mamma e dalla sua eccezionale cultura animista, che era comunque un'eredità dei nostri luoghi di appartenenza: le magiche valli montane tra Piemonte e Savoia. Ho cercato di riversare questa eredità nel ciclo dell'Anno Mille. Questo ciclo si sta rivelando una vera fonte di soddisfazioni. Il primo e il secondo volume, Il Segno del Drago e Il Segreto dell'Alchimista, stanno avendo un buon risultato di vendita anche in Germania; il terzo volume, Il Custode dell'Arcobaleno, uscirà il prossimo anno e il quarto, e ultimo almeno per un po', Il Calice Spezzato, sarà terminato in autunno. Inoltre si stanno presentando valide proposte anche per altri paesi.

Ha avuto modelli letterari?

Direi essenzialmente gli autori americani; sono cresciuta alla loro scuola.

Lei ha affermato di essersi avvicinata alla narrativa fantastica per cercare possibilità narrative libere dagli schemi rigidi della ricostruzione storica, che comunque resta il suo tipo di struttura narrativa preferita. Quanto è importante e utile avvalersi di ricerche storiche, nel fantasy?

Nel genere di letteratura che io scrivo, la ricerca storica è essenziale. I miei romanzi inseriscono vicende immaginate su ambientazioni e accadimenti assolutamente reali, non il contrario. Quindi dedico alla ricerca molto tempo, prima di iniziare la stesura del romanzo vero e proprio, e sono pignola all'eccesso. Mi devo documentare su tutto, e le ricerche toccano tutti i campi, fino a scoprire i più piccoli particolari della vita quotidiana. Molte di queste ricerche non verranno poi nemmeno citate, nella stesura del romanzo, ma sono utili per dare spessore all'ambiente in cui si muovono i personaggi, e così il lettore, senza rendersene conto, "sente" la realtà di ciò che sta leggendo. La definizione di fantasy ai miei romanzi storici deriva dal fatto che spesso inserisco il tema della magia, ma come conoscenza sopravvissuta e non come l'elemento abituale dei romanzi fantasy classici.

Come interpreta quindi la magia nei suoi romanzi?

Devo iniziare da lontano… praticamente in tutti i culti degli antichi popoli della terra la Creazione era considerata un'entità vivente. Tutti i corpi materiali erano animati e interconnessi, nella misura in cui erano parte di un'unità che si identificava con un creatore Non-Creato. Solitamente la vita era donata, da questo creatore Non-Creato, con due atti fondamentali: l'osservazione e il conferimento di un nome.

Esistevano tecniche per manipolare le energie invisibili contenute nei corpi in cui, grazie alla suddetta interconnessione, era possibile “entrare”. Era possibile captarle, estrarle, trasferirle, al fine di liberare il soggetto dal male, dalla malattia, e ristabilire così l'armonia perduta. Allo stesso modo si agiva per dotare gli oggetti di una vita propria, o per muovere e guidare i fenomeni naturali. Il sacerdote operante ha il Dono del Potere, cioè la capacità di essere in rapporto privilegiato con il sacro, con il creatore Non-Creato. Questo rapporto gli permette di influenzare il comportamento della materia. E, in effetti, l'idea di un mondo fatto di vibrazioni ed armonia, in cui le trasformazioni obbediscono a una dinamica di scambi di energia, è alla base della fisica teorica moderna. I concetti fondamentali della meccanica e della fisica quantistica si basano sulla stessa idea di trasferimento energetico che postulavano la magia egizia, etrusca, indiana e celtica, e persino quella dei nativi americani. Il creatore Non-Creato, le energie non visibili che potevano essere poste o tolte, la facoltà di osservare gli eventi per renderli reali, la possibilità di scegliere il bene o il male - la parte luminosa o la parte oscura - della stessa forza di per sé neutra e, punto importantissimo, il concetto di vibrazione, di suono, su cui agire, per accedere a queste forze - sono concetti comuni a tutte le religioni antiche. E' su queste basi che si concepisce, e si dipana, il mio modo di intendere la magia, che risulta ben evidente in tutti i miei romanzi. Non è qualcosa di inserito artificiosamente, o di preso in prestito.

Un suo modo personale di intendere l'universo e la vita, dunque.

Certamente. L'universo e la vita, la morte e la rinascita, la comunione con il tutto, comprese le undici dimensioni spaziali e l'una dimensione temporale dell'universo a stringhe. Come dice uno dei mie personaggi nel romanzo Il Segno del Drago, Illait di Isley, druido, confrontandosi con un eremita cristiano: la magia è essere anche il filo d'erba e la nuvola, è essere qui ed essere altrove, è passare la porta per il Luogo senza Tempo dove ancora cresce l'albero del mondo: l'Yggdrasil dell'Edda, la quercia che oscura il mondo del Kalevala, l'Albero della Vita dell'Eden. Non ci sono folletti, gnomi, elfi o creature che non potremmo incontrare nella nostra quotidianità. I maghi delle mie storie sono creature che sanno ascoltare il vento e leggere le pietre, che possono sentire e amare il cuore pulsante della Madre Terra e comprendere e replicare l'armonia delle Sfere.

Programmi per il futuro, dopo il Ciclo dell'anno Mille - o di Montsalvy, come viene definito?

Un romanzo storico, ma veramente e soltanto storico, e molto importante: la vita di Adelaide di Susa, nell'anno mille. La nascita della dinastia dei Savoia tra Piemonte e Moriana. Una storia bella e che sto preparando da più di un anno. La raccolta di materiale e gli studi sono molto impegnativi, ma ormai sono praticamente terminati, quindi l'inizio della vera e propria scrittura avverrà molto presto.

E il fantasy?

C'è qualche idea per qualcosa di nuovo… ma è soltanto una sensazione; "un'emozione", come definisco l'embrione di un tempo e di una storia prima che diventino tali. Chissà…