Durante la creazione di un personaggio si deve considerare quanto segue:

1. L’aspetto fisico

2. La psicologia

3. Lo scopo

4. Il vissuto

1. L’aspetto fisico

Conoscere esattamente il colore dei capelli, degli occhi, dell’incarnato, il tipo di lineamenti, la statura, ecc… del nostro personaggio, sin dall’inizio e una volta per tutte, è fondamentale.

Come sempre, sapere in anticipo evita incongruenze. Durante la revisione, i particolari dell’aspetto fisico dei personaggi possono sfuggire anche al vostro occhio critico, rimanendo come brutti nei sul volto del vostro lavoro, infastidendo o, peggio, confondendo il lettore.

Pensate a tutto quanto potete immaginare di una persona, non trascurate nulla. Le sole fattezze sono terreno fertile per perdere più di qualche minuto a immaginare, quasi steste facendo un ritratto: pensate alla forma degli occhi, al naso, agli zigomi, alle sopracciglia, alle ciglia, alla pelle, al mento, alle mascelle, alle guance… ricordate una cosa: il volto è la parte più importante dell’aspetto fisico di un personaggio.

Ma non risparmiatevi, o non bloccatevi, pensate con la stessa accuratezza al resto del corpo. Vi conforti il pensiero che tutto questo apparentemente inutile approfondire dovrete sopportarlo una sola volta a personaggio, mentre vi tornerà utile in svariate circostanze.

Energie ben spese, dunque.

Avete immaginato nei particolari il vostro personaggio?

Bene, ora fate attenzione: la maggior parte di quanto avete ideato non la utilizzerete. :-)

Qui i casi sono due: o vi ho preso per i fondelli o c’è dell’altro da dire.

È buona cosa evitare di descrivere troppo lungamente un vostro personaggio la prima volta che appare agli occhi del lettore.

Cito una delle regole fondamentali che uno scrittore di narrativa deve conoscere: non dire, mostrare.

Mostrate poche cose, tra tutte quelle immaginate, quelle più importanti. Inoltre, cercate di farlo sempre in modo originale; questo significa o con parole tutt’altro che banali o in un modo diverso da quanto si può attendere un lettore (un buon stratagemma, ad esempio, è far vedere il nuovo venuto a un altro personaggio, che lo osserverà con aria critica assieme a voi: la sua visione soggettiva renderà tutto più interessante).

Ora teniamo conto dell’altra faccia della medaglia, quella che non avete ancora osservato, quella meno osservata… per un motivo o per l’altro.

Parte dell’aspetto fisico sono anche le vesti.

A meno che non abbiate per le mani una sorta di mostruosità che scorrazza come mamma mostruosità l’ha fatta – o un essere non mostruoso che usa vivere ignudo… è un’idea :-) -, è fondamentale che pensiate bene anche a cosa indossa il vostro personaggio.

Naturalmente gli abiti devono essere consoni al ruolo che esso riveste nella società cui appartiene: povero o ricco, commerciante o fabbro o guardia… o magari è un anticonformista o sciatto o trasandato… qualsiasi cosa, purché una volta decisa, poi la rispettiate.

Considerate anche differenti situazioni: vita mondana, viaggio lungo e periglioso in terre fredde, o torride, risveglio al mattino… non credo voi andreste a torso nudo al Polo Nord o con un giaccone da sci in una foresta equatoriale… a meno che non siate anticonformisti o autolesionisti. ;-)

E pensando a questo, non v’è chi non veda, penserete inevitabilmente ai luoghi che avete creato disegnando la mappa, perdendovi nei suoi particolari nascosti.

Il personaggio, ella o egli, apparterrà a una razza, di cui avrà i tratti somatici, e questa razza avrà un luogo di appartenenza. O sarà un bastardo, dal volto indecifrabile poiché mescolanza di etnie… e quindi la sua patria sarà il mondo. O forse altro…

Tutto è possibile, basta comprendere che più si prevede meno si sbaglia o si deve rivedere e, quindi, più facilmente si troveranno le soluzioni necessarie durante la stesura del testo, lasciando spazio all’estro e al suo fluido agire.

Così facendo inizierete anche a farvi un’idea di quale possa essere il vissuto del personaggio, il quarto aspetto che affronterò.

Direttamente collegato al suo vissuto, potrebbe essere qualche segno particolare (la classica cicatrice, un fisico prestante o debilitato, ecc…). Vero, non deve forzatamente esistere un segno particolare, come non deve forzatamente esservene uno soltanto.

Permettete ancora un ultimo avvertimento.

Di tutto ciò, una volta di più, usate soltanto l’indispensabile. Meno cose mostrate al lettore, più facilmente questi le ricorderà. Con lo sfogliare delle pagine, poi, potete sempre arricchire quanto già detto. Non chiedete troppo alla memoria altrui, se vi è possibile.

Per contro, siate graduali ma badate a non dare l’impressione d’aver aggiunto particolari in un secondo tempo, a causa di qualche dimenticanza.

Sembra complesso; in realtà lo è. :-)

Nel prossimo capitolo affronterò il secondo aspetto della creazione di un personaggio: la psicologia.