In questo capitolo, riprendo il discorso affrontato nei capitoli 6° e 7°, approfondendo alcuni aspetti strettamente legati all’ideazione, stesura e consultazione della trama.

Nei capitoli 6° e 7° ho affrontato l’organizzazione del documento che ho personalmente chiamato Cronologia. Riporto qui sotto alcuni stralci, fondamentali per riprendere il filo del discorso.

[Capitolo 6°]

Cronologia contiene una traccia della trama, più o meno particolareggiata; è una successione di eventi che nello stendere il testo affronto pedissequamente. La sua funzione è fondamentale: grazie alla propria natura schematica, consente di analizzare con maggior facilità il concatenarsi degli eventi, di scorgere incongruenze laddove ve ne fossero e di rendere l’intreccio più accattivante con qualche piccolo accorgimento.

[Capitolo 7 °]

La Cronologia dev’essere di rapida consultazione, esaustiva e nel contempo succinta.

Personalmente divido la narrazione in scene, ossia in singoli avvenimenti (definizione volutamente vaga e vasta). Trattandosi di una cronologia, ho organizzato le scene cronologicamente – a volte mi spavento per quanto sono ovvio! -, suddividendo il tutto in giorni. Ogni singolo giorno in cui si svolte la vicenda conterrà una o più o nessuna scena (nell’ultimo caso è sufficiente non includere il giorno nella cronologia… ho perso un’occasione per non divagare).

La prima scena del giorno tratterà un avvenimento precedente alla seconda o, tutt’al più, contemporaneo. Ciò dà un vantaggio e permettetemi un esempio. L’ultima scena di cui avete steso il testo si è svolta alla luce del tramonto; quando affrontate la stesura della scena successiva, notate che appartiene al medesimo giorno di quella precedente, sicché ciò che narrerete o si svolgerà ancora all’ora del tramonto o di sera o di notte.

Detto così sembra un po’ contorto, ma in realtà visivamente è molto chiaro: non vi resta che provare, se credete. :-)

Inoltre vi sono alcune accortezze decisamente utili: ogni singolo giorno può iniziare con delle informazioni generali valide per tutte le scene che gli appartengono, informazioni fondamentali per la coerenza del testo.

Un esempio su tutti: la meteorologia. Seguendo un vostro metodo, potete segnalare che una perturbazione dal giorno tale al giorno tale si sposta nella zona meridionale del vostro mondo. A questo punto non dovrete far altro che dare un’occhiata al “tempo” e saprete se il cielo è sereno o no, senza possibilità di errore. :-) La cosa non è di poco conto: sarebbe spiacevole se un lettore notasse che in due scene ravvicinate, che si svolgono nella stessa zona del mondo, un personaggio è zuppo di pioggia mentre un altro si sta prendendo la tintarella.

Così facendo, non dovrete più preoccuparvi.

Alla luce di quanto riletto dei capitoli 6° e 7°, farò alcune considerazioni, per ampliare il discorso. Vediamo nei dettagli il documento Cronologia (spero mostrarvi esattamente come lavoro non vi sembri pedante).

Ho scritto come siano importanti alcuni accorgimenti che caratterizzino ogni singolo giorno della cronologia. Ora vediamo quali sono gli accorgimenti che giudico importanti per il singolo avvenimento, invece.

Ad inizio Cronologia ho inserito una sorta di legenda, nella quale ad alcuni soprannomi (o alias o nomignoli… come preferite) faccio corrispondere una lista di personaggi. Ciò torna utilissimo, poiché all’inizio di ogni avvenimento non faccio altro che riportare il soprannome che rappresenta il gruppo di personaggi protagonisti dell’avvenimento, senza doverli elencare tutti. Dunque, la prima cosa da fare è specificare chi prende parte all’avvenimento.

Seconda cosa, è necessario indicare il luogo in cui l’avvenimento ha luogo.

Terza cosa, che ho trovato utile, è bene indicare la direzione verso cui i protagonisti dell’avvenimento si stanno muovendo o, in assenza di movimento, lo stato in cui si trovano (ve ne elenco alcuni dei miei: immoto, combattivo, in trance, morente, in planata, ecc…). Sembra una cosa superflua o comunque in più. In realtà aiuta molto: a colpo d’occhio, in qualsiasi punto della cronologia voi focalizziate la vostra attenzione, comprendete subito quando, chi, dove (verso dove) e cosa. Il verso dove non è informazione da poco: voi non siete un lettore, ma lo scrittore e più informazioni avete con poco sforzo meglio è.

Quarta cosa, inserite il cosa, cioè l’avvenimento. Che la descrizione di ciò che accade sia chiara e stringata, priva di inutili fronzoli.

Quinta cosa, in coda, ben separata dal cosa, potete concedervi un’annotazione, ma vi consiglio di farlo soltanto se vi sono particolari importanti che è bene siano segnalati anche in un documento schematico e di rapida consultazione quale è Cronologia.

Vi sono poi alcune particolarità da non escludere a priori:

1. A volte è bene duplicare lo stesso avvenimento che coinvolge due gruppi diversi di personaggi, individuati da due soprannomi diversi, e che per qualche motivo si vogliono tenere separati. Si hanno così due ottiche differenti.

2. Più avvenimenti elencati separatamente, se appartengono a una stessa scena, a volte è bene vengano uniti in qualche modo (ad esempio da un simbolo a inizio paragrafo).

3. È spesso necessario creare soprannomi nuovi per gruppi che comprendono personaggi appartenenti a uno o più gruppi. Non esitate a farlo, allungherete la legenda, ma ci sarà più chiarezza: è impossibile trovare da subito tutte le combinazioni che vi capiteranno (a meno che il romanzo non sia, da questo punto di vista, piuttosto lineare). Un esempio esplicativo: se il gruppo Alfa si scontra con il gruppo di nemici Beta per molte scene, generando una serie significativa di avvenimenti, è bene creare un nuovo soprannome (Gamma) che racchiuda in sé Alfa e Beta.

Inutile dire che i soprannomi non devono essere generici come Alfa, Beta e Gamma, bensì vi devono ricordare quali personaggi comprendono in sé (la legenda è un aiuto, ma meno tornerete a esaminarla all’inizio del documento, più rapidi sarete nella sua stesura e/o consultazione).

È indubbio che una cronologia (se preferite, chiamatela scaletta a punti) sia lo strumento più giusto da utilizzare, poiché è molto ordinata e vi permette di trovare e capire rapidamente qualsiasi evento.

Vi sono però delle situazioni in cui essa potrebbe complicare le cose.

Una narrazione non lineare, ad esempio, con salti a ritroso nel tempo. Come affrontarla? A me non è mai capitato di scegliere questo sentiero narrativo, ma non è poco comune, anzi. Come risolvere il problema, dunque?

Il mio suggerimento è di non alterare la cronologia e di creare un documento parallelo ad essa (o più d’uno, sta a voi), che la renda ugualmente consultabile.

Cosa intendo? Potreste creare un documento, che io chiamerei Stesura e che conterrebbe gli stessi avvenimenti della cronologia, ma inseriti nell’ordine con cui il lettore li vivrà. Spazzando via la pigrizia (come sempre!), numererei ogni singolo avvenimento sia nel documento Cronologia che nel documento Stesura, per far sì che i due documenti siano legati da qualcosa.

Ancora una volta ricordo i fogli di calcolo o, ancora meglio, i database: tornerebbero utilissimi, sia in fase di realizzazione che di consultazione. In un database, ad esempio, sarebbe sufficiente inserire due campi per ogni avvenimento: in uno inserirei il numero dell’avvenimento secondo la cronologia, nell’altro il numero secondo l’ordine di narrazione dell’avvenimento stesso. Poi, gioco da ragazzi, basterebbe creare due indici, ordinando cioè il contenuto del database per un campo o per l’altro (spero che quanto espresso relativamente ai database possa essere chiaro a chiunque; se qualcuno fosse in difficoltà non esiti a contattarmi).

È tutto per ora. L’organizzazione tornerà di nuovo quando parleremo della stesura del testo e di come affrontarla. Per ora, continuate a seguirmi relativamente alla trama.

Nel prossimo capitolo affronterò i particolari della trama a cui fare attenzione.