I supereroi Marvel sono in guerra... e fin qui nulla di nuovo. Ma stavolta non c'è nessun Dottor Destino, nessun Magneto, nessun Octopus o Teschio Rosso da sconfiggere. E' una guerra fratricida fra eroi, innescata da un evento dalle conseguenze sfuggenti, astratte e impalpabili. E' il Governo stesso che intima loro di gettare le maschere: mai più identità segrete! Mai più azioni indipendenti! E sarà scontro fisico fra gli eroi che accetteranno la decisione e quelli che vi si opporranno.

Cavalcando la recente politica editoriale di casa Marvel promossa da Bill Jemas e Joe Quesada, che vuole il moltiplicarsi negli albi a fumetti di agganci al mondo reale e a temi di strettissima attualità, lo sceneggiatore Mark Millar - già avvezzo, con The Authority, a caricare fortemente le storie di importanti riflessioni politiche pur senza scivolare in facili o sterili ideologie - firma una miniserie in sette numeri intitolata Civil War. Illustrata dagli spettacolari disegni di Steve McNiven, la serie si propone di far risuonare fortissimo nel mondo delle calzamaglie l'eco del dibattito statunitense sul conflitto fra tutela delle libertà civili e salvaguardia della sicurezza nazionale. Civil War rappresenta una sorta di comunicazione ufficiale del Patriot Act voluto dal Congresso (ma ribattezzato Registraion Act negli albi) persino al supereroe che è il simbolo stesso del patriottismo Usa: Capitan America.

Tutto comicia così

La storia narrata da Civil War prende le mosse da una strage di innocenti provocata per l'incuria di un gruppo di supereroi in erba, privi di scrupoli e alla ricerca di facile notorietà televisiva, impegnati nella cattura di alcuni supercriminali e dimentichi di evitare danni alla popolazione. L'opinione pubblica reagisce chiedendo una volta per tutte che i cosiddetti eroi non si nascondano più dietro una maschera e vengano strettamente monitorati

Il primo numero di The Authority, serie creata da Warren Ellis ma portata al suo apice da Mark Millar
Il primo numero di The Authority, serie creata da Warren Ellis ma portata al suo apice da Mark Millar
dal Governo. Le istituzioni emanano perciò un Registraion Act cui Capitan America ed altri notissimi eroi dell'universo Marvel si oppongono strenuamente. Lo scudiero a stelle e strisce si troverà a muovere il gruppo degli oppositori in una guerra (tutt'altro che metaforica) contro altri supereroi Marvel concordi con l'atto governativo, questi ultimi capitanati da Iron Man.

Un tema impensabile... fino a oggi

Nelle intenzioni annunciate, Civil War pare pienamente soddisfare l'esigenza - molto avvertita negli ultimi anni, causa un mercato sempre più assottigliato - di sfruttare tutto il potenziale da sempre posseduto dai superuomini dei fumetti di fungere da valido strumento di riflessione su importanti temi sociali. E dai commenti iniziali sulla prima uscita, le speranze sembrerebbero restare integre.

Che sia un colosso editoriale come Marvel Comics a proporre un tema così scottante - al di là dei risultati finali, tutti ancora da verificare - è un tutt'altro che trascurabile segno dei tempi, indicativo della piena maturità espressiva raggiunta dal fumetto statunitense che, oggi, è finalmente libero di scegliere quando mettere da parte i superesseri per raccontare anche altri tipi di storie, e quando continuare a

L'impotenza di un supereroe di fronte alla realtà
L'impotenza di un supereroe di fronte alla realtà
utilizzarli ma riuscendo a far veicolare loro riflessioni mature e d'ampio respiro... e - cosa non trascurabile - senza per questo dover smantellare definitivamente l'aura mitica che ammanta le loro figure.

La Guerra Civile... e non

"Se alla fine della lettura troverete questo lavoro un tantino ingenuo o immaturo" - ci preavvisa Millar - "allora tornate a rileggervi gli albi di quando avevate sette anni".

Ciò che non era riuscito del tutto allo stesso Millar in The Authority (scritto per l'etichetta Wildstorm, soggetta però al controllo della DC Comics) a causa di boicottaggi editoriali preoccupati, all'indomani dell'11 Settembre 2001, dalle tematiche utopiche e coraggiosamente polemiche proposte dalla collana - potenzialmente male interpretabili nel clima ormai decisamente sterzato verso la paura e l'appello per la compattezza nazionale - o ciò che era stato appena accennato dalla stessa Marvel Comics in quello che è l'unico timido sguardo che le sue testate abbiano gettato sulla tragedia delle Twin Towers - in Amazing Spider-Man, a firma di Michael Straczynski - potrebbe infine, si spera, riuscire a Civil War: sancire il momento in cui un'intera nazione si lascia il passato alle spalle per riflettervi più lucidamente e serenamente persino fra le pagine di un albo a fumetti.

Realtà permettendo.