La città di Palermo è la patria di un individuo che, come i più grandi personaggi storici, è pieno di aggettivi: avventuriero, massone, alchimista, occultista. Parliamo di Giuseppe Balsamo (1743-1795), più noto come Cagliostro. Un personaggio che Roberto Gervaso, nel libro Il grande Mago (Rizzoli) ha definito “Un miscuglio d'ingenuità e impostura, genio e ciarlataneria, misticismo e sregolatezza.” Lui invece aveva un'opinione di sé decisamente più lusinghiera: “Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.”

Le origini di Cagliostro

Giuseppe Balsamo nasce a Palermo nel 1743, nel quartiere detto “delle Moschee”. Figlio di Pietro Balsamo, un mercante, e di Felicita Bracconieri. Verrà descritto come un uomo tarchiato, scuro, esuberante e sbruffone. La gioventù non è facile, la situazione economica dei genitori non è florida e alla morte del padre viene mandato al seminario di San Rocco a Palermo. Nel 1756 entra come novizio al convento del Fatebenefratelli di Caltagirone. Qui, come assistente del frate speziale, apprende i primi rudimenti di farmacologia, chimica, medicina e botanica. Probabilmente furono queste conoscenze che più tardi gli permisero di divenire noto, fra l'altro, anche come guaritore miracoloso.

Non si hanno altre notizie del periodo adolescenziale, ma è probabile che vivesse di espedienti e rocambolerie varie. Nel 1768 va a Roma e sposa Lorenza Feliciani, una bellissima fanciulla di appena quattordici anni. Questo mistero sul suo passato verrà sfruttato molto bene da Cagliostro, che dichiarerà di aver trascorso l'infanzia in oriente, di aver visitato la Mecca e di avere conosciuto i misteri degli antichi egizi, attraverso gli insegnamenti del sapiente Altotas. Queste affermazioni verranno in seguito smentite energicamente da monsignor Giuseppe Barberi, uno dei suoi più accaniti detrattori. Secondo Barberi, infatti, Balsamo in realtà avrebbe sempre vissuto di truffe, mistificazioni e inganni. Ad aiutarlo nelle sue “arti magiche” sarebbe stata la moglie Lorenza, il cui carisma e bellezza irretivano uomini potenti e facoltosi, che credevano alle promesse di miracolose guarigioni grazie a formule magiche e polveri incantate.

Cagliostro entra nella Massoneria

In ogni caso Balsamo diventa una personalità magnetica e influente. Grazie ai suoi numerosi viaggi parla, oltre all'italiano, il francese, il portoghese, il latino e l'arabo (o almeno così si dice). Nel 1771 la coppia si sposta a Londra. Il luogo in futuro sarà fondamentale per la loro carriera, ma al momento le cose vanno ancora male. Balsamo viene imprigionato per debiti e per rimediare deve lavorare come decoratore (tra l'altro ha una certa abilità artistica). Nel 1772 i coniugi riprendono a girare per l'Europa. Passano per il Belgio e la Germania, rientrano a Palermo e poi a Napoli. Nello stesso anno Balsamo si reca a Marsiglia e si cimenta come taumaturgo: dietro lauto pagamento, fa credere agli innamorati di poter acquisire grande vigore mediante misteriosi riti magici. La truffa viene scoperta ed è costretto a fuggire. Prima in Spagna, poi a Venezia e infine a Cadice. Nel 1776 ritorna a Londra e qui si ha una svolta decisiva nella sua evoluzione. Comincia ad attribuirsi nomi e titoli altisonanti, come marchese Pellegrini, conte d'Harat o principe di Santa Croce. Alla fine si presenta con quello che sarà il suo nome definitivo: conte Alessandro di Cagliostro (un titolo completamente fittizio), e la moglie viene presentata come la “celestiale” contessa Serafina.

Durante questo soggiorno viene ammesso alla loggia massonica “La Speranza”. Cagliostro pretende fin da subito il titolo di Gran Maestro, non come semplice adepto, e stranamente la loggia acconsente. Indice questo della sua personalità e del suo magnetismo, che qualcuno attribuisce a poteri che descriveremo più avanti. Con l'entrata nella massoneria Cagliostro comincia a diventare una leggenda. Stando a molti suoi contemporanei il conte guarisce imponendo le mani, come un pranoterapeuta. La sua personalità e il suo sguardo magnetico ne fanno un grande ipnotizzatore. In quel tempo poi aveva molta presa la corrente del Mesmerismo. Questa dottrina propugnava l'esistenza di un fluido nell'Universo, invisibile e intangibile, che era in grado di influire anche sugli organismi umani. La corrente prendeva il nome da Franz Mesmer (1734-1815), che si fece il portatore di questa teoria, asserendo che chi era in grado di catturare questo fluido energetico poteva utilizzarlo sul corpo umano, per riportarlo all'equilibrio e armonizzarlo con la natura. Mesmer però andò addirittura oltre, affermando che la fonte di questo fluido non era più nel Cosmo, ma scaturiva dal potere stesso del terapeuta. Cagliostro sposa in peno la teoria. Grazie ai suoi poteri mesmerici, alla sua personalità, alle sue conoscenze chimiche e farmacologiche, diventa in breve un personaggio leggendario, noto come guaritore, alchimista, mago, ipnotizzatore, chiaroveggente, occultista.

I poteri di Cagliostro

Cagliostro era in grado di far cadere una persona nella “trance ipnotica”. Per ottenere questo risultato, grande importanza avevano lo sguardo, la parola, i gesti e l'ambiente, tutto necessario per suggestionare adeguatamente il soggetto. Dopo averlo magnetizzato in questo modo, Cagliostro chiedeva all'individuo di guardare all'interno di un globo pieno d'acqua, posto sul tavolo. Il tavolo era ricoperto da un telo nero, ricamato con simboli e disegni cabalistici, e su di esso poggiavano altri oggetti magici, come icone, fiale e candele. Il conte poi contattava le entità soprannaturali, che sarebbero penetrate nel globo e avrebbero fornito le visioni magiche. Il paziente ipnotizzato descriveva ciò che vedeva e, incredibilmente, le previsioni poi si avveravano.