Per Natale ci si aspettava una sorpresa dalle magiche terre di Hogwarts. Ne sono arrivate ben due. La prima sottoforma di lettera (niente gufi, internet è più veloce, e per certi versi anche più magico), pubblicata sul sito http://www.jkrowling.com/

Eccola riportata integralmente in italiano:

"Se da parecchio non aggiorno il sito, è perché ho lavorato sodo. Al momento sto scrivendo scene che, in alcuni casi, sono state progettate una dozzina d’anni fa o anche di più. Non credo che qualcuno possa sapere come ci si sente, se non si è mai trovato nella stessa situazione: passo dall’esultanza al tremendo nervosismo. Voglio finire questo libro, e insieme non voglio (ma non preoccupatevi, lo finirò).

Da anni la gente mi chiede se non ho mai sognato di essere ‘nel’ mondo di Harry. La risposta è stata no fino a qualche notte fa, quando ho fatto un sogno epico in cui ero, contemporaneamente, Harry e la narratrice. Stavo cercando un Horcrux in una gigantesca sala affollata, che non somigliava per niente alla Sala Grande come la immagino io. Come narratrice sapevo benissimo che l’Horcrux era ficcato in un angolo nascosto del camino, ma nelle vesti di Harry lo cercavo in altri posti di tutti i tipi, e contemporaneamente cercavo di ottenere che la gente attorno a me dicesse le frasi che avevo preparato per loro. Nel frattempo, i camerieri e le cameriere che lavorano nel vero caffè in cui ho scritto parti enormi del settimo libro, mi giravano attorno e sembrava che fossero sui trampoli, perché erano tutti alti almeno 4 o 5 metri. Forse dovrei ridurre la caffeina?

Qualche settimana fa ho fatto un’altra gita a Leavesden; ho visto venti minuti dell’Ordine della Fenice, che sembra fantastico. Ho anche avuto la possibilità, prima che tutti se ne andassero in direzioni diverse (era l’ultima settimana di riprese con gli attori) di parlare con Dan, Rupert, Emma ed Evanna, il che è sempre bellissimo. Dan ha modificato la sua teoria su Piton; dice che non vuole essere come una di quelle persone che si fanno fotografare, raggianti, accanto a folli dittatori."

La seconda, grande sorpresa riguarda il titolo del settimo libro che potete scoprire direttamente andando sempre sul sito http://www.jkrowling.com/, versione inglese

a questo punto bisogna cliccare sulla gomma rosa (sul punto interrogativo)

Nella parte destra dello schermo trovate lo specchio; cliccate sulla prima porta a sinistra per vedere apparire per magia un albero di Natale.

Tornate alla porta nel centro dello schermo e cliccate sulla parte superiore per vedere la magia far apparire una colorata ghirlanda natalizia con fiocco rosso e vischio.

Cliccate sulla parte superiore dello specchio per addobbare con festoni il soffitto della stanza riflessa

Ora passate alla ragnatela sopra l’interruttore della luce (in alto a destra) e cliccateci sopra per fare pulizia.

Ora guardate la finestra e cliccate sul quarto sonaglio da sinistra per vederlo trasformarsi nella chiave che vi permetterà di aprire la porta.

Una volta aperta la porta rivela un tavolo ingombro di giornali e un pacco dono.

Come si può resistere?

Cliccateci sopra per sciogliere i lacci ed aprirlo. Ecco comparire un misterioso biglietto che, una volta cliccato, farà comparire un’immagine e vi esorterà a giocare al celebre gioco dell’impiccato. Provate a indovinare quali lettere compongono il titolo del settimo libro digitandole sulla tastiera.

Non temete: se sbagliate il pacco si richiude, ma basta cliccarci sopra per avere ancora l’opportunità di tentare.

Se non avete pazienza, potete leggere direttamente la soluzione che è:

Harry Potter and the Deathly Hallows. Un titolo che pone parecchi quesiti sulla traduzione italiana. Vediamo di addentrarci meglio nella questione...

Sull'aggettivo "deathly" non sussiste alcun dubbio: significa "mortale". Non nel senso di qualcosa che causa la morte, perché altrimenti la Rowling avrebbe usato più verosimilmente il vocabolo "deadly", bensì nel senso di qualcosa che è relativo alla morte. Il nostro vocabolo italiano "'mortale", non distingue la sottigliezza, ma fra poco ricorreremo a un trucco per aggirare l'ostacolo. Per ora accontentiamoci di questa accezione... Passiamo ora a esaminare il sostantivo che lo accompagna: "hallows" presenta altre interessanti sfumature. Infatti l'Oxford dictionary classifica il termine, al singolare, come un nome arcaico designante "un santo o una persona considerata sacra".

Se dovessimo ora usare aggettivo e sostantivo in senso stretto, dovremmo allora tradurre, in primissima battuta, "Harry Potter e i santi mortali". E' chiaro però che il risultato non convince affatto. Soccorre allora l'Hazon-Garzanti, che alla voce "hallow" riporta espressamente, in aggiunta, una voce al plurale "hallows" col significato di "reliquia dei santi". Andiamo già meglio. Anche l'aggettivo "mortale", in Italiano, si può definire in maniera più vicina al senso originario inglese ricorrendo alla locuzione "di morte". Quindi potremmo tradurre, alternativamente e in seconda battuta, "Harry Potter e le reliquie di morte". Suona un pochino meglio. Sarà un'allusione al famoso cimitero di Hogwarts?

Proviamo ora a vedere di 'leggere fra le righe' ipotizzando qualche interpretazione e, per fare ciò, passiamo a esaminare il sostantivo "reliquia" secondo il dizionario italiano: il Garzanti recita: "ciò che resta di qualcosa". Lo Zanichelli aggiunge: "avanzo, resto, ciò che rimane di una cosa trapassata, cessata". Come si vede, a differenza di quella inglese, non si tratta di una dizione esclusivamente religiosa (anche se comunemente pure noi siamo abituati a pensare alle reliquie necessariamente come qualcosa di sacro), bensì un sinonimo di "vestigia".

Terza ipotesi: "Harry Potter e le vestigia di morte", forse? Proseguiamo nella disamina... Accettando l'accezione 'laica' italiana e sapendo dell'intenzione di Harry di recarsi a Godric's Hollow, il villaggio dove risiedevano i suoi genitori al momento in cui furono trucidati da Lord Voldemort, si potrebbe dunque ipotizzare che le vestigia di cui sopra siano ciò che resta dell'abitazione dei Potter. Del resto, a pag.16 di Harry Potter and the Philosopher's Stone Hagrid afferma che "the house was almost destroyed", ossia "la casa era quasi distrutta", il che significa che ne è rimasta pur sempre una traccia.

Sotto questo profilo, la traduzione italiana del libro sarebbe invece fuorviante perché traduce semplicisticamente con un "la casa era distrutta, diciamo": una frase che perde qualsiasi connotato illuminante. Oppure, si può presumere che le vestigia si riferiscano ad alcuni oggetti appartenuti ai Potter, all'interno dei quali potrebbe perfino celarsi qualche insidia attinente a un Horcrux...

La Rowling, però, come si può far giustamente notare, scrive in Inglese, ed è quindi più corretto seguire la linea 'sacrale' che il vocabolo "reliquia" assume in questa lingua. "Hallow" deriva dalla radice medioevale "halowen", a sua volta filtrata attraverso un più antico anglosassone "halgian" (rendere sacro), la cui radice è "halig", che designa proprio l'aggettivo "sacro, santo". E' la stessa etimologia di "Halloween", la festa di Ognissanti che è la contrazione di "All hallow eve" (letteralmente: la vigilia di tutti i santi).

Ai potteriani, a questo punto, sarà già scattato un campanellino in testa, poiché sanno bene che la sera in cui Lord Voldemort trucidò i genitori di Harry era proprio quella del 31 ottobre. La parola "santi" potrebbe allora essere riferito in senso colloquiale alla sera di Ognissanti, il che ci riporterebbe a Godric's Hollow e ci indurrebbe a una conferma su ciò che tutti speravamo, ovvero che la Rowling mandi in loco il maghetto per far luce su ciò che veramente si verificò quella notte malefica.

A questo punto, allora, il titolo potrebbe interpretarsi come "Harry Potter e l'Ognissanti della morte". In ultima battuta, salvando la 'capra' letterale con i 'cavoli' del contesto, si potrebbe ricorrere non tanto a sinonimi quanto a vocabili vicini alla parola "santo" e ricavare un titolo tipo "Harry Potter e gli spiriti di morte", anche se ciò significherebbe declassare il termine di qualsiasi connotato sacrale che invece, come abbiamo visto sopra, appare così forte nella radice sematica. Queste le supposizioni possibile allo stato dei fatti. Per scoprire qualcosa in più dovremo quindi attendere eventuali dichiarazioni di prima mano della Rowling, oppure il momento in cui inizieranno ad apparire le prime traduzioni internazionali, come già fu all'epoca del Principe Mezzosangue. Una cosa è certa: il traduttore italiano non avrà vita facile con questo titolo così ricco di significati. Staremo a vedere quale coniglio tirerà fuori dal cappello. Per ora, la via delle speculazioni più sfrenate è aperta... E Buon Natale da J.K. Rowling!