Ancora Tolkien in libreria. In attesa che Bompiani pubblichi la traduzione italiana di The Children of Hurin, prevista per il prossimo autunno, i fan nostrani del professore di Oxford possono consolarsi con un nuovo saggio. E per i lettori anglofoni è appena uscita la prima parte di un’interessante, monumentale opera dedicata a Lo Hobbit.

 

La casa editrice Marietti ha inaugurato una nuova collana, denominata Tolkien e dintorni con il saggio di Verlyn Flieger Schegge di Luce.

Marietti, una delle case editrici più antiche d’Italia, con la sua fondazione nel 1820, aveva già pubblicato nel 2005 il saggio di Tom Shippey La via per la Terra di Mezzo. Ma se quella pubblicazione sembrava isolata nel contesto di un catalogo volto ad affrontare prevalentemente tematiche di tipo religioso, la nascita di una specifica collana è senza dubbio un ottimo segnale per gli amanti del genere fantasy.

 

Verlyn Flieger, che ha curato l’edizione critica di Fabbro di Wootton Major, è docente di mitologia e studi medievali presso la University of Maryland. Fra gli studi pubblicati negli ultimi anni possiamo citare Question of Time, che analizza il rapporto fra il tempo e il sogno, e Tolkien’s Legendarium, incentrato sulle radici e sui modelli delle leggende tolkieniane.

Inoltre, ogni anno Flieger pubblica, in collaborazione con Douglas A. Anderson e Michael Drout, un giornale chiamato Tolkien Studies, interamente dedicato all’analisi delle opere di Tolkien.

 

Il sottotitolo di Schegge di Luce è Logos e linguaggio nel mondo di Tolkien, ed è proprio il linguaggio il filo conduttore del saggio. La sua origine e il suo rapporto con il mito, ma anche la sua capacità di sub-creare mondi immaginari tramite le parole.

L’autrice sottolinea che “le parole sono espressione del mito, incarnazioni di concetti mitici e di una visione mitica del mondo. La lingua ai suoi inizi non faceva alcuna distinzione tra il significato letterale di una parola e quello metaforico, come invece accade ora [...]. Qualsiasi tipo di espressione era letterale e dava direttamente voce alla percezione dei fenomeni ed alla partecipazione intuitiva e mitica ad essi da parte dell’umanità”.

Partendo da questa teoria Flieger si concentra sul mito come acquisizione di una specifica cultura in un determinato tempo, e sul suo uso nella cultura madre, toccando temi, quale quello dell’eucatastrofe, tanto cari al professore di Oxford.

Il libro, pubblicato una prima volta nel 1983, fu uno dei primi ad analizzare dettagliatamente Il Silmarillion. La traduzione italiana si basa sulla seconda edizione, interamente rivista e ampliata nel 2002.

 

Schegge di Luce. Logos e linguaggio nel mondo di Tolkien, di Verlyn Flieger (Splintered Light. Logos and Language in Tolkien’s World, 1983 – 2002, Marietti 1820, collana Yolkien e dintorni, pag. 296 - € 25,00)

È appena uscita in inglese la prima parte di uno studio molto atteso dagli appassionati. Si tratta di The History of the Hobbit: Mr Baggins v. 1, di John D. Rateliff.

Basata sugli archivi privati della famiglia Tolkien e su quelli della Marquette University, l’opera contiene bozze, appunti, mappe e illustrazioni originali del padre della Terra di Mezzo, molte delle quali mai pubblicate prima. Vengono inoltre analizzate dettagliatamente le diverse revisioni del testo de Lo Hobbit, compresa la terza edizione del romanzo, prevista per il 1960 ma mai terminata.

 

Tolkien affermava che le sue storie crescevano man mano che venivano narrate, e questa caratteristica è messa particolarmente in luce dal libro di Rateliff. I cambiamenti, verificatisi prima e dopo la pubblicazione del romanzo e qui analizzati capitolo per capitolo, riflettono la stessa mutata percezione della Terra di Mezzo da parte del suo creatore.

La prima edizione de Lo Hobbit risale al 1937, ma molti personaggi sono cambiati parecchio dal momento in cui Tolkien ne aveva narrato le vicende ai giovani figli nelle “letture accanto al fuoco”.

Ulteriori cambiamenti sono stati necessari, anni dopo la pubblicazione, per accordare questa storia con gli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli.

L’ultima revisione avrebbe dovuto armonizzare lo stile dei due romanzi, ma il suo autore smise di scrivere fermandosi al momento in cui la compagnia giunge a Rivendell.

Il saggio appena pubblicato si occupa di quanto avvenuto fino all’arrivo a Lago Lungo. La seconda e ultima parte, prevista per il mese di giugno, comincia con l’arrivo alla Montagna Solitaria.

 

Secondo Rateliff la sua opera è complementare a Lo Hobbit annotato di Douglas Anderson. Mentre Anderson si occupa del testo che è stato pubblicato, infatti, questo nuovo lavoro è incentrato sulla storia del romanzo prima e al di fuori della pubblicazione.

Con quest’opera Bilbo e compagni possono festeggiare nel modo migliore i loro primi 70 anni.

 

The History of the Hobbit: Mr Baggins v. 1, di John D. Rateliff (2007, HarperCollins Publishers Ltd, pag. 512)