Non è la prima volta che qualcuno tenta di riunire le icone horror in un unico film. A metà degli anni ’40 la Universal produsse, affidando la regia a Erle C. Kenton, due film House of Dracula e House of Frankenstein, pubblicizzati all’epoca con lo slogan “All Monsters Fit Together”.

A distanza di oltre mezzo secolo, sempre per la Universal, ci riprova anche Stephen Sommers, che nel suo ultimo lavoro, Van Helsing, fa di nuovo incontrare i beniamini dei nostri incubi: Il Conte Dracula, l’Uomo Lupo e il Mostro di Frankenstein.Ma perché realizzare un film con tante creature dell’orrore? Secondo il regista la sua intenzione non era semplicemente radunarli perché Van Helsing se ne liberasse nella solita maniera, ma far sì che le loro storie potessero interagire perfettamente. Il film doveva essere divertente ma anche più drammatico ponendo maggiore attenzione allo studio psicologico dei personaggi e meno agli effetti speciali.“Non sono semplicemente dei mostri” dice il regista “Sono umani, sono persone con problemi veramente gravi... beh, veramente Frankenstein è sette persone, ma è profondamente umano”.

Malgrado Sommers si sia ispirato all’originale di Mary Shelley per il suo Frankenstein, si è distaccato molto da Bram Stoker per realizzare Dracula. Tanto per cominciare Van Helsing non è il vecchio arrabbiato a cui siamo abituati che perseguita il Conte ma un giovane e atletico eroe. Non lo ha chiamato neanche Abraham, ma Gabriel: “Ho immaginato che fosse il fratello minore di Van Helsing, non mi piace il nome Abraham, non avrei potuto usarlo per uno dei miei protagonisti” continua Sommers. “Non si è trattato semplicemente di un adattamento letterario, ho usato un po’ di tutto, ho letto tutti i libri e rivisto tutti i film, ho preso in prestito quello che mi serviva e, soprattutto, quello che mi piaceva e ho imparato a conoscere alla perfezione tutte le regole per sbarazzarsi dei mostri. Dracula è l’origine di tutti i vampiri, non lo si può uccidere con un crocifisso o un paletto nel cuore, nessuno sa come farlo fuori ma tutti sanno che odia la luce del sole...”.Il film rappresenta anche un omaggio al Frankenstein di James Whale, infatti l’intera sequenza di apertura è girata in bianco e nero, qualcosa che il pubblico ricorda molto bene e ama.Come ci si potrebbe aspettare dall’uomo che ha diretto La Mumma: il Ritorno, anche questo film è pieno di effetti speciali che, però, non lo sovraccaricano evitando il rischio che scivoli, come è accaduto per La Mummia, in una grafica da piattaforma per videogiochi.