Laura Iuorio è un nome relativamente nuovo nel panorama fantasy italiano, ma di certo, vista la straordinaria biografia che possiede, non la si può additare come un’esordiente qualsiasi. Laura Iuorio è nata a Cuneo, ma attualmente vive a Milano, dove si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne.  Si occupa di rassegne stampa di telegiornali, oltre a scrivere articoli, romanzi e racconti. 

 

Il suo ultimo lavoro è Il Destino degli Eldowin (edito a novembre 2007), primo romanzo di una saga fantasy pubblicata dall’editrice Fanucci. Ha pubblicato anche due edizioni (nel 2001 e nel 2004) del noir di fantascienza  Il sicario, anch'esso con l'editrice Fanucci, romanzo vincitore del premio Solaria 2000 e finalista al Desenzano Giovani.  E' stata inoltre finalista anche in numerosi premi letterari tra cui ricordiamo: il Premio Euroclub Linus Baldini&Castoldi; il Concorso Nazionale di Letteratura Fantastica Cristalli Sognanti; e il prestigioso Premio Lovecraft.

Ha all'attivo anche alcuni lavori per lo Star Trek Italian Club, tra cui molti racconti e il romanzo Scelte ambientato nell'universo di Star Trek - The Next Generation. Ha pubblicato il saggio Una scrittrice in ascolto: Daphne  du Maurier e la famiglia Brontë  sulla rivista  ACME  dell'Università degli Studi di Milano. Insomma, Laura Iuorio è di certo un’autrice che della scrittura ha saputo farne un mestiere, mantenendo sempre vivi la passione e l’estro per il nuovo e l’originale.

A voi, la nostra intervista con l’autrice: 

Benvenuta su FantasyMagazine, Laura, e grazie per aver accettato di scambiare quattro chiacchiere assieme a noi. Iniziamo l’intervista cercando di fare un po’ più di luce su di te. Chi è Laura Iuorio? Chi è l’autrice di Il Destino degli Eldowin e Il Sicario? Quando hai iniziato a scrivere? E cosa?

Chi sono? Mamma mia, una domanda esistenziale. In realtà, sapete già molto perché la prima cosa che direi di me è che sono una scrittrice. Ho vissuto in diverse località piemontesi, seguendo mio padre che lavorava in banca e veniva spesso trasferito. Da qualche anno abito a Milano, dove mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e mi occupo di rassegne stampa di telegiornali.

Ho cominciato a scrivere in prima media, e ho terminato il primo romanzo a quindici anni. Allora leggevo molti libri della collana per ragazze Flirt, pubblicata da Malipiero. Dunque, il mio primo romanzo era di quel genere. Seguendo la mia crescita personale, ho continuato a lungo a scrivere romanzi intimisti e minimalisti con protagonisti ragazzi o giovani, quelli che gli americani chiamano young-adult novels, ma non ho mai trovato uno sbocco commerciale, con quel genere di storie. 

La tua produzione è particolarmente ricca, e passa con disinvoltura dalla fantascienza, alla fantasy, a opere di fan fiction. Hai scritto un numero ragguardevole di racconti (finalisti in svariati premi letterari) e ora sei in libreria col primo volume di una nuova trilogia fantasy. Dicci, verso cosa ti senti più portata? Fantasy? Fantascienza? Narrativa breve o lunga? C’è un genere a cui sei più legata?

Sono molto adattabile. Una volta ho scritto anche un romanzo rosa, per vincere  un concorso. Il  genere per cui sono più portata  dev'essere la fantascienza, perché non solo mi piace, ma mi ha dato molte soddisfazioni, sia a livello di concorsi che di pubblicazioni.   Forse, però, quello che amo di più  è il noir, meglio se duro e ironico. Non per niente, ne "Il sicario", ho unito un'ambientazione fantascientifica all'atmosfera dei noir anni '40. Per questo, lo ritengo il mio cavallo di battaglia, l'opera più personale.

Quanto alla forma in cui mi esprimo - lunga o breve - dipende dal genere. Quando si tratta di horror, thriller e fantascienza, il racconto mi sembra particolarmente adatto.  Mi piacciono quelle piccole storie fulminanti, tipo

L'Autrice, Laura Iuorio
L'Autrice, Laura Iuorio
"Ai confini della realtà".  Per quanto riguarda le fan fiction, mi piace giocherellare con personaggi che amo, anche se non sono miei, e adoro ricevere il feedback dei fan!

Laura, ancora una domanda inerente i tuoi volumi. Come vengono alla luce i tuoi romanzi? Come è nato Il Destino degli Eldowin e tutto il progetto che vi sta dietro? Come prepari i tuoi personaggi? Progetti tutto con precisione o segui l’estro del momento? E, ancora, a cosa stai lavorando attualmente?

I miei lavori non nascono tutti allo stesso modo. Può esserci un'idea improvvisa scaturita dal nulla, come per "Il Sicario" (l'immagine di un uomo rinchiuso in un pozzo stretto e scuro e la domanda: perché?), oppure l'ispirazione può venirmi da qualcosa che ho letto e sentito, da un'esperienza mia o di qualcuno che conosco, o anche da una persona che ho incontrato, da un attore. L'approfondimento psicologico dei personaggi per me è estremamente importante, perché  fa la storia tanto quanto la trama, e a volte anche di più.   

Per creare un personaggio però devo vederne il volto e il modo di muoversi, devo sentirlo parlare. Per cui, mi servo spesso di foto di attori e cerco di ricordare la loro gestualità e le loro espressioni. In parte, i personaggi sono preparati prima che inizi a scrivere, in parte prendono vita man mano, in base alle svolte e alle necessità della trama. Ci sono casi in cui sono loro a prendere il sopravvento, portandomi nella direzione che vogliono. Quando un personaggio è piatto, la soluzione migliore, per quanto mi riguarda, è cambiare nella mia mente l'attore che lo "interpreta".  

La trama  non è mai rigidamente pianificata. In genere, so solo come il libro dovrebbe iniziare e finire, e qualche episodio essenziale nel mezzo. Per il resto, la trama si sviluppa strada facendo, come i personaggi. "Il destino degli Eldowin" ha avuto una gestazione particolarmente complessa,  tanto che bisognerebbe scrivere un romanzo a parte. Per non dilungarmi, dirò solo che mi era stato chiesto di scrivere un fantasy in cui avrei dovuto usare personaggi di un altro autore. Non mi era mai passato per la mente di avvicinarmi a questo genere, anche perché mi sembrava che la sua "prolissità" non rientrasse molto nelle mie corde (sono sempre stata un'amante della sintesi e dello stile secco, alla Ellroy).  Comunque, non essendo molto ferrata nel genere, ho seguito la procedura che avevo già sperimentato con successo con il romanzo rosa, facendomi  prestare un po' di libri da un appassionato dell'argomento.

Il Sicario
Il Sicario
Dopodiché, ho steso una trama, ho cominciato a scrivere per vedere cosa veniva fuori, e alla fine mi sono ritrovata per le mani  un libro che era soltanto mio, con i miei personaggi, la mia storia e la  mia ambientazione. Devo dire che ci ho preso gusto, e credo che la mia "inesperienza", come nel caso del romanzo rosa, si sia rivelata un vantaggio. Se nel libro ci sono, e lo spero, elementi nuovi o aspetti originali, lo si deve al fatto che non ho subito l'influenza di molti altri autori.  Avendo cambiato diverse cose in corso d'opera, il finale del romanzo è rimasto parzialmente aperto, per cui il mio romanzo è diventato necessariamente una saga, e adesso sto scrivendo il secondo volume. 

Per quanto riguarda le fonti d'ispirazione de "Il destino degli Eldowin", per la parte ambientata nel "presente", cioè la quest, ho recuperato un soggetto cinematografico tipo Indiana Jones che avevo scritto a sedici anni; per gli Eldowin, mi sono invece ispirata alla famiglia Rothschild,  ai Romanov e all'interpretazione di Michael Rosenbaum in Smallville, senza la quale la vera e propria leggenda degli Eldowin non esisterebbe.

Questo è un periodo davvero elettrizzante per il genere fantasy in Italia. Gli esordi oramai non si contano quasi più. Cosa te ne pare di questa primavera letteraria? Leggi autori fantasy italiani? Cosa ne pensi?

Come dicevo, non ho letto molte opere di questo genere, ma prometto che cercherò di rimediare. Comunque, non mi stupisce che anche gli italiani abbiano successo come autori di fantasy. In fondo, si tratta di un genere transnazionale per sua natura. Credo che avrei potuto scrivere "Il destino degli Eldowin" anche se fossi stata americana, francese o giapponese. 

Quello che mi fa piacere è che ci siano editori e lettori che non si lasciano spaventare dal nome "non esotico" dell'autore. Spero che questa fiducia si trasferisca anche ad altri generi e contribuisca, in particolare, a sdoganare la fantascienza, che in Italia è sempre stata trattata come un prodotto di nicchia.

Per finire, Laura, ringraziandoti per questa piacevole chiacchierata, concludiamo  con un’ultima domanda. Una domanda che ritorna sempre nelle nostre interviste. Ti chiediamo un consiglio rivolto ai tanti esordienti là fuori. Basandoti sulla tua esperienza, che cosa raccomandi a chi spera un giorno di vedere una propria opera in libreria?

Suggerisco di armarsi di santa pazienza e insistere, insistere, insistere, anche se ti chiudono mille porte in faccia. Il talento, la fantasia e la pratica sono importanti, ma ci vuole anche un po' di fortuna, cioè azzeccare il libro giusto al momento giusto, con l'editore giusto. Consiglio anche di leggere molto, prima di mettersi a scrivere, perché in Italia, per qualche motivo che non mi è chiaro, molti sognano di diventare scrittori senza aver mai aperto un libro. Dopo aver scritto, è utilissimo far visionare la propria opera ad almeno due persone (sincere), per avere un parere obiettivo e apportare le opportune modifiche, se necessario.

L'invio agli editori, poi, non dev'essere indiscriminato, perché sarebbe uno spreco di soldi e di tempo (sia vostro che  loro). Consiglio di farsi un giro in libreria per rendersi conto di come siano distribuiti i vari editori e di quali generi si occupino. Occorre assolutamente evitare quelli che offrono la pubblicazione a vostre spese. Il più delle volte, non hanno nemmeno una rete distributiva. A quel punto, tanto vale che vi stampiate i libri da soli e andiate personalmente in giro a proporli ai librai.  Per quanto riguarda la mia carriera, in particolare, non ho mai ottenuto niente proponendomi agli editori. Ho invece trovato determinante la partecipazione ai concorsi, anche se  ho notato che ultimamente scarseggiano. 

Bisogna comunque stare attenti a scegliere quelli giusti, cioè quelli organizzati da enti o editori seri, che ti possono garantire una certa visibilità, la pubblicazione, possibilmente un premio in denaro, e che ti permettono di crearti una rete di contatti nell'ambiente. Partecipare a concorsi è anche un modo per mettersi alla prova confrontandosi con gli altri autori. Vincere o distinguermi in diverse competizioni mi ha convinto delle mie possibilità, e ha rinforzato la mia determinazione a farmi strada in questo settore. 

Vi ricordiamo, infine, il sito ufficiale dell'autrice: www.lauraiuorio.it