Il Principe Mezzosangue uscirà solo il prossimo novembre ma già si parla di Harry Potter e i doni della Morte, il film tratto dal settimo e ultimo libro della celebre saga uscita dalla penna di J.K. Rowling, e del suo regista.

A parlarne è Guillermo Del Toro, cineasta messicano amante del genere fantastico, che in un'intervista rilasciata al sito MTVMoviesBlog ha dichiarato che non gli dispiacerebbe affatto dirigere l'ultimo film della serie.

Il regista candidato all'Oscar per la sceneggiatura del Labirinto del fauno ha spiegato che il suo interesse deriva dalle evoluzioni subite dalla saga che, dopo i colori sfavillanti e le atmosfere spensierate dei primi due libri ha bruscamente e violentemente assunto toni più cupi, e dai suoi personaggi, che, soprattutto nei Doni della Morte, mostrano una maggiore ambiguità.

Questa non è la prima volta che Del Toro, attualmente impegnato nella lavorazione di Hellboy II: The Golden Army, avanza la sua candidatura alla direzione di Harry Potter 7, anche se in un'intervista rilasciata un paio di mesi fa si è detto dispobile a lavorare al film solo alle sue condizioni.

Un eccesso di sicurezza da parte del regista? Un atteggiamento che non potremmo certo definire umile o modesto, ma che potremmo cercare di spiegare partendo dal fatto che il quarantatreenne regista nato a Guadalajara ha dichiarato di aver bene chiaro in mente come dovrebbe essere il suo Harry Potter.

"Ho letto tutti i libri e quelli che ho letto prima di vedere il film li ho trovati molto Dickensiani. Harry Potter, la sua storia, mi ricorda molto Philip Pirrip protagonista di Grandi Speranze."

Se davvero per Del Toro l'ultimo controverso libro della Rowling può essere messo in relazioni con il romanzo scritto da Charles Dickens a cavallo tra il 1860 e il 1961 c'è da sperare, per il bene dei fan dell'ex maghetto, che la Warner Bros. si rivolga a un regista dotato di un'immaginazione meno fervida.