Viggo Mortensen può abbattere gli Orchi con un solo colpo di spada o cavalcare un puledro selvaggio come se avesse il diavolo alle calcagna, ma non aspettatevi che il riflessivo eroe de Il Signore degli Anelli o l’Hidalgo del prossimo film sia pronto ad assalire i membri dell’Academy Awards.

Ha udito il ruggito di disappunto suscitato dalla mancata assegnazione di una nomination agli attori degli Anelli ma, onestamente, non pensa che lui, o un altro degli attori del cast, meritino a tutti i costi una delle statuette dorate.

“Molta gente parla addirittura di oltraggio, io, in realtà, penso che aspettarselo sarebbe stato fuori luogo” ha detto Mortensen durante una visita a Toronto per promuovere il suo prossimo film, Hidalgo, in uscita il 5 marzo.

“Sapevo, avendo visto il film, che né il mio personaggio né nessun altro, inclusi i personaggi di Sam e Frodo che maggiormente hanno suscitato l’attenzione del regista, non erano interpretazioni, con tutto il dovuto rispetto, che avessero molto a che dire in merito a dettaglio o sottigliezza. Non penso che sia una pecca di Jackson come regista, ma il film non era stato scritto né diretto in questo senso. Penso che siano stati film divertenti, che abbiano fatto riflettere e ritengo che Peter abbia fatto un lavoro veramente sorprendente. Certo sono ottime interpretazioni, ma non di quelle con un approccio sottile, attente al dettaglio e alla reciproca interazione dei personaggi. Il problema con i premi è questo come si fa a paragonare questo a quello?”.

Mortensen è senz’altro un uomo che usa le parole con cautela e con un elevato senso di onestà e integrità. E’ orgoglioso del suo lavoro ne Il Signore degli Anelli ed è uno strenuo difensore della Trilogia, ma proprio perché è un uomo onesto dichiara con candore che il primo film, La Compagnia dell’Anello, è l’unico in cui la recitazione conti veramente.

“C’è molto più equilibrio tra gli effetti speciali e la recitazione vera e propria. Il secondo e il terzo sono molto più sbilanciati verso gli effetti speciali piuttosto che verso le emozioni e l’interpretazione. Essere meritevole di un Oscar? Non ci ho mai pensato più di tanto, certo è un bel riconoscimento ma non mi sarebbe comunque d’aiuto per trovare un lavoro migliore. Se si recita pensando esclusivamente a un Oscar è come fare un lavoro a metà. Una parte di te non è mai lì realmente”.