Sette anni per tre film complessi dal punto di vista emotivo e tecnico, con un budget di quasi 300 milioni di dollari, tanto è costato a Peter Jackson che chiude la sua avventura con 30 nomination e 17 oscar. 11 Oscar solo per il Ritorno del Re, un successo da record per il regista che ha vinto in tutte le categorie per le quali era candidato (impresa riuscita in precedenza a Bertolucci con “L’ultimo imperatore”, 9 su 9), e che ha iscritto il suo Il ritorno del Re nella storia degli Academy affiancandosi al leggendario Ben Hur e al colossal Titanic. Un omaggio alla fantasia che nelle abili mani di Jackson si è trasformata in un lungo e appassionante sogno.

Alla cerimonia di premiazione il più emozionato di tutti, era ovviamente, il regista neozelandese che ha commentato: "E' incredibile, non mi aspettavo una così grande vittoria. Vuol dire che il pubblico ha davvero amato il mio film". Sul palco in compagnia di gran parte del cast e di Annie Lennox, vincitrice del premio per la canzone originale Into the West, Jackson si è presentato con barba e capelli incolti e camicia fuori dei pantaloni, ma ha indossato per l'occasione anche una cravatta e un paio di scarpe che ha confessato essere 'estremamente scomode'.

"Il fatto che il film fosse pieno di hobbit e maghi non ci ha aiutato" ha detto, "ma apprezzo i tanti riconoscimenti da parte dell'Academy perché l'amicizia, i sogni e le speranze di cui parlava Tolkien sono temi importanti oggi come allora, nella realtà come nel suo mondo fantastico. E’ un giorno meraviglioso un’odissea durata sei anni e tre film che ci ha regalato la conferma che i sogni per quanto folli, qualche volta diventano meravigliosa realtà. E' stata l'impresa più difficile della mia vita, so che d'ora in poi tutto il resto sarà in discesa".

Felice, come non esserlo? Gli 11 Oscar vinti con il terzo episodio (che di per sé già rappresentano un record) sommati ai 6 incassi nelle due precedenti edizioni, raggiungono un totale di 17 Oscar per la trilogia.

Insieme alla moglie Fran, ha vinto ben sei Oscar, tre a testa, stabilendo un nuovo primato familiare. Insieme hanno vinto le statuette per il miglior film e per la sceneggiatura, Peter quella per il miglior regista e Fran ha vinto una statuetta per la miglior canzone.

Ai record dell'Academy si aggiungono una quantità di altri premi (a partire dai Golden Globe) e lo straordinario traguardo di oltre 1 miliardo di dollari. Altro record è il numero di copie distribuite in tutto il mondo, solo in Italia la Medusa ne ha fatte circolare 1.000

Ma la trilogia vanta numeri da record che ne faranno la serie di film fra i più amati e ricordati nella storia della cinematografia mondiale.

1 milione di metri di pellicola

48.000 tra spade, scuri, scudi, e altre armi;

20.602 comparse;

15.000 costumi utilizzati;

2.400 le persone impegnate dietro le scene del film durante i periodi più caldi della produzione;

1800 coppie di piedi finti per quattro hobbit;

250 cavalli usati in una sola scena;

180 computer impiegati per gli effetti speciali;

5 ore di trucco al giorno per ogni orco;

19 nomination agli Oscar;

6 statuette vinte;

7 gli anni spesi da Jackson alla realizzazione del progetto;

30 chilometri di nuove strade costruite in Nuova Zelanda;

68 miniature costruite;

100 tra luoghi delle riprese e studios;

350 i set;

1440 le uova cucinate ogni giorno per prima colazione del cast;

20.000 dollari il costo dei caffè nel primo mese riprese;

12,5 milioni di dollari i soldi incassati dalla vendita degli anelli da collezione;

65 milioni di dollari il profitto di giochi e gadget;

5,3 miliardi di dollari la stima d'incasso per tutta la saga.