Momo è un'estetista trentenne che vive in una Taiwan sottomarina nell'anno 2100. In seguito a eventi cataclismatici infatti la maggior parte dell'umanità si è trasferita in città subacquee, facendo a ritroso il percorso che portò una volta la vita a uscire dalle acque per raggiungere la terraferma.

Il mondo intorno a lei è quello che è. Momo non può farci nulla. È più interessata alla sua vita, allo sviluppo della sua professione, nella quale è una delle migliori. Applica nei suoi trattamenti una specie di seconda pelle, chiamata M-Skin, dagli effetti miracolosi sui soggetti, e che le consente di avere  una sorta di scambio di emozioni ed esperienze con loro.

Ma Momo ha un dolore segreto: un rapporto interrotto venti anni prima con la madre, la quale, alla soglia del trentesimo compleanno della ragazza, torna a farsi viva. Vuole vedere la figlia, senza dare spiegazioni. Ma Momo vuole conoscere i segreti della madre, alta dirigente di una multinazionale editoriale chiamata Macrohard, dalla quale si distaccò all'età di dieci anni. Una madre che la trascurava, immersa nel suo lavoro.

Membrana, scritto da Chi Ta-Wei, è molte cose. È una immaginifica idea di ambientazione, svelata piano piano dalle pieghe di una vicenda che però è anche intimistica e privata. La storia di una giovane donna che ha vissuto una vita con la sindrome dell'abbandono, coltivando un profondo rancore per la donna che le diede la vita ma poi sembrò disinteressarsi di lei. Una donna che ha un rapporto problematico con il suo corpo e con la comunicazione con altri corpi che è rappresentata dalla sessualità. Ma è anche la storia di una madre che cerca un modo per superare la barriera dell'incomunicabilità con la figlia.

Entrambe, figlia e madre, cercano un modo per superare i propri limiti. In modi sorprendenti e spiazzanti.

Queste vicende umane sono immerse in un'ambientazione fantascientifica immaginata nel 1995, quando le tematiche cyberpunk dello strapotere delle multinazionali erano fortissime, e risultano oggi ancora più attuali, nell'epoca della GAFAM (Nota 1). Inoltre il romanzo poneva al lettore in modo dirompente i temi della climate fiction quando non erano ancora di moda.

Risulta invecchiato solo l'aspetto meramente tecnologico del futuro immaginato, ma sono tecnicismi di dettaglio. Come forse un dettaglio può essere qualche momento di infodump. Tuttavia l'agilità del romanzo e la profondità dei temi narrativi riescono a non rendere pesanti questi passaggi, che sono relativamente brevi.

Per quanto poi il romanzo sia letto in traduzione, il fatto che la traduzione di Alessandra Pezza sia stata effettuata direttamente dal cinese tradizionale, ci lascia ben sperare che la voce dell'autore sia stata riportata al meglio possibile.

Stilisticamente il romanzo è agile. Non una parola è sprecata. I paradigmi calviniani della rapidità e precisione del linguaggio sembrano rispettati in toto. Calvino stesso è citato, così Pasolini, Bergman e il cinema europeo. La metatestualità che sorprende e affascina. Anche questo, l'enciclopedicità, è un paradigma calviniano.

Eppure la sintesi e la rapidità non fanno venire meno la pregnanza, anzi la esaltano. 

Man mano che vengono ricostruite le vite delle due donne, e la storia dell'ambientazione, emerge forte e indissolubile il legame tra l'aspetto umano e quello fantascientifico. Non si tratta quindi di un romanzo che esce dalla metafora, che usa i tropi della fantascienza come un contorno.

Una grande domanda emerge dal rovesciamento di prospettive che Chi Ta-Wei pone a un certo punto del romanzo al lettore: qual è la differenza tra la realtà e la sua percezione?

Lo scopriremo alla fine in questo affascinante viaggio che vi invito con entusiasmo a intraprendere.