Nel 1982, nel primo ristorante della catena Freddy Fazbear’s, ci fu un assassinio brutale. Una ragazzina di nome Charlotte, che stava cercando di soccorrere un bambino lasciato solo dai genitori, venne assassinata davanti agli occhi attoniti dei commensali. Vent’anni dopo, Mike e la sua sorellina Abby cercano di trovare pace dopo i fatti di sangue che li hanno coinvolti. Il ragazzo ha iniziato a frequentare Vanessa, figlia dello spietato serial killer William Afton, mentre ad Abby mancano i suoi compagni di giochi, i giganteschi e inquietanti animatronics di Freddy's, posseduti dagli spiriti delle vittime innocenti uccisi proprio da Afton. Quando la ragazza viene contattata dalla rediviva Chica, la gallina l’implora di aiutarla e lei corre immediatamente in aiuto dei suoi amici, ma una nuova minaccia è in agguato tra le mura del vecchio ristorante.

Il week-end d’esordio di Five Nights at Freddy's fu un clamoroso successo e il film raccolse ben 80 milioni di dollari, diventando uno dei migliori debutti del 2023 e il miglior opening week-end per un horror di quell’anno, mentre per la Blumhouse Productions divenne il film con il maggior incasso fino a quel momento. Un dato notevole se si considera che la distribuzione con un’uscita contemporanea su streaming e sala ha comunque avuto un enorme successo al cinema. La critica, però, non è stata tenera, giudicando il film unanimemente in modo negativo, mentre molti spettatori — e in particolare i fan del videogioco da cui la pellicola è tratta — lo hanno giudicato divertente, in grado di rendere giustizia alla lore originale. Five Nights at Freddy's ha potuto contare, insomma, su una larga fan base fatta di un mix tra adolescenti e giovani adulti che conoscevano l’universo narrativo del gioco e a cui le qualità tecniche importavano pochissimo. Il film, insomma, ha funzionato soprattutto come “evento per fan”: non come un horror di alto livello secondo i canoni cinematografici convenzionali, ma come trasposizione è riuscito a creare delle atmosfere nostalgiche che hanno divertito il fandom.

Five Nights at Freddy's 2 non si muove lontano da questa premessa, anzi, neppure per un secondo pensa a una storia che possa avere una qualche logica o coerenza. È evidente che l’insegnamento del primo film è stato quello di incassare con il minimo sforzo creativo, affidando tutto alla lore del videogioco, e il sequel fa ancora più sua questa logica. È impossibile dare una qualunque coerenza alla storia: spesso le cose capitano e basta, nell’attesa che spuntino gli “inquietanti” animatronics. Peccato che ci vogliano buoni quaranta minuti prima che ciò accada e, anche quando questi arrivano, appaiono ridicoli più che disturbanti. Visti gli ottimi incassi del primo capitolo, è logico che questo Five Nights at Freddy's 2 sia pensato solo per i cultori della saga, diventando a tratti impossibile da seguire (o capire anche come fenomeno) per tutti gli altri. Unica sorpresa, la scelta di qualche volto noto per personaggi di contorno: Matthew Lillard, Skeet Ulrich e Wayne Knight nella parte di un odiosissimo professore. Ovviamente è già aperta la strada per il terzo capitolo.