L'Associazione degli Scrittori di Fantascienza e Fantasy d'America ha sospeso una casa editrice, togliendo alle vendite realizzate presso questo editore (Night Shade, di San Francisco) la validità per richiedere l'iscrizione all'associazione stessa.

L'azione, di insolita fermezza, è motivata da una serie di scorrettezze denunciate da alcuni autori che avevano pubblicato con questa casa editrice. I comportamenti lamentati includono la mancata risposta a telefonate e posta elettronica, il silenzio opposto alle richieste di chiarimenti sui diritti d'autore, e anche la vendita in formato ebook di libri su cui la Night Shade aveva soltanto i diritti per la pubblicazione cartacea, fatto ancor più grave se si considera che alla richiesta di desistere da quest'azione la casa editrice ha opposto il silenzio.

Non si tratta quindi di infrazioni di poco conto. La vicenda è ancora più sorprendente in quanto non parliamo di una casa editrice di scarsa importanza, visto che un libro dei suoi cataloghi (The Windup Girl di Paolo Bacigalupi, scrittore USA dal nome piuttosto nostrano) ha portato a casa nientemeno che un Premio Nebula nel 2009.

Colpita dagli strali della SFWA, la Night Shade ha risposto porgendo le proprie scuse, e giustificandosi con la crescita operativa degli ultimi anni, che avrebbe superato le capacità organizzative di uno staff piuttosto ridotto. Praticamente il successo è sfuggito di mano a questa compagnia che si definisce partita da "due uomini che spedivano libri da un garage".

L'ammissione del disastro organizzativo e perfino del pessimo lavoro fatto sui contratti, che equivale a un'automatica sconfitta se certe questioni arrivassero al tribunale, si associa alla promessa di fare meglio per il futuro.

La SFWA potrebbe togliere l'embargo alla Night Shade, ma solo dopo un anno in cui la casa di San Francisco sarà monitorata sui suoi comportamenti.

Cosa mette in luce questa storia? Ad esempio, evidenzia che anche negli USA le case editrici possono essere organizzate male, con uno staff ridotto al lumicino e una ridotta capacità nel gestire tutte le professionalità collaterali al puro e semplice scegliere dei buoni libri da pubblicare. Più inquietante ancora, una certa riluttanza e difficoltà degli autori a sfidare le ingiustizie che hanno subito, per paura di danneggiare la propria carriera. Questo in un mercato dove lo scrittore è, praticamente sempre, rappresentato da un agente che ne cura gli interessi, il che dà da pensare.