In occasione della Festa dell’Unicorno 2016 a Vinci, si è tenuto alle ore 21:00 di domenica 24 Luglio, presso il Teatro della Misericordia, un incontro con quattro protagonisti del cosplay mondiale: Yaya Han, Elffi, Giada Robin e Tine Marie Riis. In questa occasione, davanti ai fan e alla stampa, Federico Guerra ha intervistato i cosplayers per svelare i segreti dietro le quinte di questo mestiere.

Quale è stato il primo costume che avete indossato da bambini?

Elffi: Da piccolo sono stato vestito da coccodrillo. E ho dovuto interpretare Cinderella in una recita della scuola.

Tine Marie Riis: A 3 anni mi hanno fatto indossare un costume da gatto, ma io piangevo perché avevo paura così di diventare un gatto. Allora la mamma mi ha fatto un bel costume da angelo.

Giada Robin: A tre anni ero un coniglio rosa. E poi ho interpretato Zorro.

Yaya Han: Vengo dalla Cina, dove non potevi vestirti come ti pareva, ma poi mi sono trasferita in Germania e il mio primo costume è stato da fata.

Qual è il vostro primocos play che ricordate?

 

Giada Robin: Sicuramente Nico Robin di One Piece, da cui deriva anche il mio nome d’arte.

Tine Marie Riis: Anche tutte le mie sorelle fanno cosplay, tutte ci vestimmo da Link, ma con colori differenti.

Elffi: Ichigo di Bleach.

Qual è il confine tra cosplayers e cosplayers professionali?

Elffi: Il confine non è una linea dritta, dipende da cosa intendi per professionale. Di solito sei professionale quando ti danno uno stipendio per pagarti il cosplay.

Tine Marie Riis: Devi trovare qualcosa di cui la gente si fidi tanto da darti dei soldi. Ci vuole costanza e lavoro duro, solo la costanza porta al successo.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Elffi: Credo che farò One Pounch Man.

Tine Marie Riis: Direi un personaggio di League of Legend.

 

Giada Robin: Forse una nuova versione di Vaporeon, l’ho già fatto altre volte e il costume è già molto rovinato. Probabilmente sarà l’ultima volta che lo uso. Ho tanti progetti di cosplay in mente, ma viaggio molto e ho poco tempo.

Yaya Han: Potrei fare i costumi di Pokemon Go.

Il cosplay è una grande passione… ma quali sono le altre passioni della vostra vita?

Elffi: Il caffè, i Pokemon… e sono un cantante classico

Tine Marie Riis: Insegno a una scuola di cosplay.

Giada Robin: Non ho molto tempo per altro a parte il cosplay, ma tra i miei hobby c’è cantare e suonare il pianoforte.

Yaya Han: Mi piacciono la storia, le culture antiche e viaggiare.

Come scegliete i personaggi?

Elffi: A me piace assomigliare al personaggio che interpreto come corporatura

Tine Marie Riis: Faccio personaggi che mi piacciono e che sono difficili da fare, devono rappresentare una sfida.

Giada Robin: scelgo i personaggi che mi piacciono in base ai manga che leggo o in base ai videogiochi che sto giocando. Oppure personaggi di quando ero piccola che mi sono rimasti nel cuore. Oppure  a volte le aziende mi chiamano per fare pubblicità e mi commissionano un personaggio per i loro stand. Tra i personaggi proposti, scelgo anche in base alla mia corporatura… in generale, scelgo personaggi che posso rappresentare fisicamente ed emotivamente.

Yaya Han: Credo di possa fare cosplay di qualunque personaggio. Però sono bassa e non posso fare personaggi alti… comunque per me la cosa più importante è il feeling con il personaggio.

Giada Robin: Ognuno poi ha il suo stile nel fare il personaggio, non c'è competizione in questo senso. Il cosplay è una sfida con se stessi.

Ci sono differenze nel fare cosplay tra un paese e l'altro?

Elffi: In realtà persino ogni convention è diversa in questo senso.

Yaya Han In certi paesi il cosplay è mainstream, in altri è underground. Siamo nerd e dobbiamo esserne fieri, perché adesso stiamo tenendo gran parte del mondo. Quindi rispettiamoci tra noi, costruite le vostre community e sostenetevi l'un l'altro per rendere il cosplay migliore

Giada Robin Io ho cominciato per gioco, a Lucca Comics, ho condiviso le mie foto su facebook e ora ho raggiunto un milione di like, e quasi non ci credo. È incredibile avere queste persone che ti supportano, e anche ti criticano, sono tutti feedback che mi porto dietro. Anzi, devo molto ai commenti negativi, che mi hanno spinto ad andare avanti nonostante tutto. Mi hanno chiamato per la prima volta all'estero in Romania, dove ho conosciuto Yaya. Per me è stato un sogno che diventava realtà. Fare cosplay per me è anche scambio culturale. Puoi viaggiare, conoscere nuovi paesi e nuove persone.

Conta più la capacità di creare un costumi o di interpretarli?

Giada Robin Contano entrambi, soprattutto in una gara, in cui si valuta tutto. Per me il costume è la base, ma apprezzo molto la parte play del cosplay. Mi diverte quello che faccio e credo che questo sia la cosa importante.