Duncan Jones è un regista salito recentemente alla cronaca grazie alla popolarità del film noto come Warcraft – L'inizio, ma i cinefili lo tengono d'occhio sin dal lontano 2009, anno in cui debuttò con un notevole film di fantascienza: Moon. Si tratta di un lungometraggio che, nonostante il budget striminzito, riuscì a proporre ambientazioni e fotografia degni di nota, magnificamente in grado di sposarsi con la portentosa performance di Sam Rockwell.

Da allora Jones ha sporadicamente rilasciato accenni sul progetto Mute, rivelando solamente in questi giorni (su Twitter) la sua intenzione di voler proseguire quanto iniziato sulla luna sette anni fa. Più nello specifico, il regista dichiara di voler considerare Mute come il secondo capitolo di una sua personale trilogia ispirata al Blade Runner di Ridley Scott.

La trama di Mute

Concept art di Mute
Concept art di Mute

A oggi si sa solamente che Mute sarà uno sci-fi dalle tinte “dickiane” inserito in una cupa Berlino futuristica. Leo Beiler, barista muto interpretato da Alexander Skarsgard (Melancholia, Straw Dogs Zoolander), finirà con l'esplorarne ogni sordido vicolo alla disperata ricerca di una dispersa controparte femminile. Tra malviventi e gangster, l'unico ambiguo indizio per ritrovarla è la ricorrente presenza di due loschissimi chirurghi americani, di cui uno sarà Paul Rudd (Ant-ManCaptain America: Civil War), il cui ruolo nella vicenda è assai enigmatico.

Paul Rudd in Ant-Man
Paul Rudd in Ant-Man

Nessun commento ufficiale è stato reso pubblico sull'eventuale data di uscita (anche se si vocifera il 2017), ciò che è risaputo è invece il budget assegnato alla produzione: 25 milioni di dollari, ovvero cinque volte i finanziamenti che Jones aveva ricevuto per il primo capitolo della sua inattesa saga.

Non resta che attendere e vedere come il regista abbia intenzione di portare avanti questo progetto che, a suo dire, lo appassiona da più di dodici anni, ma che ha dovuto sospendere per dare spazio, con Source Code, a una pellicola commercialmente favorevoli e alla frenetica energia di Jake Gyllenhaal.