La lunga attesa è finalmente finita. Da oggi I guerrieri del ghiaccio, prima parte della traduzione di A Dance with Dragons di George R.R. Martin è disponibile nelle nostre librerie.

Parafrasando Martin, se non avete vissuto sulla Luna o su qualche pianeta lontano negli ultimi sei anni, non c’è bisogno di aggiungere altro. Ma se ugualmente volete qualche informazione in più non rimane che leggere.

Con le sue oltre quindici milioni di copie delle Cronache del ghiaccio e del fuoco vendute nel mondo – sette nei soli Stati Uniti – Martin è senza dubbio uno degli scrittori di fantasy più noti e apprezzati del pianeta. Criticatissimo a volte, visti i lunghi tempi di attesa a cui sono costretti i lettori per avere un nuovo romanzo fra le mani, proprio perché è così amato. Chi inizia a leggere le sue storie vorrebbe solo poter andare avanti, senza alcuna interruzione, per conoscere le sorti – a volte anche drammatiche – dei suoi protagonisti, e invece in alcuni casi l’attesa si è protratta per anni.

George è nato a Bayonne nel 1948. Laureato in giornalismo, ha pubblicato il suo primo racconto di fantascienza, L’eroe, nel 1971. Per tutti gli anni ’70 e ‘80 ha scritto racconti appartenenti a vari generi: fantasy, fantascienza, horror, commistioni dei tre, spesso vincendo anche premi importanti come il premio Hugo per Canzone per Lya, Re della sabbia e La via della croce e del drago, al quale si aggiungono due premi Nebula e un premio Bram Stoker.

Il primo romanzo è un’altra opera di fantascienza, La luce morente, datato 1978. A quest’opera sono seguiti Il pianeta dei venti (1981), Il battello del delirio (1982), il suo più grande successo prima delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, e The Armageddo Rag (1983), un fallimento tale a livello di vendite – nonostante l’apprezzamento della critica – da spingere tutti gli editori a rifiutare il suo successivo romanzo.

Deluso da quest’insuccesso, Martin ha iniziato a lavorare per la televisione, prima scrivendo alcune sceneggiature per la serie Ai confini della realtà, e poi collaborando in maniera più consistente alla serie La bella e la bestia. Quando però ha provato a realizzare una sua serie le cose, per un motivo o per l’altro, sono sempre sfociate in una delusione.

All’inizio degli anni ’90 a George veniva un mente una scena in modo tanto vivido da dover tralasciare le altre sue attività per metterla su carta. Si trattava del ritrovamento di alcuni cuccioli nella neve, scena che sarebbe diventata parte del primo capitolo di A Game of Thrones.

A Game of Thrones è stato pubblicato nel 1996, nell’indifferenza quasi generale. Lo stesso Martin ricorda come il suo romanzo non fosse nemmeno andato vicino a entrare nelle classifiche di vendita. Del resto lui era noto come scrittore di fantascienza più che di fantasy, ed erano parecchi anni che un suo romanzo non giungeva nelle librerie perciò nessuno si attendeva nulla da lui.

Un po’ meglio era andata con l’uscita dell’edizione tascabile, sulla cui copertina campeggiava un elogio firmato da Robert Jordan.

Il romanzo successivo, A Clash of Kings, è del 1999, lo stesso anno in cui la saga è arrivata in Italia con la prima metà del primo romanzo, Il trono di spade. Niente vendite clamorose, ma la notorietà dell’autore iniziava a crescere, e il volume successivo, A Storm of Swords, pubblicato nel 2000, aveva finalmente buoni riscontri di vendita.

Trovato il pubblico lo scrittore sembrava perdere l’ispirazione, o almeno così hanno ipotizzato molti fan stanchi di aspettare la pubblicazione di un seguito continuamente rimandato. In realtà Martin, arrivato a un punto di snodo centrale della saga, a un certo punto ha deciso di strutturare il suo lavoro in modo diverso da quello che aveva previsto all’inizio, perdendo così un intero anno di scrittura.

La gestazione del quarto romanzo, fra riscrittura e problemi a coordinare le numerosissime trame, sarebbe durata ben cinque anni. Il volume pubblicato nel 2005, A Feast for Crows, è balzato immediatamente al primo posto della classifica dei bestsellers del New York Times, ma ha anche deluso molti appassionati perché, visto l’alto numero di trame in corso contemporaneamente, George ha deliberatamente lasciato fuori dal romanzo alcuni dei suoi protagonisti.

Per conoscere le loro storie i lettori hanno dovuto aspettare altri sei anni, fino allo scorso mese di giugno, quando A Dance with Dragons è finalmente giunto nelle librerie, stabilendo il record di vendite per il 2011 di un libro nel giorno della sua pubblicazione. È proprio la prima parte di questo romanzo quella che oggi è finalmente arrivata nelle nostre librerie. Intanto la popolarità della saga è cresciuta enormemente grazie a una serie televisiva che dall’11 novembre giungerà anche sugli schermi di Sky, al punto che la scorsa primavera lo scrittore è stato inserito fra le 100 persone più influenti della Terra dal settimanale Time.

I guerrieri del ghiaccio è solo la prima parte del romanzo. La seconda, che quasi certamente si intitolerà I fuochi di Valyria, è prevista per aprile 2012, mentre la terza parte dovrebbe essere pubblicata nel giro di qualche mese. Con questi volumi il totale dei libri italiani salirà a dodici. I romanzi scritti da Martin però sono solo cinque. La differenza è dovuta al fatto che i vari volumi sono stati divisi dall’editore italiano in due o tre parti.

La consuetudine di dividere i romanzi in due parti non è un’esclusiva italiana. In Francia ciascun romanzo è stato suddiviso in un numero di volumi variabile da due a quattro, in Germania, Repubblica Ceca, Estonia, Norvegia, Svezia, Polonia e Portogallo sono stati tutti suddivisi in due, mentre in Giappone nella prima edizione i romanzi sono stati divisi in due o tre parti, nella seconda in cinque.

Alla suddivisione italiana dei vari romanzi anni fa ho dedicato un articolo:

George R.R. Martin, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

George R.R. Martin, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

Articolo di Martina Frammartino Giovedì, 10 dicembre 2009

Cronologia di una saga che sembra infinita. Quanti volumi compongono Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco? Per saperlo facciamo il punto sulle varie opere pubblicate fino a questo momento

Leggi

La situazione da quel momento è lievemente cambiata, Urania ha terminato di pubblicare i primi quattro romanzi, Mondadori ha pubblicato un volume che raccoglie i primi due romanzi e ne sta preparando un altro dedicato al primo, e nel corso di questi mesi vedremo ultimare la pubblicazione del quinto. L’elenco dei primi nove titoli in edizione Oscar però è ancora valido, e può essere utile a chiarire qualche dubbio. Con la consapevolezza che la storia è ancora ben lontana dall’essere terminata visto che, se George non cambierà idea un’altra volta, mancano ancora The Winds of Winter e A Dream of Spring.

Di A Dance with Dragons abbiamo già pubblicato una recensione:

A Dance with Dragons

A Dance with Dragons

Articolo di Martina Frammartino Venerdì, 26 agosto 2011

Leggi

La recensione non contiene particolari spoiler, e può essere letta senza problemi da chi conosce i romanzi fino a A Feast for Crows, o L’ombra della profezia.

Quanto a questo volume, la prima cosa che i lettori possono notare, ovviamente, è la copertina. I guerrieri del ghiaccio presenta un’illustrazione grande quanto tutta la pagina, così come già era avvenuto tanti anni fa per Il trono di spade e Il grande inverno, solo che in questo caso lo sfondo raffigurante uno spoglio e gelido paesaggio si espande anche lungo la costa e comprende tutta la quarta di copertina. Si tratta certamente dell’illustrazione più bella degli ultimi otto volumi, ma presenta un piccolo fattore di disturbo: la costa. Chi ha comprato i romanzi nell’edizione rilegata ha i primi due volumi con coste nere sulle quali campeggia un piccolo riquadro che richiama l’illustrazione di copertina e scritte in caratteri gotici poste in orizzontale. Dal Regno dei lupi in poi invece la costa è bicolore – realizzata ogni volta con colori diversi, scritte in stampatello e poste in verticale, non proprio il migliore degli accostamenti visto che in questo modo i volumi non sembrano appartenere alla stessa saga. In questo caso scritte e caratteri non sono cambiati, ma il colore è unico. Tre grafiche diverse – anche se bisogna riconoscere che fra la prima e la terza sono trascorsi dodici anni, e che in questo tempo lo stile delle copertine è cambiato – sono un po’ troppe per quella che in fondo è un’opera unica.

Appena apre il romanzo il lettore viene colpito dalla cartina, e anche qui ci sono grossi cambiamenti. Le precedenti cartine erano state realizzate da James Sinclair, questa si deve a Jeffrey L. Ward. I cambiamenti non sono da poco, e non si limitano solo all’utilizzo di nuovi caratteri. Le strade e i fiumi sono segnati in modo molto diverso, quindi sono finalmente distinguibili a colpo d’occhio. In più c’è anche una distinzione grafica fra città, villaggi, castelli, rovine e castelli in rovina. Soprattutto ci sono molti più nomi, segno che lo scrittore ha esplorato molto attentamente il suo mondo. Ma ci sono anche differenze nei nomi, Crackhall modificato in un più corretto Crakehall, Pietra di Runa, Acque Fredde e Portale dell’Ariete lasciati nella versione originale di Runestone, Coldwate e Ramsgate, mentre Oldcastle, precedentemente non tradotto, è diventato Vecchio Castello. I cambiamenti nei nomi della cartina potrebbero essere accompagnati da un cambio d’impostazione anche nella traduzione, in passato pesantemente criticata da alcuni fan.

I primi tre romanzi erano stati tradotti da Sergio Altieri. Per A Feast for Crows Altieri era stato affiancato da Michela Benuzzi. Per A Dance with Dragons Altieri è stato affiancato dall’esperto G.L. Staffilano, già traduttore di numerosissime opere di Robert E. Howard, di un gran numero di volumi della collana Urania, dei Canti di Hyperion di Dan Simmons e dei primi tre volumi della Ruota del Tempo di Robert Jordan.

Senza dubbio la presenza di un secondo traduttore di quest’esperienza comporterà modifiche nel modo di tradurre i romanzi. Intanto segnalo una delle traduzioni difficili, relativa a Reek. L’uomo ripete spesso nella sua mente una specie di tormentone legato al suo nome: “My name is Reek, it rhymes with bleak”. Solo che il nome Reek fa rima con una serie di altre parole, meek, squeak, leek, cheek, weak, freak e forse con qualche altro termine. Vista l’impossibilità di una traduzione mantenendo il senso originale, e visto che la frase è fondamentale per comprendere meglio la psicologia del personaggio, la scelta è stata quella di accostare il vocabolo italiano a quello originale. E così abbiamo “Reek, fa rima con bleak, tetro”, “Reek fa rima con meek, sottomesso”, e così via.

I guerrieri del ghiaccio si apre con una lunga dedica contenente ringraziamenti ai fan per la loro pazienza, e ai fan italiani in particolare per il vino che gli hanno generosamente regalato nel corso di una cena tenutasi a Lucca, in concomitanza con Lucca Comics & Games, nel 2005. Segue una doverosa nota di cronologia che ci ricorda come questo romanzo più che seguire il precedente in senso tradizionale corre in parallelo con esso, visto che tanto A Feast for Crows quanto A Dance with Dragons iniziano immediatamente dopo gli avvenimenti di A Storm of Swords. Ovviamente sono indicati i titoli italiani, e quindi è stato necessario qualche aggiustamento nelle frasi perché il discorso potesse funzionare. Feast (in italiano c’è scritto L’Ombra della Profezia, ma quel romanzo comprendeva anche Il dominio della regina) si era concentrato su quanto stava accadendo ad Approdo del Re, nelle Isole di Ferro e a Dorne, mentre Dance ci riporta alla Barriera e oltre, attraverso il Mare Stretto fino alla città libera di Pentos e al Golfo degli Schiavisti per raccontarci le vicende di Tyrion, Jon, Daenerys e di tutti gli altri personaggi assenti in A Feast for Crows. Martin spiega anche che, poiché questo romanzo è più lungo del precedente, a un certo punto le due linee temporali si uniscono, e le storie di quasi tutti i personaggi ricominciano a procedere in parallelo. Vista la differenza fra l’edizione originale e la nostra, la frase che noi possiamo leggere spiega che I guerrieri del ghiaccio e i due volumi successivi coprono un periodo di tempo più lungo, confermando implicitamente la suddivisione del romanzo in tre parti.

Martin si augura di rabbrividire insieme a noi nei prossimi volumi, e infatti il prologo è ambientato oltre la Barriera. Era già successo con Il trono di spade e Tempesta di spade, mentre Il regno dei lupi si era focalizzato su Roccia del drago e Il dominio della regina su Vecchia Città. Ancora una volta la storia inizia con un personaggio secondario, ma la scena che lo riguarda è importante ed è letteralmente… da brividi.

Quindi ci sono i capitoli, 71 nell’edizione originale, più un epilogo. Qui i capitoli sono solo 24, più il prologo, per un totale di 409 pagine corrispondenti alle prime 319 pagine originali.

La maggior parte dei capitoli porta il nome di un personaggio, mentre in alcuni casi è celato sotto una definizione. L’abitudine di nascondere alcuni nomi era già nata con Il dominio della regina, qui Martin procede nel voler giocare con il lettore. Forse alcuni nomi a un primo impatto ci direbbero ben poco, forse sono i personaggi stessi a scegliersi un soprannome perché devono in qualche modo mascherare la loro identità, come avviene con Alayne e la Gatta dei canali.Prima di proseguire segnalo che da qui in poi ci sono piccoli spoiler di A Dance with Dragons, i nomi dei personaggi e poco più, ma ci sono spoiler enormi per chiunque non abbia terminato L’ombra della profezia.

Questi sono i capitoli con un nome in ordine di apparizione:

Tyrion, 11 capitoli (6 tradotti);

Daenerys, 11 capitoli (4 tradotti);

Jon, 13 capitoli (5 tradotti);

Bran, 3 capitoli (2 tradotti);

Davos, 4 capitoli (3 tradotti);

Reek, 3 capitoli (2 tradotti);

Melisandre, 1 capitolo (non tradotto);

Jaime, 1 capitolo (non tradotto);

Theon, 1 capitolo (non tradotto);

Cersei, 2 capitoli (non tradotti);

Victarion, 1 capitolo (non tradotto).

In più ci sono i punti di vista non ben definiti:

L’uomo del mercante;

Il lord perduto;

The Windblown;

The Wayward Bride;

The Prince of Winterfell;

The Watcher;

The Turncloak;

The king’s prize;

The blind girl;

A ghost in Winterfell;

The queensguard;

The iron suitor;

The discarded knight;

The spurned suitor;

The griffin reborn;

The sacrifice;

The ugly little girl;

The kingbtreaker;

The dragontamer;

The Queen’s hand.

Tyrion, Daenerys e Jon, assenti nel romanzo precedente, occupano gran parte di questo. Torna anche Bran, di cui avevamo perso le tracce all’inizio del Portale delle tenebre, e Theon, già punto di vista solo in A Clash of Kings, con una trama dai contenuti emotivi molto forti. Diventano punti di vista personaggi già noti come Melisandre e Victarion, ma solo in I fuochi di Valyria la prima e nell’ultima parte del romanzo il secondo, che fra l’altro non è l’unica piovra protagonista di Dance. E poi ci sono gli altri. Arya, ovviamente, dai Fuochi in poi, non Sansa, per ammissione dello stesso Martin, e Ser Barristan Selmy. Un punto di vista nuovo è legato a Dorne, e da lì parte una trama importante. Non la più sorprendente, che fa capolino per la prima volta proprio ne I guerrieri del ghiaccio all’interno delle vicende di un altro personaggio. In questo caso forse un avviso lo avevamo avuto, c’è un episodio alla pagina 114 di Il trono di spade (undicesimo capitolo dopo il prologo per chi ha l’edizione comprendente i primi quattro volumi italiani) che potrebbe anche essere un indizio, anche se è un po’ troppo poco per esserne certi. Un uomo che sorride in modo enigmatico, a prima vista per non mostrare cosa pensi davvero della scenata di un altro personaggio, ma forse è perché lui sta nascondendo alla persona irata qualcosa d’importante.

La linea temporale inizia subito dopo Il portale delle tenebre, è bene ricordarlo. E così si torna indietro nel tempo, cosa evidente soprattutto con Jon. Nel Dominio della regina lo abbiamo visto salutare Sam dal punto di vista del giovane Tarly, qui la scena si ripete dal punto di vista opposto, ma l’episodio avviene solo nel secondo capitolo di Jon. All’inizio la cosa può dare un po’ fastidio, la sensazione di sfasamento temporale è forte, ma confrontando i due capitoli si vede la straordinaria capacità di Martin di caratterizzare i diversi personaggi. Cambia il punto di vista, e cambia la percezione dell’evento, anche se è il medesimo. Incidentalmente va segnalato che quel capitolo contiene la scena più esaltante dell’intero volume.

Il capitolo è importante anche per un altro motivo: ci ricorda che le cose vanno sempre viste in prima persona. Jon e Sam, pur essendo davvero amici, si nascondono a vicenda cose fondamentali, e ciascuno percepisce la verità a modo suo. E quella della verità è uno dei temi portanti della vicenda. La verità che si nasconde nel ritornello di Reek, così come quella che nel Dominio della regina ha portato a Cersei la notizia della morte di Davos, qui vivo e vegeto perché siamo tornati indietro nel tempo, o ancora quella celata da Manifredde.

Il volume finisce senza una fine. Si tratta del primo terzo di un romanzo, perciò le cose non possono che essere così. Carne al fuoco ce n’è tanta, come tanti sono i personaggi. Per ricordarli meglio riepilogo rapidamente quella che era la situazione alla fine di A Feast for Crows.

Arianne Martell.

Dopo aver portato sulla scena Casa Martell nella persona di Oberyn, apparso in I fiumi della guerra, Martin ha aperto una nuova trama dedicata alla famiglia più importante di Dorne in Il dominio della regina. Arianne ha visto sfumare i suoi piani, senza riuscire a scoprire cosa abbia in mente suo padre, ma eventi importanti si preparano al Sud.

Arya Stark.

La lupacchiotta in fuga dai Sette Regni si trova a Braavos, dove si sta addestrando con gli Uomini senza volto. Nell’ultimo capitolo a lei dedicato in L’ombra della profezia aveva ucciso un uomo e perso la vista.

Bran Stark.

È uno dei grandi assenti di A Feast for Crows. Il suo ultimo capitolo è stato il primo di Il portale delle tenebre, e proprio usando il Portale delle tenebre Bran ha oltrepassato la Barriera per incontrare Manifredde.

Brienne di Tarth.

La sua ricerca di Sansa Stark, protratta per tutto A Feast for Crows, è in una fase particolarmente… sospesa.

Cersei Lannister.

Dopo averla vista agire per tutta la saga, le cose iniziano a essere osservate anche dal suo punto di vista in Il dominio della regina. L’ombra della profezia la lascia prigioniera dell’Alto Septon e in attesa di giudizio.

Daenerys Targaryen.

Dopo aver appreso della sorte di Astapor nel Portale delle tenebre decide di fermarsi a Meereen per imparare a governare. È una delle grandi assenti da A Feast for Crows.

Davos Seaworth.

L’ultima volta che lo si è visto, nel Portale delle tenebre, ha convinto Stannis a fare vela verso il Nord. In seguito Stannis lo ha inviato in missione in cerca di alleati. L’ultima notizia che si ha di lui, assente in A Feast for Crows, è fornita da Cersei all’inizio di L’ombra della profezia, quando afferma che il Cavaliere delle cipolle è stato giustiziato da lord Wyman Manderly.

Casa Greyjoy.

Theon è apparso per l’ultima volta in La regina dei draghi, decisamente pentito di essersi affidato a Reek. Morto Balon in Tempesta di spade, in A Feast for Crows Euron diviene il nuovo re delle Isole di Ferro. I suoi piani però sono ben diversi da quelli del defunto fratello, e soprattutto lui possiede un corno magico capace di scombinare i piani dei suoi rivali.

Jaime Lannister.

Ottenuta la resa di Delta delle Acque in L’ombra della profezia, è ancora in missione con l’esercito.

Jon Snow.

È uno dei grandi assenti da A Feast for Crows, dove compare solo brevemente, visto attraverso gli occhi di Sam, nel primo capitolo dedicato al Confratello nel Dominio della regina.

Samwell Tarly.

Al termine di L’ombra della profezia è appena giunto a Vecchia Città.

Sansa Stark.

Celata sotto mentite spoglie nella Valle di Arryn, al momento non può che sottostare ai piani di Petyr Baelish.

Tyrion Lannister.

In fuga dopo i drammatici eventi che concludono Il portale delle tenebre, Tyrion è uno dei grandi assenti di A Feast for Crows.

Il risvolto di copertina:

La tanto enfatizzata "vittoria" del leone di Lannister, che si è compiuta nell'Ombra della Profezia, lascia dietro di sé un'interminabile scia di sangue. All'improvviso l'intera struttura di potere della dinastia dell'oro di Castel granito sembra crollare dalle fondamenta. Sepolto l'infame lord Tywin, assassinato dal proprio figlio nano, finita in catene la regina Cersei nelle segrete del rinato Credo dei Sette Dèi, seduto il piccolo Re Tommen su un trono di lame pronte a ucciderlo, il destino dell'intero continente occidentale è di nuovo in bilico. Sulla remota Barriera di ghiaccio, estrema difesa nord del reame contro nemici terribili e soprannaturali che calano dal gelo degli eoni, il temerario Jon Snow è costretto a consolidare a fil di spada il suo rango di lord comandante dei Guardiani della notte.

Al di là del mare Stretto, mentre l¿intrepida giovane regina Daenerys Targaryen continua a difendere il proprio dominio contro orde di nemici antichi e nuovi, dalle ombre del passato riemerge il furore fiammeggiante della sua stessa nobile casa.

In fuga verso le città libere, risucchiato suo malgrado in un complotto che ha dell'inconcepibile, Tyrion Lannister, l'astuto Folletto regicida e parricida che tutti sembrano volere morto, potrebbe in realtà essere la chiave di volta della restaurazione della mai realmente estinta dinastia del Drago. Lanciato in una pericolosissima ricerca lungo un fiume tanto leggendario quanto letale, Tyrion è costretto ad affrontare avversari inaspettati e sanguinari: infidi mercenari pronti a tagliare qualsiasi gola per una sacca di conio, un principe di Dorne che si rivela un micidiale guerriero e un cavaliere maledetto deciso a riconquistare l'onore perduto.

Tra scontri feroci ai confini del mondo, esplorazioni lungo fiumi infestati da creature demoniache, guerre implacabili contro nemici che non conoscono null'altro che la legge dello sterminio, I Guerrieri del Ghiaccio è l¿attesissimo decimo volume della grandiosa saga "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" che segna il ritorno sulla scena di George R.R. Martin, l'autore di fantasy diventato un vero e proprio "cult" mondiale.

La quarta di copertina

La tanto enfatizzata "vittoria" del leone di Lannister, che si è compiuta nell'"Ombra della Profezia", lascia dietro di sé un'interminabile scia di sangue. All'improvviso l'intera struttura di potere della dinastia dell'oro di Castel granito sembra crollare dalle fondamenta. Sepolto l'infame lord Tywin, assassinato dal proprio figlio nano, finita in catene la regina Cersei nelle segrete del rinato Credo dei Sette Dèi, seduto il piccolo Re Tommen su un trono di lame pronte a ucciderlo, il destino dell'intero continente occidentale è di nuovo in bilico. Sulla remota Barriera di ghiaccio, estrema difesa nord del reame contro nemici terribili e soprannaturali che calano dal gelo degli eoni, il temerario Jon Snow è costretto a consolidare a fil di spada il suo rango di lord comandante dei Guardiani della notte. Al di là del mare Stretto, mentre l'intrepida giovane regina Daenerys Targaryen continua a difendere il proprio dominio contro orde di nemici antichi e nuovi, dalle ombre del passato riemerge il furore fiammeggiante della sua stessa nobile casa. In fuga verso le città libere, risucchiato suo malgrado in un complotto che ha dell'inconcepibile, Tyrion Lannister, l'astuto Folletto regicida e parricida che tutti sembrano volere morto, potrebbe in realtà essere la chiave di volta della restaurazione della mai realmente estinta dinastia del Drago. Lanciato in una pericolosissima ricerca lungo un fiume tanto leggendario quanto letale, Tyrion è costretto ad affrontare avversari inaspettati...

George R.R. Martin, I guerrieri del ghiaccio

Traduzione di G.L. Staffilano e Sergio Altieri

Mondadori  - Pag. 486 - 19,00 €

ISBN: 9788804581581