I fan di George R.R. Martin, soprattutto quelli di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, possono tirare un sospiro di sollievo: al massimo in due anni la famosa saga arriverà alla sua conclusione. Titoli dei libri, trama, personaggi: tutti è già stato pianificato, manca solo la stesura che sta venendo realizzata a ritmo forsennato.

Com’è possibile questo scatto da centometrista quando lo scrittore americano è divenuto famoso per la sua lentezza nel portare avanti la sua serie più famosa, dove in molti erano pronti a giurare che non avesse le idee chiare su cosa fare della saga, se non addirittura non avesse idea alcuna di come tirare fuori il ragno dal buco?

In America c’è stata una fuga di notizie e sono cominciate a spargersi alcune indiscrezioni su un’intervista rilasciata da Martin a Vanity Fair sul numero in uscita a maggio; già si hanno degli stralci di quanto rilasciato dallo scrittore.

«Ho attraversato per anni un periodo di crisi profonda per quanto riguarda l’ispirazione.» Si è confessato lo scrittore «Ho fatto di tutto per uscirne: dalla psicanalisi allo yoga, dallo yogurt ai frutti di bosco e nutella con sopra una spruzzata di panna annaffiata con caffè all’ipnosi, dall’accendere ceri di un chilo in chiesa alla meditazione fatta sotto la doccia fredda mentre bruciavo incenso. Niente da fare.» Una lacrimuccia è scesa mentre racconta i fantasmi del suo passato recente. «L’ispirazione era scomparsa: non sapevo più dove sbattere la testa per trovare le idee per far andare avanti la storia. Era diventato un incubo. Alzavo gli occhi dalla scrivania e vedevo la testa di Eddard Stark sopra una pila di libri che incupito mi guardava storto: “C@#@o! Mi hai fatto morire per niente”, mi rimproverava. Mi voltavo e tra le ombre dell’angolo tra muro e armadio vedevo lo Sterminatore di Re con il suo sorrisetto bastardo “Vuoi muoverti o devo infilzare il tuo culone flaccido con la mia spada?”. Andavo in bagno e trovavo seduto Bronn sul bordo della vasca intento a pulirsi le unghie con un coltello “Non ti sei ancora stancato di menartelo invece di scrivere?”. Della notte è meglio non parlarne: mi svegliavo a ogni luce delle auto che passavano per strada, credendo che fossero le torce di una folla inferocita di fan che voleva mettere la mia testa su una picca.»

Copertina non ufficiale per The Winds of Winter
Copertina non ufficiale per The Winds of Winter
L’ampio torace di George è scosso da un singhiozzo. «Non sapevo più a che santo rivolgermi. Poi, l’idea.» Il suo viso s’illumina di sollievo. «Mi sono ricordato dei tempi di quando giocavo di ruolo a SuperWorld e di quando ho visto giocare alcuni ragazzi a Dungeon&Dragons: allora non mi ero appassionato a quel gioco per aver letto troppi brutti racconti di cappa e spada, ma adesso poteva tornarmi utili. Mi sono procurato una vecchia edizione di quel gioco, acquistando i volumi del Dungeon Master, del Giocatore e dei Mostri e me li sono studiati a fondo. Ho creato diverse tabelle divise per tipo: alcune con le caratteristiche fisiche, mentali, caratteriali per i personaggi, altre riguardanti gli incontri (sessuali, di combattimento, alleanze e tradimenti) e altre per le decisioni da prendere e le reazioni di fronte ai vari eventi. Poi ho cominciato a far rotolare i dadi sul tavolo: in base ai numeri che saltavano fuori, andavo a vedere sulle schede a cosa corrispondevano i risultati e così avevo un quadro di quello che doveva succedere e con chi. Come per incanto i fogli si sono cominciati a riempire a ritmo vertiginoso, pile su pile di storie che s’intrecciavano e crescevano creando altre storie, dando vita ad altri personaggi e altri mondi, come per esempio il Sottosuolo e una nuova razza dalla pelle nera e i capelli del color dell’argento.» 

Martin gongola come un bambino, orgoglioso del suo lavoro. «La storia ha una linfa vitale così rigogliosa che sto prendendo seriamente in considerazione l’idea di fare un Cronache del ghiaccio e del fuoco 2 ambientato secoli dopo le vicende che mi hanno reso famoso, dove la tecnologia si è sviluppata, usando personaggi politici europei contemporanei come fonte d’ispirazione: specie in Italia ce ne sono parecchi, sono meglio dei personaggi che invento. Non mi devo neppure sforzare più di tanto.» Si sfrega le mani ancora più soddisfatto.

I lettori delle Cronache del ghiaccio e del fuoco possono dormire sonni tranquilli ora: Martin is back!