Fa tappa anche a Roma il tour europeo di Patrick Rothfuss. Per chi volesse incontrare l’autore de Il nome del vento ci sono ben due possibilità, sabato 9 maggio e domenica 10 alle librerie Le storie e Fanucci.

Anche se fino a ora ha pubblicato un solo romanzo, il primo volume di quella che è prevista come una trilogia, Le cronache del re assassino, Rothfuss ha subito catturato l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori.

Elizabeth Wollheim, presidente della Daw Books e grande esperta di fantasy, ha dichiarato che il romanzo è la più brillante opera d’esordio che abbia mai letto in trent’anni di attività, e che dopo aver letto solo un centinaio di pagine aveva capito di doverlo assolutamente pubblicare.

A suo giudizio l’autore eguaglierà la fama di personaggi del calibro di Terry Brooks, George R.R. Martin, Robert Jordan, Terry Goodkind e Tad Williams.

La storia, narrata in prima persona, è quella del giovane Kvote che, da membro di una compagnia di attori e musicisti girovaghi, diventerà il più famoso mago del mondo. Perché questo accada, però, il giovane dovrà passare attraverso numerose esperienze, non sempre piacevoli o semplici da affrontare. È la storia di un eroe intrappolato in quello stesso mito che è divenuta la sua vita, e che non racconta cosa sia l’eroismo ma lo mostra con immagini estremamente vivide.

Per un commento più dettagliato vi rimandiamo alla recensione del nostro Bruno Bacelli: /libri/8725/

Patrick Rothfuss
Patrick Rothfuss
Rothfuss, nato nel Wisconsin nel 1973, sul suo sito dichiara scherzosamente di essere stato fortunato perché li, grazie agli inverni lunghi e alla mancanza della televisione via cavo, in lui è nato l’amore per la lettura. E, accanto a una mamma che gli leggeva storie quando era un bambino, ha avuto anche un padre che gli ha insegnato come si costruiscono le cose. Queste, afferma, sono le basi per diventare un buon narratore.

Nel corso degli anni ha cambiato spesso lavoro e studio, accostandosi a materie anche diversissime ma che in qualche modo avevano il potere di affascinarlo: ingegneria chimica, psicologia clinica, filosofia, storia medievale, teatro, antropologia, sociologia, e infine letteratura inglese, materia nella quale – dopo nove anni di studi – ha finalmente terminato il college.

In tutto questo tempo la costante è stata quella della scrittura nelle sue molteplici accezioni. Poesie, testi satirici, brani per commedie teatrali e soprattutto un lunghissimo romanzo dedicato alla vita di un uomo chiamato Kvothe.

La storia, a suo dire, è stata rifiutata da tutti gli agenti letterari dell’universo conosciuto, ma nel 2002 un suo estratto adattato alla forma del racconto, The Road to Levinshir, ha vinto il concorso Writers of the Future contest. La pubblicazione di questo testo lo ha fatto entrare in contatto con Kevin Anderson prima e con Elizabeth Wollheim poi, segnando di fatto la nascita di Il nome del vento.

La pubblicazione del secondo romanzo, The Wise Man’s Fear, era stato inizialmente ipotizzata per il 2008, ma a tutt’oggi non esiste una data certa di uscita del volume. Qualche tempo fa Patrick ha spiegato il perché in un lunghissimo messaggio apparso sul suo blog.

In pratica, non è ancora terminato.

Uno dei problemi di Rothfuss è legato alla sua lunghezza. Il nome del vento è costituito da oltre 250.000 parole, che in italiano hanno formato un volume di 852 pagine. The Wise Man’s Fear potrebbe superare le 300.000 parole.

È vero che la Wollheim ha letto la storia completa, e ha deciso di dividerla in tre parti semplicemente perché era impossibile realizzare un tomo di quelle dimensioni. Però in sei mesi Rothfus ha scritto altre 60.00 parole perché e suo giudizio servivano più azione, più tensione, più dettagli. Insomma, non era del tutto soddisfatto di ciò che aveva già realizzato e si è messo a lavorare per migliorarlo.

E a complicargli la vita c’è la struttura della storia, che non segue le classiche unità aristoteliche o i cinque atti di una commedia shakesperiana. Il romanzo è una combinazione di autobiografia, percorso iniziatico dell’eroe, fantasy epica, narrativa di viaggio, racconto fantastico, storia di un’epoca, con anche qualche elemento romantico e di mistero. Mettere assieme così tante cose gli sta creando non poche difficoltà, ma è questo il genere di libro che vuole realizzare e sul quale sta lavorando.

Senza dimenticare il suo estremo perfezionismo, che lo porta a ricercare costantemente la parola “giusta”, l’unica che esprime con precisione ciò che lui vuole dire. O a preoccuparsi per l’ordine delle scene, la caratterizzazione dei personaggi, la tensione narrativa o le trame secondarie. Non vuole che tutti questi aspetti siano buoni. Li vuole perfetti. E questo richiede tempo.

Per saperne di più su questi problemi, ma anche sui libri che verranno, non resta che correre in libreria.

Gli appuntamenti:

Sabato 9 maggio ore 18,00

Libreria Le storie, via Giulio Rocco 37/39

Roma

Domenica 10 maggio ore 18,00

Libreria Fanucci, piazza Madama, 8

Roma