Introduzione

Dieci anni.

Sono passati in un soffio, eppure sembra ieri quel 25 settembre 1999, il giorno in cui Marion Zimmer Bradley si spegneva all'Alta Bates Medical Center di Berkeley, in California, più o meno alle 18.00 di quel tardo pomeriggio.

In una stanza di quell'ospedale, dopo quattro giorni dall'attacco di cuore che infine l'aveva vinta (dopo un decennio di lunghe battaglie mediche che ne avevano debilitato il fisico), se ne andava l'autrice che aveva incantato nei 50 anni precedenti milioni di lettori con le sue saghe di Avalon e Darkover.  

Di lei, per sua stessa disposizione, non rimasero altro che un po' di ceneri, sparse due mesi dopo al Glastonbury Tor, nel Somerset, in quelle terre che avevano fatto da scenario al suo romanzo più grande, Le Nebbie di Avalon (1983).

Con questo, la sua opera era compiuta.

Gli esordi

Da: Le più belle storie di Marion Zimmer Bradley, (TEA Editore, 2003, trad. Valentino De Carlo, pag. 7):

«Ho già raccontato questa storia; come accadde che, tornando in treno da Watertown, New York, a casa mia nella Renesselaer Count, dovessi aspettare una coincidenza a Utica. Fu in quell’occasione che, praticamente per la prima volta in vita mia, decisi d’investire parte dei miei guadagni estivi nell’acquisto di una scatola di cioccolatini e di una rivista di mio gusto.»  […] «Acquistai un numero di Starling Stories dov’era pubblicato The Dark World, di un certo Kuttner, il cui nome completo – ma questo l’avrei appreso più tardi – era Catherine Moore Kuttner. Riguardando a una vita ricca di eventi, posso dire in tutta onestà che nessuna esperienza mi ha mai ridato l’emozione e l’entusiasmo di quel viaggio nel crepuscolo, immersa nello splendido mitico romanzo di un uomo che trasforma i mondi.»

Come nasce un grande autore di fantasy e fantascienza? Le risposte sono tante; tante quanti sono gli autori editi a oggi. Ma quella che ci viene data in queste poche righe, scritte di mano dalla stessa autrice e riportate all’inizio della sua raccolta, parlano chiaro: passione. Improvvisa e folgorante, che lascia il segno. E, ancora, emulazione. Il desiderio di compiere un percorso già intrapreso da altri nei quali ci si identifica e riconosce. Un sentire comune, l’appartenenza a un qualcosa che, per la prima volta (come ben emerge da questo estratto), si è scelto per noi stessi.   

Sword of Avalon (2009)
Sword of Avalon (2009)

«Dopo un’infanzia terribilmente solitaria, da topina di biblioteca, tra ragazzi interessati solamente al lancio di palle d’ogni forma e dimensione, e tra ragazze il cui unico scopo nella vita era indossare gonnelline microscopiche e saltellare vociando “Iè, iè, iè” a favore dei lanciatori di palle (attività che, a mio parere, rimane a tutt’oggi ancor più cretina che lanciare le palle), avevo scoperto persone a me congeniali.» Un'infanzia difficile. Una ragazza introversa, che amava perdersi in volumi di qualsiasi genere e tipo, parlassero delle religioni druidiche o di scintillanti navicelle spaziali. Eppure, da queste parole, emerge lo spaccato peculiare di una donna a tutto tondo, e a 360°, con un carattere non certo chiuso e riservato come lascia a intende ma, anzi, come emergerà spesso nei suoi romanzi, sempre volto a mettere in prima linea un grande ideale: fosse la rivalsa sociale femminile, omosessuale, o di tutte quelle minoranze vessate dal “ben pensare” più bigotto e ottuso.  

Questo in sintesi l’intimo esordio di Marion Zimmer Bradley, il motivo chiave della sua esistenza letteraria. Un esordio lungo e complesso, dal primo racconto dato alle stampe nel 1952, Innesto Centauriano, a una lunga e articolata gavetta che portò l’autrice al primo vero romanzo, pubblicato a puntate nel 1957, e noto come I Falconi di Narabedla. I primi involucri di un qualcosa non ancora ben definito, impalpabile, ma che stava lentamente ribollendo sotto una superficie increspata da idee che presto avrebbero assunto i nomi di Darkover e Avalon…

L'inizio di una carriera di successo che non affrontiamo qui perché già trattata da chi scrive, nel 2006, con una serie di approfondimenti sull'autrice e sul ciclo di Darkover; approfondimenti leggibili a questi link: La scopritrice di DarkoverGli albori di Darkover; Cartografia nascosta; I grandi libri, parte prima; I grandi libri, parte seconda; Volumi smarriti; Il futuro di Darkover.