Per il meglio e per il peggio, La Saga di Darkover è la più complessa e fascinosa espressione letteraria che questa pregevolissima autrice ebbe il merito di lasciarci, gettando le basi di un innovativo genere letterario che andremo prossimamente a esaminare: la science fantasy.  Tuttavia, per quel che riguarda i libri della Saga, durante lo scorso appuntamento con La Quintessenza di Darkover ci eravamo lasciati proprio in prossimità di uno dei periodi più avvincenti e combattuti della storia del pianeta Darkover: un periodo di svolta, in cui si scorge uno scenario ricco e fantasioso, originale, e amato in modo particolare dagli estimatori del ciclo. In queste pagine, Marion Zimmer Bradley concentrò in effetti tutta se stessa, in un modo che andremo a esaminare, ancora una volta, libro per libro, capitolo per capitolo. Questo è il tempo dei Comyn e dell’Impero Terrestre…

Comyn e l’Impero Terrestre:

I tempi dell’idillio giungono presto a una loro fine. Ombre sempre più livide e dense si addensano all’orizzonte, e il sole rosso di Darkover si fa sempre più sanguigno. I rapporti tra l'Impero Terrestre e Darkover sono più tesi che mai, e si incrinano sotto le pressioni della Terra affinché Darkover diventi una colonia a tutti gli effetti (e non solo un suo libero protettorato). Tutto questo va poi a premere su di uno scontro interno alla nobiltà Darkovana: uno scontro generazionale tra le classi più anziane e conservatrici, e quelle più giovani, maggiormente aperte ai vantaggi promessi della fiorente tecnologia Terrestre.  Conflittualità, minacce, avvisaglie di una guerra intestina spingono Darkover a un sempre più prossimo tracollo: un cedimento, questo, tutto interiore, basato su di una ricca e destabilizzante complessità ideologica. Marion Zimmer Bradley gioca qui (abilmente) tutte le sue carte, e i libri che concentra in questo pericolare periodo storico sono tra i migliori della Saga, in assoluto, sia per respiro narrativo sia per intreccio e approfondimento psicologico. Tutto muove dalla cruenta Ribellione di Sharra, e dal tentativo da parte dell'Impero Terrestre di distruggere la società Darkovana dall'interno: uccidendo il più alto numero possibile di appartenenti alla nobiltà. La responsabilità di governare ricade così su Regis Hastur, nipote di quell'Hastur che si era opposto in origine ai primi terrestri: spetta dunque a lui il delicato compito di raggiungere un compromesso che eviti la distruzione della cultura Darkovana e che getti un ponte per una pacifica integrazione di Darkover nella Federazione Terrestre. Ma, ci chiediamo (come se lo chiese l’autrice), ciò è davvero possibile?  

Apre questo periodo storico L'Esiliato di Darkover (The Bloody Sun, 1979. Riscrittura del romanzo già apparso con lo stesso titolo nel 1964). La versione a noi nota, qui in Italia, è quella del 1979, ed è una stesura decisamente più matura e ponderata di un romanzo nato all’inizio come un volume “classico” per i meccanismi interni della Saga. Ma nella sua seconda versione, la Zimmer Bradley fece emergere un più incisivo racconto: un volume che si può dire chiave, e che conclude l’ideale Trilogia della Torre Proibita (come anche quella delle Libere Amazzoni). Tragico e fortemente lirico, squisito, appassionato e a tratti decadente, è forse uno dei volumi più cupi della Saga, in cui si percepisce l’ultimo anelito di vita delle antiche Torri. 

Il prologo si apre fin a subito con tinte fosche, narrando della morte di Leonie Hastur, l’ultima delle Grandi Custodi della Torre di Arilinn, e della decisione di Dorilys Ridenow (nota come Cleindori), di entrare nella Torre di Arilinn e diventarne la Custode: così da poter promulgare nuove e rivoluzionari leggi sull’uso delle matrici (basandosi sulle teorie del padre, Damon Ridenow, il fondatore della Torre Proibita).  Ma il romanzo vero e proprio, si svolge tuttavia quasi quarant’anni dopo, quando il “Terrestre” Jeff Kerwin Jr. nato su Darkover ma portato via dai nonni (terrestri) a soli 12 anni, ritorna sul pianeta natale, mosso da un impulso incontrollabile, che nemmeno lui sa spiegare.

Alla ricerca di se stesso e delle sue radici, trova però ad attenderlo un’eredità terribile e un passato angoscioso, che contribuiranno al progressivo cambiamento della troppo tradizionalista nobiltà dei Comyn. Facciamo infine notare un discreto ma ricorrente particolare ravvisabile in taluni libri della Saga di Darkover (come in questo caso): e cioè la presenza di personaggi riassumibili col termine di “outsider”. Sono emarginati dalla società, raminghi dell’animo, reietti in cerca di un passato o di un futuro (o di entrambe le cose), ma tutti indiscutibile espressione dell’autrice stessa, che non fece mai mistero di sentirsi, a volte, parte integrante di questa appartata porzione d’umanità.

Precisato ciò, è oramai giunto il tempo di parlarvi del romanzo The Dark Flower (Il Fiore Oscuro). Questo titolo non vi dice niente? Sicuri? Certo, è plausibile, perché pochi sanno che dietro a questo appellativo si cela forse il romanzo più famoso della Saga di Darkover (di certo il più amato dall’autrice). Marion Zimmer Bradley lo abbozzò per la prima volta a soli vent’anni, dandogli questo titolo, ma il volume andò in stampa e divenne famoso solo un quarto di secolo dopo come…  

L'Erede di Hastur: (The Heritage of Hastur, 1975). Finalista al Nebula Award del 1976, assieme ad altri grandi romanzi di eccellenti autori (ne vogliamo ricordare soltanto alcuni: The Stochastic Man di Robert Silverberg; A Midsummer Tempest di Poul Andreson; Doorways in the Sand di Roger Zelazny; e il vincitore di quell’anno, The Forever War di Joe W. Haldeman), L’Erede di Hastur è ritenuto da buona parte della critica e dei lettori come il capolavoro incontrastato della Saga di Darkover. L’autrice 'sente' in particolar modo il romanzo, come solo dirado prima dall’ora era capitato per un’opera di Darkover, e resta talmente legata alla storia che quasi fatica a staccarsene nella nota conclusiva. La vicenda narrata è splendida e dolorosa, intensa come non mai (e come vi avevamo preannunciato, i libri di questo pericolare periodo storico risentono di una forte drammaticità, specchio di un mondo – il nostro – che cambia in modo spesso troppo veloce e violento). L’autrice qui non si risparmia, anzi, dà sfogo a ogni genere di conflitto interiore e sottolinea ogni tensione dell’animo umano con abilità davvero invidiabile.

L’amore, i rapporti interpersonali, le differenze sociali e sessuali, toccano e affrontano in questo volume punte ancora oggi di sconcertante attualità. C’è l’amore sognate di Lew Alton e Marjorie Scott, quello proibito e sofferto di Regis Hastur e Danilo Syrits, e quello puramente carnale, rabbioso e dissacrante di Thyra Aldarn e Kadarin; ci sono le problematicità dei rapporti tra genitori e figli, specie tra padre e figlio (cosa non rara nei libri Darkovani della Zimmer Bradley), e c’è una sottile richiesta di “lungimiranza” per non far precipitare tutto in un abisso di nulla e disperazione. Della trama non vogliamo tuttavia dirvi di più: sono troppe le storie secondarie e le sfumature che costituiscono questo libro per rendergli giustizia, qui, in poche righe. Vi basti sapere che tra queste pagine prende vita il personaggio più amato da Marion Zimmer Bradley, Lew Alton (protagonista trattato sempre con l’uso della prima persona singolare, quasi vi si specchiasse una parte fondamentale dell’autrice), e che dopo questo volume (e cioè dopo l’inizio della Ribellione di Sharra), Darkover non sarà più lo stesso pianeta di un tempo…

Le Foreste di Darkover: (The Planet Savers, 1962). Narra della spedizione intrapresa da un gruppo di Terrestri e Darkovani nel territorio del Piccolo Popolo, in cerca di una cura alla devastante epidemia che minaccia l’intero pianeta ogni quarantotto anni, in corrispondenza con la congiunzione delle quattro lune di Darkover. E’ il primo libro pubblicato della Saga, e fece la sua comparsa a puntate su di una rivista fantascientifica nel 1958, ma solo nel 1962 salì all’onore delle stampe in un’edizione rilegata che racchiudeva tutta assieme la storia in questione. Romanzo brevissimo, poco incisivo ai fini della Saga, è tuttavia un ottimo esempio di come la Zimmer Bradley abbia saputo migliorarsi col passare degli anni (e dei libri). Il romanzo porta difatti in sé i primi “fertili embrioni” di ciò che sarà Darkover…

La Spada di Aldones: ( The Sword of Aldones, 1962) Finalista al Premio Hugo del 1963, il romanzo arrivò anche in questo caso secondo per una manciata di voti. Quell’anno vinse The Man in the High Castle di Philip K. Dick, ed erano in finale: A Fall of Moondust di Arthur C. Clarke, Sylva di Vercors e Little Fuzzy di H. Beam Piper. (C’è inoltre da dire che Marion Zimmer Bradley fu la prima donna nella storia del premio a ricevere una nomination nella sezione “romanzo lungo”.)

La storia che presentiamo qui, è il seguito ideale del romanzo L’Erede di Hastur, cosa strana visto che questo “seguito” fu pubblicato esattamente 13 anni prima del romanzo capostipite (in verità nulla di così strano per chi conosce i gusti narrativi della Zimmer Bradley, che preferiva concentrarsi più sul problema già in atto, piuttosto che sulle cause scatenati il tal evento). Tuttavia, La Spada di Aldones ha una storia ben più lunga è ricca, narrata in varie occasioni dalla Zimmer Bradley (ma che non volevamo privarci proprio qui, in un approfondimento a lei dedicato).

L’autrice scrisse questo romanzo in gioventù, all’inizio come un semplice racconto ambientato su di un mondo fantastico, non ben definito, di sua creazione. Si potrebbe quasi dire, per stessa ammissione dalla Zimmer Bradley, che quegli inizi furono caratterizzati da una pura e semplice attività amatoriale, e cioè un voler scrivere storie fine a se stesso. Tuttavia, una sera, sul finire degli anni quaranta, di ritorno da Watertown, New York,  (dove l’autrice si recava spesso per lavoro) a casa sua nella Rensselaer County, le accadde di dover aspettare una coincidenza presso la stazione di Utica. Fu in quell’occasione che decise di acquistare presso un’edicola una rivista sullo stampo di quelle che leggeva da bambina, piena di storie di SF e Fantasy, e dalle copertine a dir poco sgargianti.

Prese così un numero di Startling Stories dove era pubblicato a puntate il romanzo The Dark World di Henry Kuttner (scritto da quest’ultimo in collaborazione con la moglie, Catherine L. Moore). Affascinata da quella storia, e da quelle seguenti (come il bellissimo racconto:

Il Pianeta della Polvere Nera, di Jack Vance) Marion Zimmer Bradley decise d’iniziare a scrivere in modo professionale. Circa quella serata trascorsa in treno, nell’introduzione alla sua raccolta di racconti, Le Più Belle Storie di Marion Zimmer Bradley, l’autrice ricorderà: «Riguardando a una vita lunga e ricca di eventi, posso dire in tutta onestà che nessuna esperienza mi ha mai ridato l’emozione e l’entusiasmo di quel viaggio nel crepuscolo, immersa nello splendido mitico romanzo di un uomo che trasforma i mondi…».

Da quella lettura prese il via la stesura a macchina da scrivere di un romanzo abbozzato tempo prima, appunto La Spada di Aldones. L’opera, per i successivi dieci anni, fu più volte rivista, riscritta e sistematicamente respinta dai vari editor a cui l’autrice la sottoponeva, fino al 1962, anno che consacrò definitivamente la Saga di Darkover e la Zimmer Bradley al mondo della letteratura. Anche in questo particolare caso, non vi vogliamo dire nulla della trama. La duologia più nota e premiata della Saga di Darkover va senza discussioni letta!

Segnaliamo soltanto che L'Esilio di Sharra: (Sharra’s Exile, 1981) è una riscrittura ampliata e decisamente più matura di La Spada di Aldones. Si tratta dunque di un’opera maggiormente in linea con quanto accade in L’Erede di Hastur e che meglio tratteggia il carattere di alcuni personaggi, raccontando la stessa storia ma da una prospettiva leggermente diversa, e diremmo approfondita.  Infine, rendiamo noto che diverso tempo prima la morte dell’autrice (avvenuta il 25 settembre 1999), Marion Zimmer Bradley era già al lavoro su di un nuovo libro dal titolo – per ora ufficiale – The Reluctant King, naturale proseguimento dei fatti finora presentati e relativi alla Duologia della Ribellione di Sharra. L’opera, secondo certe indiscrezioni, sarebbe già delineata in tutte le sue componenti di massima, conterebbe numerosi capitoli, e aspetterebbe solo di essere “ampliata” in alcune parti da una coautrice (probabilmente la Ross).  

Il Ribelle di Thendara (The World Wreckers, 1971). Era il libro con cui l’autrice si proponeva di concludere la Saga (questo, perlomeno, all’inizio degli anni settanta, prima che i fans e l’editore ne chiedessero a gran voce un seguito). Il tomo narra di un periodo molto difficile per Darkover, nel quale il Reggente del pianeta, Regis Hastur – uno dei personaggi più carismatici del ciclo – viene continuamente fatto oggetto di attentati. Due suoi figli sono stati uccisi in fasce e l’estinzione dei nobili Comyn sembra oramai inarrestabile.

E’ in questo clima funesto che Regis Hastur dà così avvio al “Progetto Telepate”, e attraverso l’Impero Terrestre lancia un appello affinché tutti i Telepatici della Galassia si rechino su Darkover.

Qui, attraverso lo studio delle loro facoltà, si cerca di ricostituire una forte classe di Telepati, in grado di tramandare la cultura Darkovana e di salvare il pianeta dalle mire espansionistiche di parte della Federazione Terrestre. Ma, nonostante i buoni propositi, sembra esserci una organizzazione – soprannominata l’Anonima Distruttori di Mondi – che cerca in tutti i modi di cancellare Darkover dalla faccia dell’Universo. Romanzo a lungo criticato per certe scelte narrative dell’autrice (come la volontà d’inserire figure dalla sessualità incerta e mutabile, come i Chieri), l’autrice considerò sempre Il Ribelle di Thendara come un buon libro sotto ogni punto di vista, e poco si curò delle aspre critiche nate in seguito alla sua pubblicazione. Per quanto possiamo qui dire, rimarchiamo il fatto che il romanzo in questione ha indubbiamente un forte impatto emotivo (i personaggi sono credibili,  la storia toccante), il tutto, inoltre, è innestato su tre nozioni chiave: la discriminazione e l’identificazione sessuale; l’integrazione e la conciliazione tra due diversi modi di vita (Darkover – Impero Terrestre); e un potente afflato ecologista.

Il seguito della Saga di Darkover dà vita a un quadro storico e culturale molto diverso rispetto ai precedenti romanzi (di cui vi abbiamo finora parlato). Ed è per questo motivo che tratteremo i tre libri che seguono in modo diverso rispetto ai precedenti, come fossero un unico enorme romanzo. La decisione nasce dal fatto che i volumi in questione, che vanno sotto il nome della Trilogia della Matrice Ombra, nascono ognuno come seguito del precedente, interrompendo quel quarantennale “canone Darkovano” che alla coerenza interna alla Saga preferiva l’approfondimento psicologico dei personaggi. Questo tuttavia non deve trarre in inganno il lettore, i personaggi sono qui ottimamente caratterizzati (come spesso è stato in questa Saga) e le trame risultano molto più ricche e intricate che mai, ma l’approccio a questo mondo appare indiscutibilmente mutato (forse – ed è il caso di dirlo – per l’intervento di una nuova coautrice della Zimmer Bradley: Adrienne Martine-Barnes).

La trilogia si compone di: La Sfida degli Alton: (Exile’s Song 1995); La Matrice Ombra: (The Shadow Matrix, 1997) e Attacco a Darkover: (Traitor’s Sun, 1998). I tre volumi coprono un arco storico di ben 15 anni, e  gli eventi narrati spaziano per tutto il pianeta Darkover, mostrando un approccio “pionieristico” alla Saga (quasi ci fosse la volontà di apportare una svolta profonda a tutto il ciclo). Il primo volume narra di Margaret Alton, una musicologa, giunta su Darkover per svolgere una ricerca in merito alle antiche canzoni del pianeta. Pur sapendo di essere figlia di un Darkovano (Lew Alton, senatore per Darkover presso l’Impero Terrestre, stanziato sul pianeta Teti), Margaret non sa nulla del suo mondo d’origine. Così, una volta giunta a destinazione, invece di trovare solo canzoni, trova una famiglia, un clan, ed un’eredità fatta di sacrificio, dolore e responsabilità che lei, ultima discendente del nobile casato degli Alton, è oramai costretta a seguire.

Il volume successivo, La Matrice Ombra, continua i fatti narrati nel volume che lo precede (distanziandolo solo di pochi mesi nella cronologia Darkovana).

E’ questo un seguito molto ben studiato, nel quale l’autrice sviluppa una trama ricca e incontenibile, che tocca quasi le 600 pagine, e che “oltrepassa” – questo termine è calzante – più epoche storiche di Darkover, rivelandosi un grande affresco storico-culturale. Di questo volume, come del seguente, non possiamo raccontavi (neppure a grandi linee) la trama, perché ciò renderebbe vana una lettura del primo romanzo. Ma, tuttavia, possiamo osservare assieme a voi come i tre libri in questione cambino rotta rispetto ai romanzi precedenti. Il desiderio di integrazione riscontrabile in una decina di volumi della Saga qui è accantonato, gli stessi nobili Comyn sono in lotta tra loro, e le vecchie generazioni tendono a schiacciare quelle nuove. Il pianeta è in fermento, cambia velocemente, e i dignitosi e alti propositi narrati in Il Ribelle di Thendara sono tutti accantonati, quasi che la realtà di tutti giorni, all’epoca della stesura dei tre romanzi, avesse disilluso le aspettative della Zimmer Bradley.

Tutto questo sfocia difatti nell’ultimo romanzo pubblicato qui in Italia, Attacco a Darkover. Le idee di un tempo, quelle dell’integrazione tra culture differenti, dell’accettazione, del

rispetto per le diversità e le minoranze, vengono quasi definitivamente accantonate: le culture non si stringono l’una con l’altra pacificamente, i vari modi di pensare e di agire divergono sempre di più, la pace invocata a gran voce si tinge di vermiglio… Quanto questa visione sia stata influenzata dalla coautrice del romanzo (Adrienne Martine-Barnes) non sappiamo dirlo con certezza. Certo è, però, che nell’ultimo anno di vita la Zimmer Bradley ebbe sempre più difficoltà a mettere mano alle sue opere e che un intervento (anche piuttosto pesante) della coautrice è qui da supporre. Segnaliamo infine che di Attacco a Darkover esistono due versioni differenti: una del 1998 e una del 1999. La seconda edizione rivelerebbe a uno sguardo attento più che significativi cambiamenti nella stesura di tutto il Capitolo 26 (relativo la cerimonia di sepoltura di un personaggio importante della saga). Non è tuttora chiaro il motivo di questo ripensamento a stampa già avvenuta (ma si può presumere, tuttavia, c’entri qualcosa la scomparsa di Marion Zimmer Bradley avvenuta proprio nel 1999); fatto sta, comunque, che l’edizione italiana di Attacco a Darkover è da riferirsi alla prima versione del volume, quella del 1998 (e non alla successiva).  

Ecco. E’ tutto. 4.000 anni in poco meno di trenta volumi, e l’excursus tra i libri della Saga di Darkover ha fine. E cosa resta da dire, oggi, di Darkover? Cosa resta del suo fioco Sole Rosso e delle sue piccole quattro lune, lontani, a 4.000 anni nel futuro? Cosa resta della visione originale della sua autrice, Marion Zimmer Bradley?

Anche se gravemente indebolita nel fisico, Marion Zimmer Bradley poco prima di lasciare questo mondo iniziò a progettare una nuova trilogia a conclusione del suo ciclo più longevo (quasi che l’ultimo pianeta Darkover, così come lo aveva visto – tormentato, abbandonato e sofferente – non le corrispondesse più). Nasce così il lungo romanzo dal titolo The Children Of Kings (in fase di rifinitura per mano di Deborah J. Ross) e il volume che lo precede, The Alton Gift (in uscita, negli Stati Uniti, per l’anno 2007). Cosa dobbiamo attenderci da questi tomi, i primi di una nuova trilogia a conclusione della Saga? Di certo, per parola di Deborah J. Ross, un ritorno alle origini, esattamente come voleva la Zimmer Bradley, rispettando la sua visione (forse la sua utopia), in un lento ma immancabile processo d’integrazione cosmica.  

Finiamo così anche questo lunghissimo (doppio) appuntamento con La Quintessenza di Darkover; un appuntamento dedicato ai libri, in cui abbiamo conversato di libri, e che è nato dai libri della Saga. Emily Dickinson una volta disse: "Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane…", così affermò la famosa poetessa nel celebrare questo meraviglioso strumento. E ci sembrava appropriato, vista la particolare natura dell’approfondimento in questione, ricordare quella frase magari, perché no, immergendola nel contesto. E allora: «Nessuna astronave c’è che come un libro possa portarci su stelle lontane…»

Qui di seguito, come preannunciato nella prima parte di questo nostro quarto appuntamento, due pratici prospetti riassuntivi della Saga di Darkover:

I Romanzi della Saga di Darkover: Ordine Cronologico 

1.    Naufragio sulla Terra di Darkover (Darkover Landfall, 1972);

2.    La Signora delle Tempeste (Stormqueen, 1978);

3.    La Caduta di Neskaya (The Fall of Neskaya,  2001);

4.    Zandru’s Forge (2003, non ancora pubblicato in Italia);

5.    A Flame in Hali (2004, non ancora pubblicato in Italia);

6.    La Donna del Falco (Hawkmistress, 1982);

7.    Il Sapiente di Darkover (Two To Conquer,1980);

8.    Gli Eredi di Hammerfell (Heirs Of Hammerfell, 1989);

9.    La Riscoperta di Darkover (Rediscovery, 1993);

10.  La Catena Spezzata (Shattered Chain, 1976);

11.  La Spada Incantata (Spell Sword, 1974);

12.  La Torre Proibita (The Forbidden Tower, 1977);

13.  I Regni di Darkover (Thendara House, 1983);

14.  La Città della Magia (City Of Sorcery, 1984);

15.  Ritorno a Darkover (Star Of Danger, 1965);

16.  Il Signore di Storn (Winds Of Darkover, 1970);

17.  L'Esiliato di Darkover (The Bloody Sun, 1964, riscritto nel ‘79);

18.  L'Erede di Hastur (Heritage Of Hastur, 1975);

19.  Le Foreste di Darkover (The Planet Savers, 1962);

20.  L'Esilio di Sharra (Sharra's Exile, 1981);

21.  La Spada di Aldones ( The Sworld of Aldones, 1962);

22.  Il Ribelle di Thendara (The World Wreckers, 1971);

23.  La Sfida degli Alton (Exile's Song, 1996);

24.  La Matrice Ombra (The Shadow Matrix, 1997);

25.  Attacco a Darkover  (Traitor's Sun, 1998);

26.  The Alton Gift (di prossima pubblicazione, 2007).

I Romanzi della Saga di Darkover: Ordine di Pubblicazione

1.    Le Foreste di Darkover (The Planet Savers, 1962);

2.    La Spada di Aldones ( The Sworld of Aldones, 1962);

3.    L'Esiliato di Darkover (The Bloody Sun, 1964, riscritto nel ‘79);

4.    Ritorno a Darkover (Star Of Danger, 1965);

5.    Il Signore di Storn (Winds Of Darkover, 1970);

6.    Il Ribelle di Thendara (The World Wreckers, 1971);

7.    Naufragio sulla Terra di Darkover (Darkover Landfall, 1972);

8.    La Spada Incantata (Spell Sword, 1974);

9.    L'Erede di Hastur (Heritage Of Hastur, 1975);

10.  La Catena Spezzata (Shattered Chain, 1976);

11.  La Torre Proibita (The Forbidden Tower, 1977);

12.  La Signora delle Tempeste (Stormqueen, 1978);

13.  Il Sapiente di Darkover (Two To Conquer,1980);

14.  L'Esilio di Sharra (Sharra's Exile, 1981);

15.  La Donna del Falco (Hawkmistress, 1982);

16.  I Regni di Darkover (Thendara House, 1983);

17.  La Città della Magia (City Of Sorcery, 1984);

18.  Gli Eredi di Hammerfell (Heirs Of Hammerfell, 1989);

19.  La Riscoperta di Darkover (Rediscovery, 1993);

20.  La Sfida degli Alton (Exile's Song, 1996);

21.  La Matrice Ombra (The Shadow Matrix, 1997);

22.  Attacco a Darkover  (Traitor's Sun, 1998);

23.  La Caduta di Neskaya (The Fall of Neskaya,  2001);

24.  Zandru’s Forge (2003, non ancora pubblicato in Italia);

25.  A Flame in Hali (2004, non ancora pubblicato in Italia);

26.  The Alton Gift (di prossima pubblicazione negli Stati Uniti, 2007).

Ricordiamo che esistono anche numerose antologie pubblicate da Marion Zimmer Bradley con la collaborazione di autori statunitensi, affermati ed esordienti, denominati Friends of Darkover, che in origine erano una dozzina e che in Italia sono state invece pubblicate solo in parte. Le prime quattro, L’Alba di Darkover, 1992; I Cento Regni di Darkover, 1993; I Signori di Darkover, 1994; e Darkover e L’Impero, 1995; non hanno un corrispettivo Statunitense, e sono una versione “speciale” organizzata dalla stessa Zimmer Bradley per il mercato italiano. Recentemente, sono invece state pubblicate due antologie così come apparirono negli Stati Uniti: Le Libere Amazzoni di Darkover e Le Nevi di Darkover. Di prossima edizione, ottobre 2006, è Le Torri di Darkover.

Le puntate precedenti.

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«Darkover è l’essenza, la quintessenza, del mio più personale e amato lavoro…» Marion Zimmer Bradley

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"…e alle persone che mi chiedono perché non legga (o non scriva) libri normali, rispondo che non riesco a vedere come il contenuto della narrativa normale possa competere con una narrativa la cui unica raison d'être è di occuparsi del futuro della razza umana" Marion Zimmer Bradley

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La prossima puntata.

La Quintessenza di Darkover – 5. Volumi Smarriti

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I volumi smarriti della Saga di Darkover: romanzi dimenticati, nascosti e perduti; ultime frontiere di un mondo fatto di carta e d’inchiostro

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