Lo abbiamo detto all’inizio del nostro approfondimento dedicato alla Saga di Darkover, e lo ribadiamo ora: Darkover è un ciclo che a tutt’oggi conta quasi una trentina di romanzi e una dozzina di raccolte antologiche, e che per la stessa autrice fu negli anni croce e delizia. Croce e

Un Chieri di Darkover
Un Chieri di Darkover

delizia, dunque, ostacolo immane e piacere estremo che Marion Zimmer Bradley seppe sempre (o quasi) gestire al meglio. Ma ora ci chiediamo: perché la gestazione di questo ciclo si pose sulla scena letteraria internazionale con tanta atipicità? Da dove nacque questa singolarità? Quali eventi la caratterizzarono? E perché? Sarà nostro compito, in questo quinto (e penultimo) appuntamento di la Quintessenza di Darkover, tentare di chiarire per quanto è possibile questo concetto, forse un po’ sibillino, facendo luce sulle tante “leggende” e “voci” nate attorno a questo noto ciclo di romanzi.

Tuttavia, in questi due ultimi appuntamenti (Volumi Smarriti e il prossimo, Il Futuro di Darkover), non ci soffermeremo solo su ciò, analizzeremo anche tutti quegli eventi – più o meno privati – che andarono a incidere sul ciclo in questione, i momenti più o meno bui nella storia dell’autrice, soffermandoci infine sulle origini di un genere letterario che solo di recente si è tentato di decodificare con coerenza e rigore a dir poco storiografici (anche se in Italia se ne parla ancora troppo poco): la science fantasy.

Un’analisi a 360° dell’universo di Darkover, ultima (e massima) espressione di questo particolare genere letterario nato agli inizi degli anni ’30 e spesso soffocato dal dualismo science fiction – fantasy. Siete pronti, dunque, a immergervi ancora una volta in un mondo lontano 4.000 anni nel futuro, illuminato da un fioco sole rosso?

Volumi Smarriti

Negli anni che seguirono la prima pubblicazione Darkovana, l’autrice della saga, Marion Zimmer Bradley (1930 – 1999), si trovò spesso costretta a rivedere non solo le sue personali convinzioni circa questo voluminoso ciclo di romanzi, ma addirittura i suoi stessi scritti, costruendo attorno la saga in questione una fama spesso contraddittoria. Non fu dunque, quella di Darkover, una serie di facile stesura, e forse lo stesso termine “serie” è qui fuori luogo (meglio sarebbe il concetto un po’ più vasto e vario di ciclo). Ma quali furono le 'croci' che minarono la stabilità stessa del pianeta dal Sole Rosso?

Prima di tutto (e quasi a sorpresa) dobbiamo segnalarvi l’attività di fan-fiction che già a metà degli anni '70 toccò questo ciclo di romanzi. Autori più o meno famosi, esordienti in cerca di fortuna, e appassionati di ogni genere iniziarono a cimentarsi in storie ambientate sotto a un gelido sole rosso. Come disse più volte la Zimm

er Bradley, il Ciclo di Darkover (come anche quello dei Dragonieri di Pern di Anne McCaffrey) fu tra i primi ad attirare la curiosità del fandom specializzato, spingendo autori dotati o meno a scrivere di Darkover e delle sue genti. Mossa da questo fervente entusiasmo che la circondava – e che, precisiamo, mai l’indispettì – agli inizi degli anni ’80 la stessa Zimmer Bradley si convinse che antologie con tema Darkover potevano e dovevano essere scritte, ignara con questo di stare minando la stabilità stessa del suo universo.

Dopo aver sviluppato l’idea assieme allo storico editore del ciclo, quel Donald A. Wollheim (1914 – 1990) fondatore dell’omonima casa editrice, la DAW – il quale inizialmente era scettico circa l’interesse del pubblico per una serie antologica tutta Darkovana – Marion Zimmer Bradley iniziò a esaminare la gran parte dei racconti che negli anni aveva ricevuto da scrittori e semplici affezionati. Come vi abbiamo anticipato, già a metà degli anni '70 erano attive associazioni e riviste parallele ai più noti romanzi di Darkover, che seguivano con crescente interesse l’attività dell’autrice, come, per esempio, la Darkover Newsletter (attiva dal 1975 agli inizi degli anni ’90) e la rivista amatoriale Star Stone (una fanzine pubblicata tra 1978 e 1982). Il mondo ideato dalla Zimmer Bradley era dunque sempre più vasto e ramificato, e tra queste pagine, per più di un decennio, trovarono rifugio gli scritti di questi “pionieri di Darkover”: lavori nati dalla passione per la lettura e per la scrittura, senza troppe pretese; lavori che avrebbero avuto tuttavia un loro importante seguito. Fu da qui che l’autrice recuperò i primi, interessanti scritti che confluirono nell’antologia capostipite dell’intero progetto: The Keeper’s Price (1980) che contiene l’omonimo racconto firmato a quattro mani da Marion Zimmer Bradley ed Elisabeth Waters.

Esploratrice di Darkover
Esploratrice di Darkover

Tuttavia, quello che era iniziato come un curioso esperimento, un qualcosa destinato a non ripetersi, divenne ben presto un vero proprio successo editoriale senza precedenti e un punto di forza della casa editrice DAW (che in seguito affidò alla Zimmer Bradley anche la serie di antologie del fantastico Sword & Sorceress). Fu dunque un evento insperato e nemmeno lontanamente programmato dall’editore, il quale, visti gli ottimi risultati, fece seguire a quel primo titolo altre 11 raccolte antologiche:

·         Sword of Chaos (1982);

·         Free Amazons of Darkover (1985);

·         Other Side of the Mirror (1987);

·         Red Sun of Darkover (1988);

·         Domains of Darkover (1990);

·         Leroni of Darkover (1991);

·         Renunciates of Darkover (1991);

·         Marion Zimmer Bardley’s Darkover (1993);

·         Towers of Darkover (1993);

·         Snows of Darkover (1994).

Ed è proprio qui che si consuma quella che può essere considerata come una delle prime 'tragedie letterarie' del ciclo di Darkover. Vi parliamo del caso forse più eclatante in merito la gestazione interna della saga, un evento che ne minacciò seriamente la continuità, e che fu causato proprio da uno di questi racconti amatoriali inviati alla Zimmer Bradley. Vi parliamo del 'volume smarrito' che va sotto il titolo di Contraband.

Contraband è un romanzo, è la pagina nera tra quelle immacolate della saga: un lungo volume dedicato a Darkover e scritto da Marion Zimmer Bradley tra il 1990 e il 1992, ma rimasto fino a oggi inedito. C’è da premettere che casi del genere – di volumi iniziati, costruiti nei minimi dettagli e poi abbandonati per altri progetti –, non sono a ben guardare così rari nella storia del ciclo di Darkover (e in questo approfondimento ne analizzeremo altri di volumi smarriti). Tuttavia, il caso di cui vi stiamo per parlare, merita d’essere citato in apertura come il più complesso e problematico per l’autrice.

Marion Zimmer Bradley nel 1989 usciva da un periodo piuttosto doloroso della sua esistenza. L’ultimo libro di Darkover non era stato apprezzato così come aveva sperato, il divorzio dal secondo marito si era protratto in modo penoso, e un grave attacco di cuore (che per molto tempo la lasciò in bilico tra vita e morte) la costrinse a un lungo ricovero ospedaliero – oltre sei mesi di degenza – dal quale la salute dell’autrice non si riprese più. E’ in questi anni che prende forma Contraband

Castello di Darkover
Castello di Darkover

Visti i precedenti, Marion Zimmer Bradley decise di prendersi del tempo per coltivare un’idea letteraria (Darkovana) che da molto agognava di scrivere: una storia che l’aveva sempre affascinata, ma che per un motivo o per l’altro aveva di continuo rimandato. Così, appena fu in grado di farlo, compose un vasto canovaccio che nell’arco di due lunghi anni (1990 – 1992) prese la forma di romanzo (Contraband, appunto). Sempre in quel medesimo periodo, continuò in parallelo anche l’attività di curatrice delle riviste e delle antologie per l’editrice DAW, inconsapevole che un tale lavoro le sarebbe in definitiva costato la fatica di due anni di intensa scrittura.

Nell’estate del 1992, terminato il romanzo dal titolo Contraband, capitò difatti tra le mani di Marion Zimmer Bradley un lungo racconto di una giovane fan ancora agli esordi (ma già apparsa su di una antologia della stessa autrice di Darkover), che in definitiva ricalcava la trama del volume in uscita e il finale dello stesso. Accortasi di ciò, Marion Zimmer Bradley decise di non pubblicare quel particolare racconto, per salvaguardare il ben più importante romanzo che oramai era in gestazione da oltre due anni, rispedendo così al mittente il relativo testo. Un atto che la Zimmer Bradley concepì in amicizia, da autrice che si rivolgeva a una fan del ciclo di Darkover, ignara della reazione indispettita dell’altra che subito decise di citare in giudizio (e con l’accusa di plagio) la stessa Zimmer Bradley.

Ci teniamo a sottolineare che situazioni del genere non sono infrequenti come si può pensare, specie negli Stati Uniti, dove altre autrici si ritrovarono spesso a contestare ammiratori e ammiratrici (o anche colleghi) che troppo avevano osato nell’avventurarsi in un mondo coperto da copyright (e qui possiamo ricordare scrittrici come: Katharine Kerr, Anne McCaffrey o Chelsea Quinn Yarbro che si trovarono in condizioni simili a quelle appena presentate). Tuttavia il caso di Marion Zimmer Bradley si mostrò da subito ben più complicato: qui si trattava di una fan che citava in giudizio l’autrice del ciclo, e quest’ultima si trovava nella difficile posizione di dover difendere un romanzo che in definitiva era stato, forse, “contaminato” da quel medesimo racconto di fan-fiction. (Ricordiamo che la Zimmer Bradley lesse – per forza di cose – il racconto di quella giovane scrittrice, anche se in seguito, come detto, si vide costretta a respingerlo per ovvi motivi).

Bastò dunque questo semplice appiglio legale per impedire l’uscita di Contraband (romanzo

Comyn di Darkover
Comyn di Darkover

che la DAW rifiutò di dare alle stampe per non incorrere in ulteriori e penose cause legali), e tutto ciò bastò anche a interrompere la famosa serie di antologie che usciva sotto il nome di Darkover. Ma non solo. Vista la difficoltà (secondo i giudici) nell’accertare di chi fosse stata l’idea originaria, sviluppata sia nel racconto sia nel romanzo (e in pratica non tenendo conto che la Zimmer Bradley lavorava su quel volume già dal lontano 1989), fu impedito a quest’ultima di scrivere – o anche solo sviluppare – ogni genere di storia ambientata in quell’arco di tempo specifico in cui si svolgevano i fatti narrati in Contraband. In pratica, un periodo storico di Darkover veniva precluso per legge alla sua stessa 'scopritrice'.

Di questa vicenda – che all’epoca fece molto scalpore nel mondo della Science Fiction e Fantasy d’oltreoceano, visto che in definitiva la proprietà intellettuale di un’opera veniva brutalmente contestata alla legittima autrice –, si ebbero poi numerose versioni (anche piuttosto autorevoli, come quella rilasciata da Mercedes R. Lackey, coautrice di un romanzo di Darkover). Ciò nonostante noi non riporteremo qui alcuno di questi resoconti, basandoci per il nostro lavoro sulla versione ritenuta da più fonti come quella 'ufficiale', e diffusa dagli stessi amministratori del copyright della Zimmer Bradley, apparsa sulla Darkover Non-Guidelines (e stillata per mano di Elisabeth Waters):

"Nell’estate del 1992, la sig.ra Zimmer Bradley fu costretta, con una certa sollecitudine, a interrompere la lettura di tutte le storie inerenti la Saga di Darkover. Sempre in quel medesimo periodo smise di concedere il permesso ai tanti appassionati di scrittura di 'giocare nel suo mondo'. All’epoca dei fatti, una giovane fan aveva da poco scritto un racconto usando il mondo della signora Zimmer Bradley e i suoi personaggi, e tale racconto coincideva in più punti col lavoro che l'autrice stava ultimando da qualche tempo, Contraband. E poiché la giovane fan aveva trasmesso alla signora Zimmer Bradley una copia della storia e quest’ultima l’aveva letta, l'editore si sentì costretto a rifiutare la pubblicazione di Contraband. Ciò significa che la signora Zimmer Bradley è attualmente in ritardo col proprio lavoro (di parecchi anni), senza contare il grave costo economico e l'inconveniente di avere tutt’ora in corso una causa legale. Attualmente, l’autrice della Saga di Darkover non progetta di pubblicare altre antologie per questa serie. Dunque, chiunque scriva una storia basata su Darkover, o uno qualsiasi dei mondi ideati della sig.ra Zimmer Bradley, sta violando il suo copyright. Ci dispiace. Tutto ciò è oltremodo vergognoso, ma i libri di Darkover sono una grande parte della vita dell’autrice, che non può permettersi di compromettere il proprio copyright."

Questi i fatti, così come ci sono stati presentati. Resta da dire tuttavia che per molto tempo non si è saputo nulla di più sul romanzo in questione (a tutt’oggi inedito), e a parte il titolo,

Sacerdotesse di Darkover
Sacerdotesse di Darkover

la trama è rimasta a lungo un mistero insolubile: uno dei tanti per gli estimatori della saga. Cosa raccontava il romanzo Contraband? Chi erano i suoi protagonisti? E quale periodo storico rimase precluso alla stessa creatrice del ciclo, Marion Zimmer Bradley?

Secondo varie fonti – più che altro 'rumors' apparsi in rete, anche se di recente vi è stata qualche timida conferma da parte dei collaboratori stretti della Zimmer BradleyContraband narrava (come già suggerisce il titolo) degli avvenimenti attorno un traffico illecito di pietre matrici, da esportare fuori Darkover, in cambio di armi tecnologiche terrestri (armi, lo ricordiamo, bandite dal Patto di Varzil assieme a quelle in uso nelle Torri). Protagonisti della vicenda erano, negli intenti dell’autrice, Rafael Hastur (padre del più noto Regis, Reggente di Darkover) e Rafael Syrtis (fratello maggiore di Danilo Syrtis, scudiero di Regis), che in questo volume, sventando il rischio qui paventato di una Darkover messa a ferro e fuoco dall’Impero Terrestre, perdevano  tragicamente la vita. Marion Zimmer Bradley accennò spesso a questo evento (anche nel volume L’Erede di Hastur, 1975), e per anni perfezionò la trama di Contraband tanto da poterne fare un degno antesignano per il famoso mini-ciclo della Ribellione di Sharra. L’interesse dall’autrice ruotava in quel periodo su argomenti come il rispetto per le diverse culture (e tra le culture), la salvaguardia di certi sottili equilibri – politici ed etici – e il coinvolgimento emotivo che può nasce in seguito a un grave e violento lutto.

Sfortunatamente, come vi abbiamo fin qui detto, questo romanzo è destinato a non essere letto dal grande pubblico: rimarrà un volume smarrito, e lascerà un non indifferente vuoto all’interno di questa nota Saga. Uno dei molti, forse. Nel precedente approfondimento avevamo accennato al romanzo La Riscoperta di Darkover, 1993, e alla parte che Mercedes R. Lackey ebbe nella saga di Darkover in un momento di difficoltà della Zimmer Bradley (che poi è quello che vi abbiamo appena prospettato). Da qui, difatti, prende le mosse La Riscoperta di Darkover, un volume che nasce quasi come palliativo all’assenza di Contraband (e c’è da dire che probabilmente è anche per questo che il romanzo sembra, a occhio inesperto, scritto in modo un po’ slegato rispetto al resto del ciclo). Ma la storia che vi è dietro è più complessa.

La Riscoperta di Darkover era infatti solo il primo tassello di una serie formata da due tomi che narrava, appunto, del primo contatto dell’Impero Terrestre con quella colonia perduta chiamata Darkover: che fine abbia fatto il seguito, il secondo tomo, resta un mistero. La

Una Libera Amazzone di Darkover
Una Libera Amazzone di Darkover

Lackey, intervistata su ciò, si fa sibillina affermando laconicamente che nei suoi prossimi progetti editoriali non rientrano altri libri ambientati sul mondo di Darkover, e che troppi sono i romanzi di cui si deve occupare, firmati a suo solo nome, per potersi dedicare anche d’altro. E ciò nonostante, Darkover, in quasi cinquanta lunghi anni di storia della letteratura targata science fantasy, è sempre risorto dalle proprie ceneri, ma in un ciclico ripetersi di eventi che hanno continuato a riservare ben altri volumi smarriti (addirittura intere trilogie, studiate nei minimi particolari).

E’ recente le notizia di una trilogia, ideata da Marion Zimmer Bradley a metà degli anni ’90, tutta incentrata nelle Città Aride di Darkover e focalizzata sulla giovinezza del personaggio che le ha rese famose: quel Robert Raimon Kadarin che in L’Erede di Hastur (1975) e in L’Esilio di Sharra (1982) si è caratterizzato come il più ombroso ed enigmatico figuro dell’intero ciclo. Una trilogia, questa, che venne progettata dall’autrice come indagine psicologica e tutta interiore di uno dei più noti “outsider” della saga, Kadarin, l’orfano, il reietto, il nemico giurato dei nobili Comyn. Il titolo della serie in questione era: The Dry Town Trilogy, e attualmente è un progetto che resta “nel limbo” di Darkover, anche se pare che un certo interesse sia stato di recente mostrato per questo progetto da Deborah J. Ross, attuale erede designata della saga. Per finire, sempre la Ross ha reso noto dell’esistenza di un ennesimo volume, un romanzo breve, di appena un centinaio di pagine, che Marion Zimmer Bradley stava progettando pochi mesi prima la morte, con l’aiuto

Marion Zimmer Bradley (1930 – 1999) a una Convention del 1985
Marion Zimmer Bradley (1930 – 1999) a una Convention del 1985

di Elisabeth Waters. Il titolo – non ancora ufficializzato come tale dal sito dell’autrice – sarebbe The Shadow King, e narrerebbe di fatti succedutisi nel ventennio darkovano che sta tra i volumi Il Ribelle di Thendara (1970) e La Sfida degli Alton (1996).

Nella speranza di vedere un giorno stampati anche questi intriganti volumi smarriti – di saperli finalmente fissati nero su bianco, e d’intravedere queste storie sotto a un sole rosso, tra quattro piccole lune – a noi non resta altro da fare se non attendere pazienti, augurandoci che ciò avvenga (magari, perché no, ingannando il tempo che ci separa da quel giorno tenendo qualche buon libro in mano). Il segreto di questo ciclo resta così ben custodito tra le sue tante pagine. E forse risiede proprio in ciò il successo della Saga di Darkover, in questa capacità d’essere sempre imprevedibile, ricca di idee e di sorprese, di segreti e di eventi, piena di accadimenti, di storie, e di magie.

Le puntate precedenti.

La Quintessenza di Darkover – 1. La Scopritrice di Darkover

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«Darkover è l’essenza, la quintessenza, del mio più personale e amato lavoro…» Marion Zimmer Bradley

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La Quintessenza di Darkover – 2. Gli albori di Darkover

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 3 luglio 2006

Le Origini del Sole Rosso

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La Quintessenza di Darkover – 3. Cartografia nascosta

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La Quintessenza di Darkover – 4. I Grandi Libri della Saga di Darkover, parte prima

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"…e alle persone che mi chiedono perché non legga (o non scriva) libri normali, rispondo che non riesco a vedere come il contenuto della narrativa normale possa competere con una narrativa la cui unica raison d'être è di occuparsi del futuro della razza umana" Marion Zimmer Bradley

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La Quintessenza di Darkover – 4. I Grandi Libri della Saga di Darkover, parte seconda

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"Per il meglio e per il peggio, altro non sono che una scrittrice…" Marion Zimmer Bradley

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La prossima puntata.

La Quintessenza di Darkover  – 6.  Il Futuro di Darkover

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Passato, presente e futuro. Le origini di un genere letterario, le sue tante correnti, i grandi traguardi e le sue prossime espressioni: passando per Darkover, e oltre…

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