La Saga di Darkover ha origini lontane, ben più remote di quanto si possa pensare e risalenti addirittura agli anni Quaranta del secolo scorso. A metà strada tra fantasy e fantascienza, e appartenente a un genere denominato dai cultori Science Fantasy, il pianeta Darkover si sviluppò (o meglio: venne “scoperto”) durante la giovinezza dell’autrice, e già allora i punti chiave di questo celebre ciclo furono ben chiari.

I fatti da narrare dovevano svolgersi, secondo la Zimmer Bradley, su un pianeta dalla cultura feudale basata su di un rigido codice d’onore, con caste e clan nobiliari e con le pietre matrici: potenti talismani che accentuano, in chi li possiede, i poteri mentali latenti. Lo spunto iniziale della Saga fu però tutto fantascientifico: durante i primi viaggi di colonizzazione spaziale, e dopo un disastroso atterraggio sul quarto pianeta della stella di Cottman (Cottman IV, poi ribattezzato Darkover), un’astronave terrestre con a bordo scienziati e coloni (di origine ispanica e anglosassone), si vedono costretti a vivere forzatamente in quel mondo desolato e a sviluppare una civiltà in cui non vi era traccia della tecnologia e della cultura del loro mondo d’origine. Da questo spunto iniziale, e dalla successiva ibridazione dei coloni terrestri con gli abitanti del pianeta, i Chieri (una razza aliena di stirpe elfica, in via di estinzione, ma dalle straordinarie capacità extrasensoriali), prese vita il ciclo che qui vi presentiamo: una trentina di romanzi e una dozzina di antologie che coprono oltre duemila anni di storia “Darkovana”.

Con "The Planet Savers", del 1962, la saga di Darkover prende ufficialmente il via
Con "The Planet Savers", del 1962, la saga di Darkover prende ufficialmente il via

La saga ebbe ufficialmente avvio nel lontano 1962 con la pubblicazione in volume di The Planet Savers (Le Foreste di Darkover) e di The Sword of Aldones (La Spada di Aldones). In verità, la primissima data di nascita di Darkover andrebbe anticipata al 1958 quando The Planet Savers venne pubblicato a puntate su di una rivista di genere fantascientifico: Other Worlds. Tuttavia, neppure questo fu il momento fondatore della saga.

Gli albori di Darkover sono da ricercare nel lunghissimo romanzo (ancora oggi inedito), da cui prese avvio il ciclo. L’opera in questione fu composta da Marion Zimmer Bradley all’età di 15 anni e da allora l’autrice attinse da lì per i successivi romanzi della serie. Il titolo di questo primissimo e inedito volume è The King and the Sword.

Addentrandoci poi tra gli spunti e i primi ragionamenti fatti in decenni di disquisizioni inerenti al ciclo, dobbiamo sottolineare come la Saga di Darkover (riconosciuta come una delle più importanti nel suo genere e come una delle più longeve), meriti di essere paragonata per fasti e per successo a grandi lavorazioni quali: Il Signore Degli Anelli di J.R.R. Tolkien, all più recente ciclo de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin, alla nota Saga di Dune di Frank Herbert o al Ciclo di Pern di Anne McCaffrey.

"The Sword of Aldones", secondo libro del ciclo
"The Sword of Aldones", secondo libro del ciclo

Essenziale è tuttavia comprendere che questa Saga segue un suo particolare percorso creativo. Inizia dalla fine (i primi due volumi pubblicati nel ’62 sono tra gli ultimi della Saga, tenendo conto della cronologia interna che la muove) e procede a balzi secondo il gusto e le tematiche preferite dall’autrice in un certo qual periodo della sua vita. I possibili ordini di lettura si fanno così duplici:

- seguendo la cronologia interna ai fatti Darkovani;

- oppure rincorrendo l’uscita dei volumi, così come li scrisse la Zimmer Bradley.

Un tragitto innovativo e originale che la rende unica rispetto agli altri cicli fantastici, essendo cresciuta “contro” la volontà dell’autrice, di modo che Marion Zimmer Bradley non poté resistere alla richiesta della maggior parte dei lettori e dell’editore (Donald A. Wollheim, fondatore della DAW Books), i quali esigevano una continuazione della Saga, che nelle intenzioni dell’autrice doveva concludersi con il 6° libro pubblicato nel lontano 1971.

Ma così non fu, e l’insistenza di alcuni ebbe certamente il merito di farci apprezzare le opere a tutt’oggi considerate come le migliori del ciclo: quelle cioè nate tra il 1975 e il 1985. Romanzi dalla spiccata e indiscutibile originalità (per temi, trame e spunti narrativi), che furono un innegabile punto di forza per tutta la Saga. Eppure, Marion Zimmer Bradley si sentì spesso in debito verso quegli autori e quei volumi – romanzi (ma anche racconti) – secondo lei fondamentali durante la sua crescita di autrice (e che le diedero una spinta verso la scrittura, formandone lo stile indescrivibile che tutti le riconosciamo e fomentandone le trovate spesso brillanti). Volumi, questi, in grado d’incidere nel tempo la superficie di Darkover, arricchendola e perfezionandola.

Le opere che hanno influenzato la Zimmer Bradley
Le opere che hanno influenzato la Zimmer Bradley

Tra queste opere spiccano per impatto e incisività: The Dark World e Fury di Henry Kuttner (opere che diedero alla Zimmer Bradley il primo stimolo alla scrittura); Eric John Stark’s Adventure di Leigh Brackett; Jirel of Joiry di Catherine Moore Kuttner (che è da segnalare come l’autrice che più ha influenzato la Zimmer Bradley in gioventù) e The Left Hand of Darkness di Ursula K. LeGuin (romanzo che modificò letteralmente il clima di Darkover, che da originario paradiso tropicale mutò a “inferno” ghiacciato).

Sbocciò così la Saga di Darkover, un ciclo di romanzi tradotto e letto in tutto il mondo, che formò un’autrice i cui libri, l’Enciclopedia del Fantasy, non ha esitato a definire: «di una ricchezza paragonabile a quella di J.R.R. Tolkien…» Un esordio caratterizzato da una tenacia non comuni, e da una voglia di scrivere e affermarsi come “autrice del fantastico” che fu sempre una delle sue più grandi virtù.

La prima parte dell'articolo:

La Quintessenza di Darkover – 1. La Scopritrice di Darkover

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 12 giugno 2006

«Darkover è l’essenza, la quintessenza, del mio più personale e amato lavoro…» Marion Zimmer Bradley

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La terza parte dell'articolo:

La Quintessenza di Darkover – 3. Cartografia nascosta

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 24 luglio 2006

La cartografia nascosta di Darkover: un mondo da decifrare

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