La Warner Brothers Entertainment ha reagito all'acquisizione della Marvel da parte della Disney con una mossa strategica che mira alla ristrutturazione del gruppo.

Con la creazione di una nuova divisione, dal nome DC Entertainment, sotto la direzione di Diane Nelson (dirigente della Warner) viene data tutta una nuova importanza alla controllata DC Comics.

La mossa è esplicitamente diretta a potenziare la capacità della Warner di commercializzare su più media e supporti i personaggi della DC, e di creare una maggiore sinergia con l'industria cinematografica. In pratica si tratta di portare la capacità dei creativi della DC Comics (e i personaggi che hanno sviluppato) in più diretto contatto con la macchina produttiva della casa madre.

Questo almeno in teoria. Perché l'altra metà della notizia ha gettato gli appassionati nello sconcerto: Paul Levitz, figura storica di creativo ed editore della DC Comics, cede la poltrona e lo scettro alla Nelson. Gli ottimisti possono vedere il grande creativo finalmente tornare al suo ruolo (scriverà ancora fumetti, forse) e contribuire allo sviluppo della nuova divisione grazie alla sua grande esperienza.

I pessimisti, che non sono pochissimi, vedono questa mossa come una stretta alle redini che porta la DC rigidamente sotto controllo di una manager della casa madre, "silurando" il creativo Levitz, per sfruttare con maggior senso affaristico il potenziale ancora inutilizzato dei personaggi DC. Insomma, sarebbe una reazione alla mossa della Disney intesa in senso industriale: se la concorrenza si diversifica e si potenzia, anche noi faremo altrettanto.

Entrambe le manovre possono essere viste in un modo o nell'altro. Ma entrambe dimostrano una realtà importante: i fumetti (e negli USA questo significa i supereroi) sono una realtà ormai importantissima per la cinematografia d'oltreoceano.