Lo scorso 19 giugno, presso l’oratorio pavoniano, a Milano, si è tenuta la manifestazione Harry Ti Presento Milano, una giornata all’insegna di attività e giochi dedicati al magico mondo nato più di 15 anni fa dalla penna di J.K.Rowling.

Piacevolissima la presenza di (più o meno) fedeli Cosplayer, tra cui uno dei giovanissimi sosia italiani di Harry, il torinese Alessandro Griselli, e tanti altri ragazzi e giovani nei panni dei loro beniamini potteriani, una somigliantissima Madama Bumb, per esempio.

Dopo lo Smistamento, con un Cappello, realmente Parlante (grazie a geniali stratagemmi babbani) con cui i ragazzi sono stati assegnati alle varie Case, momento centrale della giornata è stata la tavola rotonda, introdotta dal nostro impavido Emanuele Manco, eletto moderatore della relazione all’ultimo secondo.

Attraverso di essa si è cercato di rispondere al tema della discussione: “perché continuare a leggere HP?” e gli scrittori e giornalisti impegnati sul dibattito sono stati chiamati a esprimere il proprio giudizio rispetto alla qualità e alle potenzialità che il fenomeno Harry Potter ha scatenato da 10 anni a questa parte, influenzando tante generazioni diverse sotto molteplici aspetti.

A rompere il ghiaccio è stata Marina Lenti, forse la massima esperta italiana in ambito potterico (L’Incantesimo Harry Potter, Harry Potter a Quiz), sostenendo che sono la trama, una convincente fantasia, una sapiente caratterizzazione dei personaggi, e soprattutto i diversi livelli di lettura a rendere un potenziale classico la saga di HP, così come la capacità di affrontare grandi temi etici e sociali universali come, uno per tutti, l’eterno dualismo tra libero arbitrio e predestinazione.

Ha preso poi la parola Paolo Gulisano, considerato il più grande esperto in Italia di J.R.R Tolkien (tra i suoi libri La mappa della Terra di Mezzo,La mappa del Silmarillion, Tolkien il mito e la grazia, Il mondo di Narnia, C. S. Lewis. Tra fantasy e Vangelo).

Parlando da appassionato di fantasy fin dall’infanzia, e da estimatore maturo dei libri della Rowling, ha rilevato come elemento fondamentale nella saga della Rowling l’introduzione della stessa attraverso la realtà quotidiana, per arrivare “a qualcosa di più grande”. Ciò, ha osservato Gulisano, dimostra come Harry Potter sia assolutamente in linea con quello che può essere considerato il manifesto della letteratura fantastica, enunciato da William Shakesperare 500 anni prima, nell’Amleto: “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”.

È stata poi la volta di Rita Ricci, psicoterapeuta della famiglia (Harry Potter e L’Avventura di crescere), che si è soffermata su Harry Potter come romanzo di formazione, in cui è fortemente evidente la stratificazione delle tematiche e delle diverse interpretazioni e chiavi di lettura che la saga offre a ogni età, che fanno risuonare le corde emotive di ciascuno in momenti diversi della propria vita. È da sottolineare, secondo la Ricci, la figura degli istitutori, che aiutano la formazione personale di Harry e dei suoi amici nel “conosci te stesso”, e più precisamente nell’ individuare le qualità e i difetti che durante la crescita, nel venire a patti col sentirsi “diversi” fino al raggiungimento di quegli obiettivi che dall’infanzia conducono all’età adulta e che permettono di creare una vita “normale”.

Nella propria riflessione, Laura Faggioli, bolognese, docente di matematica e presidentessa dell’associazione nazionale Harry Potter Italia, riallacciandosi a Rita Ricci, sottolineava la valenza di questa saga come forte esperienza educativa: attraverso la crescita di Harry, nel corso dei sette libri è possibile rivedersi e rispecchiarsi, in ogni momento della vita.

L’autrice di A tavola con Harry Potter, Luisa Vassallo, ha sottolineato come Harry Potter possa aiutare a cambiare approccio con la quotidianità: trovarsi davanti al muro che conduce al binario 9 ¾ è la posizione ideale, il percorso migliore per conoscere se stessi e gli altri e per scoprire un mondo meraviglioso da raggiungere dopo un primo impatto di inaccessibilità (dato dal muro stesso).