Sam alzò il volume dei televisori, e la gente nel bar cominciò a girarsi sulla sedia per vedere cosa stesse succedendo.

Il sorriso del giornalista si era fatto teso al massimo, visibilmente nervoso.

– Davvero interessante, Patricia! Cosa sei?

– Grazie per avermelo chiesto, Matthew. Io sono un lupo mannaro. – Con le mani incrociate intorno al ginocchio e le gambe accavallate, Patricia appariva abbastanza sicura di sé da poter vendere con successo auto usate. Alcide aveva effettuato una buona scelta. Inoltre, se qualcuno avesse ucciso Patricia durante la trasmissione… ecco, lei era un elemento nuovo del branco.

Adesso Merlotte’s si era fatto silenzioso, mentre la notizia si diffondeva di tavolo in tavolo. Bill e Clancy si erano alzati, andando a prendere posizione accanto al bancone, e questo mi fece comprendere che erano presenti per mantenere l’ordine, se la cosa si fosse resa necessaria… doveva essere stato Sam a chiedere loro di venire. Tray si stava sbottonando la camicia; Sam aveva indosso una T-shirt a manica lunga, che si sfilò dalla testa.

– Vuoi dire che ti trasformi in lupo con la luna piena? – domandò Matthew Harrow, con voce tremula; si sforzava di mantenere il sorriso e di limitarsi ad apparire semplicemente interessato, ma non ci riusciva molto bene.

– E anche in altri momenti – spiegò Patricia. – Quando c’è la luna piena, la maggior parte di noi si deve trasformare, ma se siamo animali mannari purosangue possiamo farlo anche in altre situazioni. Ci sono molte specie di animali mannari, però io mi trasformo in lupo. Noi lupi siamo i più numerosi fra gli esseri dalla duplice natura. Adesso vi mostrerò quanto sia stupefacente il processo della trasformazione. Non abbiate timore, non mi succederà nulla.

Nel parlare, si tolse le scarpe, ma non il caffetano, e io improvvisamente compresi perché avesse scelto di indossarlo, in modo da non essere costretta a spogliarsi davanti alla macchina da presa. Inginocchiatasi sul pavimento, Patricia rivolse alla telecamera un ultimo sorriso, poi iniziò a contorcersi, l’aria intorno a lei tremolò a causa della magia che la pervadeva, e da Merlotte’s tutti emisero all’unisono un “Ooooooo” di meraviglia.

Nel momento successivo a quello in cui Patricia si abbandonò alla trasformazione sullo schermo televisivo, Sam e Tray fecero altrettanto, là dove si trovavano, senza curarsi di lacerare la biancheria intima, avendone indossata di sacrificabile. Nel locale, nessuno sapeva se guardare la donna avvenente che si trasformava sullo schermo in una creatura dalle lunghe zanne bianche, o quelle due persone ben note fare altrettanto.

In tutto il bar echeggiarono ogni sorta di esclamazioni, per lo più non ripetibili in pubblico. La ragazza che accompagnava Jason, Michele Schubert, si alzò addirittura in piedi per vedere meglio.

Io mi sentivo davvero orgogliosa di Sam. Quello che stava facendo richiedeva un coraggio notevole, perché la sua attività dipendeva in buona misura dal fatto che i clienti lo trovassero simpatico.

Nell’arco di un minuto, fu tutto finito e Sam, che era un mutaforme purosangue, assunse la forma che gli era più familiare, quella di un collie. Venendo a sedersi davanti a me, emise un allegro latrato, e quando mi chinai ad accarezzargli la testa, lasciò penzolare fuori la lingua in un sorriso. La manifestazione animale di Tray risultò molto più drammatica, perché nella rurale Louisiana settentrionale non accadeva spesso di vedere grossi lupi, che a dire la verità, erano alquanto spaventosi. I presenti cominciarono ad agitarsi, a disagio, e forse si sarebbero alzati per fuggire dal locale se Amelia non si fosse accoccolata vicino a Tray, circondandogli il collo con le braccia.

– Capisce quello che state dicendo – affermò in tono incoraggiante, rivolta alle persone che occupavano il tavolo più vicino. – Ehi, Tray, porta loro questo vassoio – aggiunse, con un ampio sorriso sincero, porgendo uno dei vassoi del bar. E Tray Dawson, implacabile combattente sia nella sua forma di lupo che in quella umana, avanzò trotterellando per deporre il vassoio sulle ginocchia di una cliente. La donna batté le palpebre, esitò, e infine scoppiò a ridere.

Sam mi leccò la mano.

– Oh, Signore Gesù! – esclamò a gran voce Arlene. Accanto a lei, Whit Spradlin e il suo amico erano scattati in piedi; anche se qualcuno degli altri clienti appariva un po’ teso, nessuno di loro aveva avuto una reazione così violenta.

Bill e Clancy rimasero a guardare.

Era chiaro che erano pronti ad affrontare qualsiasi problema, comunque pareva che la Grande Rivelazione stesse procedendo bene. La notte della Grande Rivelazione dei vampiri non si era svolta in maniera altrettanto tranquilla, in quanto essa aveva costituito il primo di una serie di shock che la società umana in generale avrebbe subito negli anni a venire. A poco a poco, i vampiri erano giunti a essere riconosciuti come parte della popolazione americana, anche se la loro cittadinanza risentiva tuttora di alcune limitazioni.