Harry Potter e il prigioniero di Azkaban esce oggi in tutto il mondo, in Italia in 600 sale. In un'intervista fatta a Roma con Kataweb Cinema, il nuovo regista della saga cinematografica, Alfonso Cuaròn, che ha preso il posto di Chris Columbus, ha rivelato che l'aspetto più dark di questo nuovo episodio proviene proprio dal libro scritto da J.K. Rowling: Harry Potter è cresciuto e le differenze nella sua vita sono molte.

E gli effetti speciali? Il film sembra davvero esserne pieno. "Ci sono quelli usati per trasformare un professore di Hogworts in lupo mannaro - ha confermato Cuaròn - o per l'ippogrifo Fierobecco, o per i Dissennatori, le guardie della prigione di Azkaban che volano indemoniate e succhiano l'anima delle loro vittime".

Il regista, poi, parlando degli attori del film, si sbilancia: "Non ho incontrato nessuna difficiltà con loro. E' stato un grandissimo piacere perché mi sono trovato a lavorare con un gruppo di attori veramente sorprendente, il top del top in Inghilterra".

Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è il tema più importante del romanzo e di questo film. Cuaròn racconta di aver dato agli attori una specie di "compito da fare a casa": rivedere I 400 colpi di Truffaut. "Soprattutto per Harry, perché volevo che avesse un punto di riferimento reale di quello che significa crescere, passare dall'infanzia all'adolescenza".

Alfonso Cuaròn e Harry Potter... Ma che legame c'era? Nessuno, ha ammesso il regista messicano. "Mi è sembrato un po' strano che chiamassero proprio me a dirigere questo film, visto che avevo appena finito Y tu mama tambièn. Avrebbe avuto un po' più senso se mi avessero chiamato dopo aver visto La piccola principessa. Mi hanno spedito la sceneggiatura e per più di un mese non l'ho toccata. Volevano una risposta, ho pensato: leggo le prime cinque pagine e gli dico che non mi piace. Invece, ho cominciato a leggerla, l'ho finita, ho letto anche il libro e mi sono innamorato della storia".