Probabilmente non saranno in molti a simpatizzare con le sue sofferenze, ma Anne Groell ha faticato molto a non parlare di A Dance with Dragons negli ultimi tre mesi. Lei conosce da tempo tutti i segreti del nuovo volume delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, e anche qualcosa di più, ma non ha detto nulla per tutto questo tempo.

Andiamo con ordine. Oltre quindici anni fa la Groell lavorava alla Avon come assistente editoriale quando qualche capitolo e un riassunto di A Game of Thrones giungevano sul suo tavolo come proposta per una futura pubblicazione. Dopo averli letti la sua reazione è stata di assoluta calma, con pensieri tipo “Oh mio Dio! Questo… questo è straordinario”. Subito dopo si è precipitata dal suo capo per tormentarlo con la delicatezza di un tafano in un orecchio con richieste disperate che suonavano più o meno “compralo, compralo, compralo”.

Sfortunatamente per la Groell Jennifer Hershey della Bantam faceva un’offerta lievemente migliore e il libro entrava a far parte della casa editrice rivale. Il destino però a volte gioca strani scherzi, e così sei mesi più tardi Anne veniva assunta proprio dalla Hershey come editor associato, e dopo nemmeno altri sei mesi era la Hershey a passare alla Avon dopo aver ricevuto una fantastica offerta. Anne Groell era diventata l’editor di Martin anche se non era stata lei ad acquistare A Game of Thrones.

Qualche tempo dopo la versione definitiva del manoscritto giungeva sulla sua scrivania, e si rivelava meraviglioso. Il mondo era ricco, complesso e splendidamente tratteggiato, e nessuno era al sicuro. Naturalmente il romanzo affascinava anche tutte le persone della Bantam a cui lei lo faceva leggere, così che A Game of Thrones aveva già un buon numero di fan prima ancora di giungere nelle librerie.

Fra le varie conseguenze di questa successione di eventi c’è anche il fatto che Anne ha letto A Dance with Dragons prima e più volte di chiunque altro con l’ovvia eccezione di George R.R. Martin.

 

A suo giudizio il romanzo è straordinario, ed è stata molto dura non poterne parlare con nessuno. Lei ha visto il romanzo crescere durante tutti gli ultimi sei anni, e sa quanto fossero sbagliati gli attacchi rivolti a Martin sul suo presunto scarso impegno. La storia ha messo a dura prova George tanto per la sua complessità tanto per la difficoltà di far procedere correttamente la linea temporale, anche in relazione agli avvenimenti di A Feast for Crows. Una delle poche (e piccole) critiche mosse a Martin dalle recensioni già uscite riguarda proprio il fatto che il primo capitolo di Jon si riallacci al primo capitolo di Sam del romanzo precedente, e quindi di fatto si torna indietro nel tempo.

Le conversazioni telefoniche fra lei e George sono state innumerevoli, e hanno riguardato il modo migliore in cui combinare una serie di eventi o come snellire il romanzo senza snaturarlo. Nel corso del tempo il materiale abbandonato da Martin probabilmente ha raggiunto le stesse dimensioni di quello che sta per essere pubblicato. Ma anche se mettere insieme il tutto gli ha creato un’infinità di problemi, tutto scorre liscio e perfetto come deve essere, e il sangue, il sudore e le lacrime versati per ottenere l’effetto desiderato non si vedono.

 

Anne Groell con il manoscritto di A Dance with Dragons
Anne Groell con il manoscritto di A Dance with Dragons
Per scrivere Dance sono stati necessari sei anni. In pratica è come se Martin avesse scritto un romanzo di 83.000 parole l’anno, cifra tutt’altro che disprezzabile. Ma Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono costituite da romanzi ricchi e complessi, e serve tempo per costruirli. Perciò, anche se i fan vorrebbero leggere The Winds of Winter al più presto, e anche se alcuni capitoli sono già pronti, lei pensa che serviranno almeno due anni per ultimarlo.

Sono comunque molte le cose che non sa riguardo al prosieguo della saga. Un po’ perché non ha il coraggio di chiederlo, come nel caso del suo personaggio preferito, Tyrion. Lei spera che possano accadere determinate cose, e qualche accenno sembra puntare in quella direzione, ma se George le dicesse che si sbaglia lei ne sarebbe devastata, e invece vuole tenere vive le sue speranze. Anche se, fin dall’episodio di Lady, sa che Martin è un ingannatore, e che di lui non c’è da fidarsi.

In più è lo scrittore stesso a non voler rivelare i suoi segreti. In qualche caso glie ne ha parlato perché sentiva il bisogno di discutere di alcuni snodi vitali, ma in generale preferisce sorprenderla con ciò che avviene.

In Dance lei ha cercato di spingerlo a tagliare la storia di un personaggio precocemente, perché il conto delle pagine continuava a salire e le piaceva quel che aveva già letto. Ma lui continuava ostinatamente a scrivere. Quando finalmente le ha inviato l’ultimo capitolo e lei ha visto dove la storia si stava dirigendo e perché non poteva essere interrotta prima lei ha ululato. Letteralmente. Era l’unica persona ad aver letto quel capitolo e non poteva parlarne con nessuno.

La reazione di Anne è stata inviare il testo all’editore inglese in modo da poterne parlare con il suo corrispettivo d’oltreoceano. Prima di poter scambiare opinioni con lui, però, ha dovuto aspettare che leggesse tutto quanto. Secondo lei, quando dal terzo capitolo saremo giunti all’ultimo capiremo perfettamente cosa intende.

 

In realtà Martin non voleva concludere il romanzo nel punto in cui lo ha concluso. Ma fare come avrebbe voluto lui probabilmente avrebbe richiesto un altro anno di lavoro e avrebbe comportato un numero di pagine eccessivo per poterle racchiudere in un unico volume. E anche così sarebbero rimaste alcune trame non perfettamente completate e perciò non del tutto soddisfacenti. Così lui ha volontariamente escluso una scena molto importante, lei ha insistito per toglierne un’altra, e ciò che leggeremo è il risultato finale di queste decisioni. Il romanzo è così ricco e complesso che anche quelle due scene, a suo giudizio, non avrebbero potuto migliorarlo. Ma per quanto perfetto, la sua lettura lascia con un grandissimo desiderio, quello di poter leggere il prima possibile The Winds of Winter.