È attraverso Nameless One che viene mostrato il principio della reincarnazione e del karma. Perché il protagonista di questa vicenda rappresenta ciò che non può morire, che continua a tornare in vita perché deve risolvere la matassa che è il suo destino; un destino che si ripeterà finché non avrà trovato risoluzione, un continuo ricominciare da capo, dove si perde memoria della vita precedente. Un'ellisse destinata a perpetrarsi all'infinito a meno che non si colga quella scintilla di comprensione che ogni volta fa fare un passo avanti, permettendo d'avvicinarsi alla conclusione che farà raggiungere la completezza dell'essere, mutando la propria condizione di spezzato in un'unica entità. 

Un karma oscuro, di non facile soluzione, capace di portare dolore nella vita di quanti incontra sul suo cammino, segnando in maniera indelebile le loro esistenze, lasciando una traccia che le cambierà irrimediabilmente, perché Nameless One è come una luce che attrae esseri con una vita e un'anima tormentata come la sua, che cercano sollievo, ma non sanno perché. Esseri senza una strada da seguire, ma che ne cercano una, appoggiandosi a chi vedono come simbolo di ricerca, nella speranza che aiutandolo trovino il barlume di consapevolezza capace d'illuminare quanto essi stessi stanno cercando nella propria esistenza.

Una ricerca legittima, ancor di più quando, dopo quello che sembra essere un lungo sonno, ci si risveglia in un obitorio con un teschio parlante che fluttua a un metro da terra e un diario tatuato sulla schiena: è l'inizio di un viaggio che parte da Sigil, la Città dei Portali, un luogo che collega i piani che formano il Multiverso; l'inizio di una storia profonda, struggente che si sofferma soprattutto sul tormento dell'esistenza, dove non ci sono eroi, ma solo anime che cercano di sopravvivere, di trovare una ragione nell'esistenza. Perché è attraverso gli sbagli, la tristezza, la perdita, la miseria, che s'acquisisce la saggezza, la conoscenza per giungere alla verità: perché il dolore è reale, è veritiero, è qualcosa di profondo, mentre la felicità è solo un'illusione che svanisce in pochi attimi dopo aver sfiorato la superficie dell'esistenza. È il dolore che lascia un marchio indelebile che sempre accompagna: tutti lo portano, tutti ne sono segnati: angeli, demoni, tielfing, automi. Chi cerca di lenirlo resistendo alla propria natura, provando a rinnegarla; chi affidandosi alla fede di un credo; chi nella sperimentazione e scoperta, assecondando tale natura fino a farsene consumare come una fiamma; chi nella giustizia e nell'ordine; chi nel raziocinio.

Azioni, quelle dei singoli, che non sono mai fini a se stesse, perché tutto nel Multiverso è concatenato e ogni scelta porta delle conseguenze all'intero creato: a ogni azione corrisponde una reazione, come un'equazione che tenta di equilibrarsi costantemente. Una legge esistenziale, come quella che vuole che a ogni vita che si spegne ce n'è una che nasce. 

Ma cosa succede se si vuole interferire con questo corso naturale, se si vuole modificarlo?

Nemmeno l'esser più saggio è capace di prevedere l'esito di tale scelta, ma di certo non porta nulla di buono perché alterare il ciclo vitale, crea scompensi, scissioni dolorosi. E possono essere in tanti a soffrirne, come il protagonista che viaggia per i Piani arriverà a scoprire. 

Come s'accorgerà che l'animo umano è capace di grandi cose, nel bene e nel male, scoprendo che il credere, avere una forte volontà può portare lontano, molto in profondità nel potere che concede l'esistenza, rivelando al momento della prova qual è la natura che si è forgiata, di che cosa si è veramente capaci per raggiungere il proprio fine.

Il credo nei Piani ha un'incidenza di gran lunga superiore alla forza dei muscoli o di qualsiasi arma e magia: è capace non solo d'influenzare gli altri, ma di arrivare anche a modificare la loro stessa natura. 

Come spesso si è sentito dire, dalla conoscenza, il potere.

Conoscenza che nasce da tante forme. 

Come la conoscenza di un culto, capace di dare grande forza a una divinità, ma anche di ucciderla: perché se è vero che è la fede dei fedeli a conferirle potere, è altrettanto vero che se gli esseri viventi la dimenticano, essa cessa di esistere perché viene a mancare la linfa vitale che la sostiene. 

Come la conoscenza dei nomi, perché i nomi rivelano la vera essenza delle cose, ne mostrano la natura e le leve su cui agire per piegarle al proprio volere. Sembra impossibile, eppure anche in questo è racchiuso un grande potere: un potere che mostra il posto che ha nel mondo una manifestazione dell'essenza. Il nome rivela tutto questo, ma non solo: perché se è vero che il nome dato alla nascita è importante dicendo cosa si è, da che punto e con che basi si parte, ancora più importante è il nome che si acquisisce con le scelte fatte in vita, perché parla di ciò che si è fatto per ottenerlo, mostra come le scelte personali possono essere superiori alla propria natura o al retaggio trasmesso dai genitori e dalla specie cui si appartiene.