La redazione di FantasyMagazine esprime il suo cordoglio per la morte, lo scorso 10 agosto, di Gianfranco Briatore, uno dei nomi storici della letteratura fantastica italiana, noto negli anni '50 e inizio '60 come John Bree, Franck Tarrobie e altri pseudonimi.

Riportiamo di seguito la biografia pubblicata nel 2009 in appendice al romanzo La Selva di Farsadon, edito da Edizioni della Vigna, scritta direttamente dall'autore e che verrà aggiornata nelle nuove edizioni del volume.

Nota biografica

John Bree, al secolo Gianfranco Briatore, felicemente pensionato da piu' di dieci anni e oggi ultrasettantenne (e' del 1935), e' modenese per nascita e ligure-piemontese per ascendenza. Ebbe un’infanzia modellata sulle imprese di Bibi' e Bibo' e condita dai bollettini di guerra di tre conflitti (Abissinia, Spagna e mondiale bis). Fin dalla prima alfabetizzazione gli nacque la passione per la lettura e prese a divorare classici: Salgari, Verne e fumetti assortiti. Avrebbe voluto, da grande, fare il disegnatore di comics, ma un record di bocciature in disegno lo convinse che da quel lato era negato. Ripiego' percio' sulla scrittura.

L’inizio della carriera di autore di fantascienza avvenne quando lascio' l’Accademia Militare cui si era dedicato per cinque anni sulle orme del padre, generale degli Alpini. Infatti nel marzo 1959 (ricorre proprio quest’anno il cinquantenario) l’editore Ponzoni pubblico', rigorosamente sotto pseudonimo, il suo primo romanzo di fantascienza nella storica collana I Romanzi del Cosmo, allora diretta da Marco Paini.

Nei tre anni successivi Briatore visse scrivendo sotto vari pseudonimi americaneggianti sei romanzi e cinque racconti, fino al giorno in cui una ragazza (Anna, a tutt’oggi sua moglie nonche' complice nel viziare i nipotini), in previsione di un buon matrimonio borghese, gli trovo' un lavoro “serio e sicuro” come corrispondente commerciale presso il Cotonificio Vallesusa. Altre esperienze seguirono a quella iniziale, prevalentemente nel settore grafico-pubblicitario, talche' il nostro eroe, se fosse vissuto negli U.S.A. di un secolo prima, avrebbe potuto diventare presidente, uno di quelli che avevano iniziato come strilloni. Termino' la serie con quasi nove anni da corrispondente in francese e inglese presso l’ufficio commerciale della ditta di un vecchio amico. In un punto imprecisato del suddetto percorso fu editore della rivista Pulp, durata per quindici numeri e oggi ricercata dai collezionisti.

Abbandonata la fantascienza non per disamore ma per “problemi di pagnotta”, come ci ha confidato, il nostro ha ripreso a scrivere non appena sgravato dal lavoro (ha dichiarato solennemente di amare l’ozio) sfornando diversi romanzi. La selva di Farsadon rappresenta uno di questi parti, tardivi ma felici.