Due coniugi, David ed Ellen, che cercano di recuperare il loro matrimonio, con una specie di seconda luna di miele, si troveranno alle prese con il sovrannaturale. Con una forza capace di scardinare la volontà, ma anche di fare uscire dai recessi delle loro anime la parte più torbida. C'è molta tensione emotiva e molto sesso nel romanzo, che è parte integrante della comunicazione tra i personaggi.

Il romanzo scorre, pur se con qualche ridondanza. L'idea su cui ruota ha il respiro di un racconto, magari anche lungo. Sulla distanza del romanzo si cade nella ripetitività.

Non siamo quindi davanti a un capolavoro, ma a un romanzo che si guadagna un discreto giudizio perché ha delle ottime pagine e delle ottime idee, per le quali vale la pena saltarne altre, come è diritto del lettore. 

Però Matheson ci ha abituato a ben altro livello di scrittura, più asciutto, con una "morale" affidata al racconto degli eventi più che alla intrusione del narratore.

E' la media tra idee e struttura, pesata e ponderata alla luce delle idee, quasi salva il romanzo, che poteva essere migliorabile, ma purtroppo è mancato un lavoro di editing "forte".

L'incipit per esempio, non è dei più accattivanti. 

Giunsero alla villetta poco dopo le quattro di quel pomeriggio. David parcheggiò la macchina sul davanti e lui ed Ellen rimasero seduti in silenzio a fissare le assicelle di legno sbiadito che rivestivano le pareti esterne, gli infissi piegati e rugginosi e le finestre con un dito di sporco sopra. Alla fine David disse: “Chissà se Roderick e Madeline Useher ci stanno aspettando”.

[...]

La prima frase non ha nulla di conflittuale, è una lenta rullata di pista. Il crescendo arriva con la seconda frase, una lenta carrellata sul luogo che ospiterà i coniugi. Mentre è con la frase pronunciata da David che emerge un primo conflitto, una prima situazione di tensione e di attesa.

A mia modesta opinione sarebbe bastato esordire con questa frase e poi indugiare sul quadro visivo generale, ricordando il modo in cui i coniugi erano giunti, per dare più forza al periodo.

Il resto del periodo ha invece molta più forza, e lascia emergere i primi conflitti in modo più deciso e marcato, ma rimane un inizio appena sufficiente.

Il protagonista del romanzo è uno scrittore televisivo. Nelle sue riflessioni sui dialoghi c'è evidentemente l'esperienza di Matheson. In un paragrafo David esamina il suo scambio di battute con la misteriosa signora Brentwood e ne trae interessanti riflessioni. E' un dialogo ben fatto, con ottimo senso del ritmo con battute più che credibili. 

Effettivamente sono i dialoghi uno dei pochi punti di forza dell'intero volume, frutto di una consumata esperienza.

Chi è la misteriosa Marianna, che entra ed esce nella vita di David con estrema facilità? Qual è il suo rapporto con la signora Brentwood?

Il titolo originale è Heartbound.  E' pur vero che tradurlo come "Cuore Legato" o "Limite del cuore", o "Cuore limitato", o con qualsiasi altro titolo che avesse avuto la parola "cuore" avrebbe fatto pensare al genere romantico, ma quello della versione italiana è uno spoiler bello e buono. Per gran parte del romanzo il lettore è convinto di stare assistendo a un dramma psicologico, a una storia di adulterio, anche sfacciato. Che Marianna, la misteriosa amante di David, sia un fantasma, si capisce piano piano. Il lettore è lentamente accompagnato in un altro territorio, quella Zona del Crepuscolo, o quei Confini della Realtà se volete di cui Matheson è stato uno dei massimi artefici. D'accordo che le tematiche dell'autore sono note, però così la scoperta viene meno e si fruisce del libro nell'attesa di qualcosa di conosciuto, invece che trovarsi dentro, senza quasi accorgersene, terreni misteriosi e inquietanti. Peccato.

Decisamente poco sopportabile è il moraleggiante finale, pieno di riflessioni fin troppo enfatiche e contorte, frutto di una intromissione del narratore del tutto sgradita. Sarebbe stato preferibile affidare qualsiasi riflessione o considerazione sugli eventi e sulle loro conseguenze al cervello dei lettori, invece che preparargli la pappa.

Prevedibile anche l'epilogo dell'epilogo, anche questo decisamente nello stile Twilight Zone.

Un vero peccato. Una storia tecnicamente ben scritta, con una struttura solida come solo uno scrittore di esperienza sa fare, avrebbe meritato di non essere buttata sul mercato per come è, ma lavorata e sgrossata. A un esordiente questo romanzo non sarebbe stato mai perdonato.

Un Matheson minore, da leggere per conoscenza e collezionismo solo se siete dei cultori dell'autore, o giusto per coglierne le potenzialità inespresse.