A prima vista la crisi economica sembra aver lasciato singolarmente immune Hollywood, che continua a sfornare mega produzioni con budget da centinaia di milioni di dollari apparentemente immune o quasi dagli alti e bassi di una situazione economica internazionale sicuramente non facilissima. A un'occhiata più approfondita, invece, si scopre una realtà molto diversa, in cui anche le grosse major americane stanno pesando con attenzione i film su cui investire, con il risultato che molte produzioni recenti sono state ridotte, sospese o direttamente cancellate in favore di altre considerate successi più sicuri.  

La prima vittima illustre dei tagli di produzione sembra essere Arthur & Lancelot, ennesima rilettura della saga arturiana prodotta dalla Warner Bros. per la regia di David Dobkin e con i giovani (e ancora poco costosi) Joel Kinnaman (The Killing) e Kit Harington (Game of Thrones) nei ruoli principali. Del film si era parlato parecchio la scorsa primavera, quando erano circolate voci che volevano Colin Farrell nel ruolo di Lancelot. Farrell ha rinunciato all'incarico pare per conflitti nella tempistica del film, che gli avrebbe impedito di prendere parte al già previsto Robocop in realizzazione per l'anno prossimo, ma un problema aggiuntivo sembra essere stato il cachet dell'attore, che avrebbe inciso su una produzione minore - per gli standard Warner - con un budget stimato di soli 90 milioni di dollari. Quando il costo di produzione previsto è salito a circa 130 milioni, la Warner ha sospeso il progetto fino a nuovo ordine.

Lo scorso dicembre avevamo parlato dei ritardi di produzione di Paradise Lost, tratto dall'omonima opera di John Milton con la regia di Alex Proyas (Il Corvo, I Robot) per la Legendary Pictures. Inizialmente le riprese del film avrebbero dovuto cominciare a gennaio 2012, ma visti i crescenti costi di produzione rispetto al budget stimato, il tutto era stato posticipato di  qualche mese. Si era poi parlato di un possibile inizio delle riprese per giugno 2012, ma il film è stato definitivamente cancellato lo scorso febbraio, a casting ultimato. Tra i nomi interessanti, Bradley Cooper avrebbe avuto il ruolo di Lucifero, Casey Affleck quello di Adamo e Djmon Hounsou quello di Abdiel, l'angelo della morte. Mesi fa Proyas aveva dichiarato al sito Deadline che il film avrebbe comportato "20 settimane di pre-produzione, circa 8 settimane di riprese principali, e 72 settimane di post-produzione per la realizzazione degli effetti", cosa che avrebbe definitivamente superato il budget di 120 milioni previsto dalla Legendary Pictures, la quale già in dicembre stava puntando a ridurre i costi del 15-20%. Quando i conti non sono tornati, il progetto è stato chiuso.

Vedrà invece la luce The Lone Ranger, tratto dalla "storica" serie di telefilm americani Il Cavaliere Solitario. Il film è previsto in uscita nei cinema nell'estate 2013 ed già in post produzione. Riunisce il team dietro al successo de I Pirati dei Caraibi, ovvero Johnny Depp, il regista Gore Verbinski e il produttore Jerry Bruckheimer. Il nome di Depp assicura fortuna al botteghino, e il precedente successo della saga dei Pirati (i primi tre film, almeno) avrebbero dovuto spianare la strada al progetto, almeno in teoria. In realtà non è stato così semplice convincere la Disney a finanziare il progetto, il cui budget era arrivato a 250 milioni di dollari stimati, e i tre sono riusciti ad avere via libera solo dopo aver accettato di scendere a 215 milioni.

Meriterebbe un articolo a parte la tragedia dell'adattamento cinematografico di At the Mountains of Madness, tratto dal romanzo omonimo (Le montagne della follia in italiano) di H.P. Lovecraft. Quando conflitti nella tempistica avevano reso indispensabile scegliere, Guillermo Del Toro aveva rinunciato alla regia de Lo Hobbit pur di dirigere Mountains, salvo poi vedere la Universal staccare la spina al film. Del Toro, che all'epoca aveva praticamente ultimato la pre-produzione, inclusi alcuni dei set dove avrebbero dovuto girare, ha definito l'esperienza "devastante": difficile dargli torto, considerando a cosa ha rinunciato per investire in questo progetto.

Il problema di Mountains non è stato direttamente il costo (150 milioni di dollari), ma il target di pubblico previsto per il film: quando Del Toro ha confermato che avrebbe girato una pellicola per adulti - che quindi sarebbe arrivato nei cinema americani con il bollino "R" per "restricted" - la casa di produzione ha temuto di non riuscire a rientrare dell'investimento e non si è fidata a dare il via libera. Inoltre, se pensiamo che la Universal ha chiuso Mountains ma investito su un prodotto come  Battleship, è facile capire che il target di pubblico su cui la major punta per avere ritorni il più possibile certi non è certo quello dei cultori di Lovecraft.