George Lucas, l'artefice nel 1977 del film Guerre Stellari e di tutto quello che ne è seguito (altri 5 film e un impero commerciale basato sui prodotti derivati, tra cui giocattoli, libri, cartoni animati, gadget e tanto altro), ha di recente annunciato di non volersi più occupare non solo della saga che gli ha dato tanta fortuna, ma anche di non volere più ricoprire il ruolo di produttore.

Era una intenzione in parte annunciata già all'epoca di Episodio III, quanto meno sul fronte registico. Ma ora Lucas pare che abbia deciso di non curare altri progetti come produttore.

Lucas viene ricordato più volte come l'uomo che è diventato miliardario con una sola idea. Probabilmente è vero che quando quella "sola idea" diventa una cosa delle dimensioni del fenomeno di Star Wars fagocita facilmente tutte le attenzioni e il tempo.

In realtà potremmo dire che magari ne avrà avute poche, ma buone di idee, visto che è anche il co-creatore della saga di Indiana Jones, la cui potenza mediatica è inferiore a quella di Star Wars, ma non trascurabile.

Ma il suo zampino c'è anche nel cult Labyrinth, e nella creazione della LucasArts, software house di storici videogiochi, come Maniac Mansion, Monkey Island e svariati titoli su Star Wars, tra i tanti.

Certo al cinema ha prodotto anche qualche passo falso, assorbito con disinvoltura visti gli enormi guadagni provenienti da SW, come Willow,  Howard Il Papero, Tucker

In ogni caso il bilancio della sua carriera è in attivo. A 67 anni Lucas, secondo quanto ha dichiarato al New York Times ha deciso di ritirarsi.

"Sto andando in pensione", ha detto Lucas. "Sto abbandonando il business, la società, tutto questo genere di cose."

Ma se Lucas è sulla via del ritiro, il 10 febbraio torna nelle sale Episodio I: La minaccia fantasma, in versione 3D, e il regista e produttore non si è sottratto al rituale delle interviste promozionali.

Come quella rilasciata a Entertainment Weekly, nella quale si abbandona all'amarcord più sfrenato, ricordando come siano stati in realtà difficili quei "bei tempi andati", arrivando a definire la lavorazione di Star Wars come "dura, dolorosa e spiacevole." 

"Non mi aspettavo affatto che il film avesse successo. Non penso che qualcuno ci credesse", ha dichiarato.

Lucas ha raccontato come la realizzazione del primo film sia stata resa difficile dalle croniche mancanze di denaro e di tempo, con continui compromessi su tutto.

Per molti dalla "fame" e dalla difficoltà nasce l'arte. E forse è vero se si pensa a cosa erano quei film, a cosa hanno rappresentato per molti di noi. Posso dire senza timori di smentite che è colpa anche Star Wars se mi trovo qui oggi, appassionato di fantastico, a scrivervi. Se pensate a cosa poi è diventato il fenomeno Star Wars. è certo che allo Zio George la fatica iniziale sia stata ben ricompensata.

Un fan logo di SW:Underworld (fonte http://johngwolf.deviantart.com/art/StarWars-Underworld-Logo-205162861)
Un fan logo di SW:Underworld (fonte http://johngwolf.deviantart.com/art/StarWars-Underworld-Logo-205162861)
La decisione è stata confermata dal produttore Rick McCallum, che lavora con Lucas dal '77, confermando che Red Tails, blockbuster di guerra da poco uscito negli Stati Uniti, è l'ultima produzione che ha visto Lucas in un ruolo produttivo.

McCallum ha anche confermato che la produzione televisiva live action, ambientata tra gli episodi III e IV della esalogia cinematografica, ha un nome provvisorio, "di lavorazione" come si dice in gergo: Star Wars Underworld

Nonostante tutto il progetto per ora è fermo. Ci sarebbero addirittura una cinquantina di sceneggiature scritte per la serie, in attesa di trovare il modo per realizzare ogni settimana un film televisivo della durata di un'ora, con una qualità, in termini di effetti speciali, costumi e scenografie paragonabile a quella di Episodio III: La vendetta dei Sith (che costò 113 milioni di dollari e richiese tre anni di lavorazione, e che ora costerebbe il doppio), con un budget di soli 5 milioni di dollari a episodio.

Questa è la sfida maggiore per McCallum.