È un romanzo che echeggia avventura "classica" allo stato puro Predatori dall'Abisso di Ivo Torello, e non solo per l'ambientazione ottocentesca.

Innanzitutto perché non comincia a incalzare il lettore in modo frenetico, ma lo fa lentamente scivolare nel mondo dei personaggi, introducendo all'inizio la vita e gli incubi di Julius Milton, un artista squattrinato che per campare disegna fondali teatrali. Sarà seguendo i suoi incubi che Milton affronterà l'avventura che cambierà per sempre la sua vita. Come in ogni viaggio, simbolico o reale, sono importanti i compagni. Determinante sarà l'incontro con l'eccentrico docente universitario Thaddeus Walkley, insieme al quale, indagando sul mistero della morte del paleontologo Alan Renwick, scoprirà che al mondo possono esistere creature diverse da quelle che ci hanno insegnato esistere a scuola.

Altro vorrei dirvi, ma è il piacere della scoperta la principale motivazione che deve portare a leggere questo romanzo.

Lo stile narrativo non è frenetico ho detto, ma se la narrazione sembra procedere con lentezza, con apparentemente pochi fatti salienti a capitolo, e con tante puntuali digressioni, dopo aver accumulato pagine ci si rende conto che di eventi, nozioni e situazioni ne abbiamo viste e superate parecchie.

Ogni capitolo riesce a richiamare il successivo, imprigionando il lettore in una spirale che man mano che le pagine si accumulano lo avvolge sempre più.

Difficile dire cosa non ci sia nel romanzo, che oscilla dal mistery al sovrannaturale, passando per momenti da commedia, di puro amore per la scienza, ma anche per l'avventura.

Soprattutto traspare l'immenso divertimento dell'autore, che ha creato il suo personale parco giochi in modo aperto a nuovi sviluppi e avventure.

Se il romanzo è autoconclusivo e compiuto, è indubbio però che molte parti sembrano introdurre i personaggi e l'ambientazione come una delle più classiche “puntate pilota” di un serial.

C'è quindi il gusto per il feulletton, il colpo di scena a fine capitolo, altrimenti detto “clifhanger”, che chi mastica serialità non potrà non apprezzare.

Quando leggiamo molte volte corriamo ad esaminare il nostro immaginario personale alla ricerca di analogie, presunte o reali. In questo caso a me vengono in mente i prodotti seriali inglesi, da Quatermass a Doctor Who, anch'essi caratterizzati da una lenta partenza e dalla escalation che trascina il lettore al finale.

Lentamente incalzante, questa potrebbe essere la mia ossimorica definizione del romanzo. Nonostante alcuni momenti di pausa alla fine la sensazione che rimane è quella di essere stati trascinati tra le pieghe di una realtà fitta di misteri fantastici, di meraviglie impossibili, di avventure emozionanti.

Un romanzo dal gusto "classico", scritto con linguaggio preciso, che senza pavoneggiamenti rivela la perizia di scrittura dell'autore. Ironica e schietta la sua postfazione, che conferma tutte le impressioni ricevute durante la lettura su quanto prima di tutto si sia divertito nello scrivere il romanzo.

Se uno degli obiettivo dei romanzi è divertire il lettore, Predatori dall'abisso è sicuramente un buon prodotto d'intrattenimento, senza altre pretese. Leggetelo senza pentimenti.