- Il bianco negli occhi non era così importante.

- Uhm. Dovremmo resistere al nemico, signore, le scale…

- NON ERA COSI’ IMPORTANTE.

- Generale, lei è uno degli Undici, sicuramente sarà in grado di cavarsela in…

- SAI COSA TI DICO?

- Stia calmo, si ricordi della pressione e del, ehm, tre volte numero di demoni che sta salendo proprio ora.

L’ascia di un demone Scarver volò verso il Generale Caradoc. Ancora qualche istante e l’avrebbe colpito al…

- FERMI TUTTI! TUTTI, HO DETTO TUTTI, UOMINI, DEMONI, ASCE, TUTTI QUANTI!

- Ha rischiato grosso, signore. Quell’ascia ferma a mezz’aria sembra molto affilata. Uhm, cosa intende fare ora?

- Niente denaro. Niente donne. Una moglie morta. Una guerra con i tempi sbagliati. Un bagno di sangue schifoso e rivoltante. Una profezia demente. Dei maghi inutili. E un luogotenente che non sa neanche se è un uomo o una donna!

- No, signore, tecnicamente al momento sono…

- SILENZIO! Sono stufo, capito? S-T-U-F-O! Sono nato soldato e non capisco cosa stiamo combattendo e perché, NON TI SEMBRA STRANO?

- A dire il vero, un po’ strano, sì, signore.

- E tra l’altro non ho mai visto un elfo Faiden in vita mia. Per quanto mi riguarda, possono avere due nasi e la corolla di un fiore intorno alla testa!

- Vergognoso. Signore, io sono con lei.

- Bene, luogotenente. Perché sai cosa ti dico? Che Lui… l’Autore… HA ROTTO LE PALLE!

Un’ascia Scarver molto più grande e affilata della prima tagliò l’aria in direzione della gola del Generale.

- Nossignore, ormai è deciso! Qui e subito io indìco UNO SCIOPERO DI TUTTO IL PERSONALE!

La temporanea tregua era destinata a non durare. La rinomata ferocia degli Scarver e la loro abilità con l’ascia erano…

- Chiudi il becco. No, non dicevo a lei, signore.

- Lo so, luogotenente. A proposito, aggiungi alla dichiarazione di sciopero che richiediamo il minimo sindacale di Logica.

- Signore?

- Hai mai provato a lanciare un’ascia con lo stomaco, luogotenente?

- Ho capito il punto, signore. Lo aggiungo subito alla dichiarazione di sciopero.

- Lei concorda, messer demone?

- Bluarh.

- Penso che potremmo prenderlo per un sì, generale. Oh bene, visto che siamo in sciopero, che ne dite di una partitina? Chi dà le carte, lei messer…?

- Uark.

- Ecco fatto, io ne cambio due, lei è servito, generale?

- Stai mirando alla scala druidica, eh? Messer Bluarh, sollevi un po’ le sue carte o le vedrò tutte…

- Uhm, signore, forse non dovrei domandare, ma messer Uark, di preciso, come ha mischiato le carte prima di distribuirle?

- Non dovrebbe domandare, luogotenente. Io di carte ne cambio tre.

- D’accordo, io vedo… Accidenti. Non avranno le mani, ma con le carte ci sanno fare.

- Ero sicuro che in un mazzo di carte non potessero esserci più di due Goblin.

- Bluarh!

- Regole straniere, capisco… Ci sono novità dall’Autore, luogotenente?

- Un attimo che controllo, signore.

* * *

I temibili demoni Scarver si erano insinuati con l’inganno nella Roccaforte di Luce e le loro menti diaboliche erano già all’opera per insidiare i sonni dell’esercito di Caradoc. Secondo la profezia, infatti…

- Tenta ancora di proseguire la storia senza di noi, signore.

- Buona fortuna, allora. Messer Uark, spezzi il mazzo, prego.

La notte era giunta, portando con sé presagi di morte, incubi dalle profondità più nere degli Inferi e l’ignominia sull’esercito che con simile tracotanza continuava a ignorare i dettami del fato.

- Vuole del pesce arrosto, signore?

- Ne prenderò un po’, sì. Bluarh sta ancora cucinando?

- Dice che gli fa piacere, signore. A casa sua aveva un ristorante ben avviato.

- Tu pensa. Hai visto le foto dei nipotini di Uark?

- Sì, signore. Dei baccelli di stomaco molto teneri.

- Mi sto quasi abituando alla loro parlata. Fanno un po’ di bava, ma a quanto pare al nostro mago che odia la guerra piace raccogliere bava per i suoi esperimenti.

- Sì, signore. Notizie da sua moglie, signore?

- Tutto bene. A proposito, mi chiede di aggiungere alla dichiarazione di sciopero di evitarle la tragica sorte o, se proprio non è possibile, di descriverla nei minimi dettagli e far sì che venga ricordata almeno fino al penultimo capitolo.

- Donna ragionevole, signore.

- Concordo. Dice che questi capelli lunghi le piaceranno o è il caso di ripulirmi un po’?

- Sa, signore, ci sono uomini che stanno bene con i capelli lunghi…

- Davvero?

- Sì, ma non è il suo caso, generale, se posso permettermi.

- D’altra parte i coltelli non ci mancano, non capisco perché dovremmo portare tutti i capelli lunghi. Ah, aggiunga alla dichiarazione di sciopero che vorremmo un po’ di deodorante.