Poco meno di due mesi ci separano dall'attesa uscita della prima parte di The Hobbit: An Unexpected Journey, l'ultima fatica di Peter Jackson e possiamo immaginare che questo conto alla rovescia sarà scandito da una serie di iniziative promozionali che faranno il giro del mondo.

Nei prossimi giorni potremo aspettarci la diffusione on line di nuove clip in cui faranno la loro fugace apparizione il giovane Bilbo Baggins (Martin Freeman), Gandalf il grigio (Ian McKellen) e gli agguerriti tredici nani capeggiati da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) e magari se saremo fortunati il piccolo Gollum (Andy Serkis) e il mastodontico Smaug.

Per ora dobbiamo accontentarci di un nuovo spot tv le cui immagini sono prese in gran parte dai precedenti trailer.

Ciò che nelle prossime settimana non mancherà saranno sicuramente dichiarazioni e interviste agli attori e al regista. Ad aprire le danze di questo battage pubblicitario è stato Collider che ha dedicato al film tratto dal libro di J.R.R. Tolkien quattro interessanti e lunghi articoli.

Per prima cosa è stato intervistato Peter Jackson, al suo 250esimo o giù di lì giorno di riprese.

"Non volevo fare lo Hobbit perché l'idea di avere un insieme di tredici nani mi terrificava e pensavo che sarebbe stato molto più interessante avere un altro regista [Guillermo del Toro] costretto ad avere a che fare con loro..." Ha confessato il regista, sceneggiatore e produttore. 

"Pensavo che fosse un incubo e che sarebbe stato molto più interessante vedere cosa avrebbe fatto un altro."

Alla fine però le cose sono andate diversamente e Jackson è entusiasta del caos portato da così tanti personaggi diversi: "abbiamo dato loro personalità e cose diverse. Sono loro il cuore della storia. Bilbo è l'anima, ma loro con il loro desiderio di reclamare la loro patria sono il cuore della storia. Adesso mi piacciono questi ragazzi e sono contento che sia andata com'è andata."

"Quando hai a che fare con tredici nani devi avere un tono differente e diverse sensazioni. Nel Signore degli Anelli c'era il bene e il male, il bianco e il nero. C'era il mondo in gioco. Era abbastanza basilare così come le tensioni nella storia. Diversamente questo film avrà più un atmosfera da fiaba con il proverbiale drago e la caccia all'oro." 

"Gli elementi della storia ti lasciano spazio per piccoli cambiamenti d'atmosfera, ma sia come colpo d'occhio, come sensazioni e come stile voglio davvero che sembri lo stesso mondo." 

Jackson può fare questo perché in fondo la Terra di mezzo che si trova davanti è ancora un mondo pacifico in cui non si è ancora risvegliato Sauron.

"Quando Tolkien scrisse Lo Hobbit non sapeva ancora nulla dell'Anello poi venti anni più tardi intorno ad esso scrisse un'intera trilogia, credo che questo possa essere spiegato... dal fatto che l'anello non riacquista il suo potere fino al ritorno di Sauron, fino a quando Sauron non inizia a cercarlo, fino all'epoca di Frodo. E' questo l'approccio che stiamo seguendo nel ricostruire l'effetto dell'anello nel film. Così la prima volta che [Bilbo] si infila l'anello non è che un semplice anello, ma ogni volta che lui se lo infilerà questo avrà sempre più effetto."

Peter Jackson non è l'unico a essere tornato nella Terra di Mezzo, insieme a lui hanno fatto un gradito ritorno a casa Hugo Weaving, Elijah Wood, Cate Blanchett, Andy Serkis e naturalmente Sir Ian McKellan.

Inizialmente però per l'uomo che ha dato corpo al mago Gandalf le cose non sono andate nei migliori dei modi: per esigenze legate agli effetti speciali, alla necessità di fare apparire lui più alto degli altri membri del cast, McKellan ha girato da solo davanti al green screen. 

"Non mi sentivo come se fossi tornato e volevo andarmene via. Mi sentivo davvero infelice... fortunatamente però Peter mi ha ridotto le scene da girare così". 

"Comunque, in un senso più generale è stato come quando abbiamo girato Il Ritorno del re, con alle spalle già due film che ci erano molto piaciuti e ci avevano divertito. Così non ci sentivamo come ci si sente di solito lavorando a qualcosa, perché sapevamo che il pubblico voleva che lo facessimo. Nella maggior parte delle volte quando lavori in teatro o a un film ti domandi se ci sarà pubblico. Invece con Lo Hobbit sapevamo che ci sarà. Le aspettative del pubblico erano sempre con noi."

Dalle dichiarazioni di McKellan si scopre qualcosa di più del suo personaggio e delle relazioni che intercorrono con Bilbo e i nani. 

In questo film "Gandalf sviluppa un particolare rapporto con Bilbo e Thorin. Parla agli altri nani ma non con la stessa profondità. Io tendo a vederli tutti come un gruppo, Gandalf li conosce individualmente ma con loro non necessariamente ha una profonda amicizia.

Penso che rispetto al libro, nella sceneggiatura Gandalf sia meno autoritario e supporta i nani nella loro cerca, come la chiamano loro, e nel tentativo di riprendere quanto gli è stato sottratto con un'entusiasmo diverso da quello che l'ha legato alla Compagnia." 

E' già noto che non sarà solo per questo aspetto che il film si discosterà dal libro: già dai primi tempi di lavorazione Jackson ha messo in chiaro che nello stendere la sceneggiatura si sarebbe avvalso anche delle appendici presenti nel Signore degli Anelli.

"Ci sono delle scene che non sono nel libro, ma questo non significa che non siano in altre cose scritte da Tolkien", specifica l'attore. "Philippa [Philippa Boyens co sceneggiatrice del film]... spesso si riferiva a dettagli del libro che io avevo trascurato o implicazioni che lei stava sviluppando.

Guardate alla lunghezza del Signore degli Anelli, necessariamente le cose dovevano essere tagliate per far si che si rientrasse nei tre film." 

Lo Hobbit invece è il contrario: è espanderle e spiegarle, tanto che per l'attore non basterebbero nemmeno i due film ma sarebbe necessario, magari, una serie tv composta da una trentina di episodi di almeno un'ora.

"Non so, penso che ci poteva essere un'altro modo di realizzare Lo Hobbit, ma non sono un produttore o uno sceneggiatore." 

Comunque sia i film forse saranno sufficienti per chiarire due degli interrogativi che riguardano il personaggio di Gandalf: come mai abbia deciso di aiutare i nani nella riconquista del tesoro e come mai abbia pensato a Bilbo come scassinatore.

"Quando Galdalf lascia che i nani proseguano con il loro lavoro il pubblico scoprirà come mai li appoggia. E le sue motivazioni riguardano la Terra di mezzo, i maghi e gli elfi. Penso che si legherà davvero bene al Signore degli Anelli perché sarà chiaro del pericolo che corre il mondo."

Lo Hobbit: un viaggio inaspettato sarà nei cinema italiani, anche in 3D, dal 13 dicembre.